Altre vie oltre la crisi

I soldi sono pochi, le preoccupazioni tante Altre vie oltre la crisi Come il denaro ha modificato l’umore delle persone, così le pe...

I soldi sono pochi,
le preoccupazioni tante
Altre vie
oltre la crisi
Come il denaro ha modificato l’umore delle persone, così le persone – specie i giovani – possono ricacciare il denaro nel suo giusto angolino.





Chi oggi ha 18 anni ha praticamente vissuto il tempo della preadolescenza immerso nella crisi. Di crisi ha sentito parlare a casa, a scuola, nei negozi. Ogni posto frequentato dagli adulti è ancora oggi buono per ascoltare discorsi al limite della disperazione e della rassegnazione.
Quello che è capitato dal 2008 ad oggi verrà studiato nelle scuole tra qualche anno, ma a noi “costretti” a vivere questo momento è sufficiente sapere che l’economia dei Paesi industrializzati, Stati Uniti in primis, ha esagerato a dare importanza al denaro. Con questo ha giocato, scommesso, tentato di arricchirsi. Quando il gioco non ha più retto, come un’oleosa macchia di petrolio sul mare, le difficoltà si sono sparse in tutti i Paesi industrializzati.
Anche l’Italia ha dato il suo contributo (negativo): rapidamente, tutto si è fermato-rallentato. Meno ordini alle imprese, meno lavoro, quindi lavoratori in esubero, quindi famiglie in difficoltà, pochi soldi per fare la spesa. Tilt. La questione è ancora più complicata di quanto non appaia, ma a noi serve ricordare una cosa: prima la maggior parte degli italiani viveva spensierata, oggi no. Prima i servizi forniti dal sistema sanitario erano pagati dallo Stato, oggi sempre meno. Prima la pensione erogata dallo Stato consentiva alle persone di condurre una vita dignitosa: un domani, per chi oggi ha 18 anni, non sarà più possibile.
A questo punto il nostro discorso prende due strade: quella degli adulti e quella dei giovani.
La strada tortuosa
degli adulti
È tutto talmente complesso, che gli adulti non sanno che pesci pigliare. Per loro è inaspettato avere un lavoro che è passato da solido a precario. È inaspettato dover abbassare il tenore di vita perché in casa entrano meno soldi e il valore del denaro diminuisce. Sembrano ancora inebetiti, e – giustamente – molto preoccupati.
La loro paura abbraccia anche il pensiero dei figli, dei loro sogni. Ma ancora non hanno ben capito come poter concretamente aiutare le nuove generazioni. Per il momento si limitano a pensare alla sopravvivenza. Come dar loro torto? Impossibile.
Come possiamo aiutarli? Ogni figlio conosce gli sforzi che i genitori fanno per provvedere alle loro necessità, dalla ricarica del cell ai vestiti, ai libri, al calcetto, al tennis, alle vacanze estive. In questo momento di difficoltà, sarebbe bello dire ai genitori “Grazie per quello che state facendo”. I genitori non hanno bisogno che voi andiate a lavorare dopo la scuola (non in tanti casi, per lo meno!). Sarebbe già per loro una gioia sapere che i figli capiscono. E che a fronte di una piccola rinuncia non scattano il muso o il capriccio.

La strada dei giovani
I giovani hanno – indipendentemente dal periodo storico – una felice e sana follia, una protezione dalle brutture del mondo, che fornisce uno scudo dal pessimismo e li fa lottare per una vita migliore. Ecco perché, per un giovane, la crisi è uno “stato dell’esistente”, un compagno di viaggio, al quale ci si deve adeguare. Questo è il tempo, da giocare con le sue carte. Ottimo: l’impegno è spargere ottimismo in ogni dove. Questo non significa ridere se papà entra in cassa integrazione o se la mamma si deve adeguare al part-time, ma cercare e trovare comunque opportunità per sorridere. Einstein affermava che proprio i momenti di crisi sono opportunità che la vita offre.

I cattivi maestri
Occorre, però, attenzione a non farsi fuorviare dai cattivi maestri. Chi sono? Eccovi un breve elenco.
Il denaro.
Una parte di ciascuno di noi è convinta che il denaro sia prioritario, indispensabile ed essenziale per avere una vita agiata. Peccato che anche i miliardari siano tristi, se senza amici e senza amore. Puntare tutti gli obiettivi dell’esistenza sul denaro non porta alla felicità. I quattrini sono un ottimo strumento per vivere in maniera dignitosa; sono il giusto compenso per l’impegno lavorativo. Stop.
L’incapacità di dire no.
Per molti giovani del 2014 tutto è dovuto, cellulare, abbigliamento firmato, scooter, auto. Ogni cosa venga in mente “deve” essere recuperata subito. Peccato che questo, causa la mancanza di grandi somme di denaro, non sia più possibile. Volete passare la vita a piangere perché non potete per un po’ acquistare l’ultimo modello di smartphone o preferite passare un pomeriggio con gli amici? E se gli amici vi criticano perché il vostro telefono è antiquato, siete davvero certi di poterli definire “amici”?
L’apatia.
Non c’è niente da fare, per non farsi decolorare dal grigiore della crisi, vi si chiede di essere bravi, bravissimi, nel campo che scegliete, sia esso la scuola o il lavoro. Un tempo non sarebbe stato così, un tempo anche i più fannulloni avrebbero trovato il modo di lavorare il meno possibile, per giunta al riparo da rimproveri o licenziamenti.
Oggi, causa penuria di lavoro, siamo tutti “al sole”, quindi a tutti è chiesto di dare il meglio. Il motivo è anche un altro: se tutti diamo il meglio, il Paese si risolleva e dal neonato al pensionato si può ritornare a essere mediamente felici.
Il rancore verso gli adulti.
 È vero, hanno sperperato, sbagliato, vissuto negli agi, con stipendi importanti, raccomandazioni… insomma hanno rovinato il nostro Paese e ora si avviano alla pensione. Ottimo: non potete però passare i giorni a rimpiangere di non aver vissuto negli anni Cinquanta, né a sognare di punire fisicamente ogni adulto che abbia lavorato male arricchendosi a sproposito. Bisogna andare oltre, e occuparsi del proprio tempo.
Il cervello bloccato.
Possibile che ci si debba bloccare a ogni ostacolo? Come fa la mente a muoversi e a produrre idee se vi smontate dopo un brutto voto, un permesso non dato dai genitori? Avete a disposizione creatività e fantasia in qualità industriali. Sapete che è possibile andare in vacanza con poco denaro, trovare bellissimi vestiti vintage, condividere l’uso dell’automobile, modernizzare un antico stereo e così via? Non serve la carta di credito.

Cosa c’è oltre la crisi?
Quello che vedete ora: ci siete voi, più consapevoli e intelligenti, collocati in un mondo che siete in grado di migliorare, e al quale chiederete scusa “per conto” degli adulti. Se la crisi è uno stato mentale, a questo punto meglio andare “fuori di testa” e programmare il cervello per una nuova consapevolezza.

Oltre la crisi c’è un mondo diverso: sta a voi costruirlo a misura di persona e non a misura di denaro e speculazione. <

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