Cantando l’amore (III Parte)

di Maria Poetto psicoterapeuta Il grado di maturità di una persona si esprime nei suoi atteggiamenti e comportamenti, che possono ost...

di Maria Poetto psicoterapeuta

Il grado di maturità di una persona si esprime nei suoi atteggiamenti e comportamenti, che possono ostacolare o favorire una relazione affettiva.

Ci aiuta a capirlo anche una canzone di Giorgia.
Con l’aiuto di Giorgia, della sua canzone Tu mi porti su, prenderemo in considerazione gli atteggiamenti personali che possono favorire o ostacolare una relazione. 
Questi atteggiamenti riflettono il grado di maturità dell’individuo: tanto più si è maturi, tanto più si è capaci di amare.
Solo per facilità di trattazione noi vedremo i due estremi (maturi/immaturi), tenendo però assolutamente conto che ci sono e prevalgono diversi livelli intermedi, dove si colloca la maggior parte di noi.
I maturi sono capaci sia di ricevere che di dare amore, in uno scambio reciproco; si impegnano nel costruire il rapporto e davanti a difficoltà o incomprensioni, le affrontano con il dialogo, senza spaventarsi né tirandosi indietro di fronte al primo problema.
Gli immaturi, invece, cercano solo di ricevere amore, nel loro egocentrismo: “Tu l’hai capito che cos’è che io cercavo: qualcuno che ogni attimo mi dicesse brava”. Ma quando la relazione non è più travolgente, quando finisce il tempo magico dell’innamoramento, quando l’altro mostra i suoi lati deboli o sorge una difficoltà, vengono meno e troncano, a volte spariscono.

I maturi sanno fidarsi e dare fiducia: si aprono con sincerità, sanno vedere la positività dell’altro e credere in lui. 
Al contrario, gli immaturi hanno difficoltà a fidarsi. Hanno paura che l’altro li prenda in giro, che non voglia loro veramente bene: “ho visto nei tuoi gesti il sospetto di non esser ricambiato… pensiero che si insinua nelle crepe anche dell’anima più pura, l’amore più bellissimo ad un tratto cede il passo alla paura” per cui spesso interrompono il rapporto, perché, pensano tra sé: “Ti lascio prima che sia tu a lasciarmi”.

I maturi possiedono una buona autostima, hanno una visione nel complesso positiva di loro stessi. Sanno riconoscere il valore e la dignità propria e degli altri. Riescono quindi a farsi rispettare e trattano gli altri con rispetto.
Gli immaturi hanno una bassa autostima: “E poi se a un certo punto ci lasciamo tu sei qualcosa ma io che cosa sono?”. Non credono di meritare di essere amati e di conseguenza non sanno farsi rispettare, a volte sopportano anche maltrattamenti pensando di non meritare nulla perché danno poco valore al proprio io.

I maturi rispettano l’altro e lo considerano nell’interezza della sua persona, nella sua diversità, riconoscendo che ha dei bisogni propri di cui tenere conto. Non usano l’altro per gratificazione personale o per dimostrare qualcosa agli altri, “per brillare di luce riflessa”.

Per gli immaturi l’altro è funzionale ai loro bisogni, che possono essere:

  • di apparire (per cui, ad es., scelgono la bella ragazza, che si nota, o il ragazzo ricco, che ha una bella macchina);
  • di non essere soli (per cui “si prende il primo che passa”, o via un ragazzo si sta subito con un altro perché non si è capaci di stare in piedi da soli);
  • di gratificazione sessuale (per cui si usa il corpo dell’altro, considerato per il suo aspetto fisico ma non nella sua interezza di persona, e senza provare dei sentimenti).
Infine, i maturi vivono un rapporto paritario, dialogando nel rispetto del punto di vista dell’altro e fermandosi ad ascoltarlo. Davanti a posizioni ed esigenze diverse, sanno trovare dei compromessi e soluzioni equilibrate per entrambi.
Gli immaturi, al contrario, tendono a voler prevalere, a dominare (anche con “armi sottili”, come il vittimismo). Non si pongono sullo stesso piano ma hanno atteggiamenti di superiorità, o inferiorità, perché vivono il rapporto come una forma di potere.

Queste diverse sfaccettature della maturità o dell’immaturità, ci spingano a migliorarci, a crescere, per il bene nostro e di chi amiamo!

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