Destinatario Michael Schumacher

Destinatario Michael Schumacher Mittente Claudio, tifoso Ferrari Caro Michael, ti scrivo e non so quale sarà la tua condizione quan...

Destinatario Michael Schumacher
Mittente Claudio, tifoso Ferrari


Caro Michael, ti scrivo e non so quale sarà la tua condizione quando questa mia lettera – spero – verrà pubblicata. Al momento ti osservo, dal web, in un ospedale francese, in coma farmacologico.
Già da diverse settimane la tua situazione è stabile, ma ancora i medici non sanno quali lesioni abbia subito il tuo cervello.
Non scrivo per compiangere la tua situazione o ricordare com’eri. Il tempo è oggi, è il presente, e noi con questo dobbiamo fare i conti. Lo sport è davvero appassionante, ti intriga, ti fa soffrire e ti dà tante gioie. Poi ogni tanto ti molla un fendente e tu resti intontito.
Proprio come succede nella vita: uguale. Grandi tragedie sportive segnano epoche: mio padre ha versato lacrime per la morte di Ayrton Senna, io per Simoncelli. Ora ci sei tu, a ricordare a me e a tutti gli amici del Ferrari Fan Club del mio micro-paese di campagna che non sempre la vita “viene come vuole” (chissà perché queste parole mi ricordano Ligabue, boh…).
Che non è detto che la salute ci assista sempre. Una tegola in testa, un incidente in auto: questo è, bellezza, sia che ti piaccia, sia che non ti piaccia. Ecco perché il fendente fa male: perché non te lo aspetti, perché da un epta-campione del mondo pretendi sempre salute, fama, ricchezza, bellezza, eternità. Invece no, bum, tranvata.
E c’è anche di più. “Grazie” (il termine non è appropriato, ma calza come una calza…) a incidenti di questo genere, che coinvolgono personaggi famosi in tutto il mondo, le persone “normali” come me e i miei amici si accorgono che… oh, guarda… gli ospedali sono pieni di persone che faticano a respirare, che non parlano più, che non deambulano.
Su di loro i riflettori non sono mai accesi perché così vuole la regola dello star-system, ma la loro esistenza pesa tanto quanto la tua. E così eccoci qua, doppiamente abbacchiati: da una parte per te, per il nostro eroe che ha fatto sventolare in alto la bandiera Ferrari, e che ora si prepara a vivere (o morire?) in modo del tutto inaspettato.
Dall’altra parte la tua vicenda ci allarga il cuore a tutte le sofferenze del mondo. A partire da quelle del vicino di casa o del parente. Questo non fa altro che ricordarci che, mannaggia, la vita è un dono, ma il nastro del pacco può essere davvero di tanti colori e forme.
Dunque, amico ed eroe, che si fa? O ci chiudiamo in casa e ci rimbambiamo con le serie tv, oppure ci diamo una sveglia, accettiamo di confrontarci con il dolore e la sofferenza. Male non farà.
Sei tutti noi, come sempre.

Quali sono gli elementi fondamentali della vita? Salute, denaro, affetto, popolarità…

Hai mai provato a metterli in ordine di importanza? Di quali riusciresti a fare a meno?


Come possiamo rendere presenti e fare sentire vive” e importanti persone che hanno difficoltà a muoversi o parlare? 

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