Amici, compagni, ragazzi! Uniamoci!

dchat di Elena Giordano Destinatari Tutti gli studenti  lavoratori Mittente Maya, studentessa al primo anno di università...

dchat
di Elena Giordano

Destinatari
Tutti gli studenti
 lavoratori

Mittente
Maya, studentessa
al primo anno di università

Amici, compagni,
ragazzi! Uniamoci!
No, non sono impazzita, né sono fuori di testa per avere dormito solo quatto ore, questa notte. Voglio raccontare a tutti la mia felicità per una vita vissuta non intensamente, di più! Non alla grande, di più!
Volete sapere qual è la mia giornata tipo in questo mese di luglio? Semplice: sveglia all’alba, ore 8,30 inizio a studiare: mi attendono da qui alla fine del mese tre esami, belli tosti. Ore 12 pranzo leggero, ore 13,30 scappo da Ivan, il mio ragazzo, che esce dal lavoro. Due passi insieme, quattro baci e poi ritorno di nuovo a casa, per la seconda full immersion della giornata. Ore 18, cervello fuso, stop alle attività, un’ora di corsa, o palestra, o bici, o qualunque sport mi aiuti a staccare il cervello e ricaricare le pile.
Due volte a settimana passo dalla nonna, e una volta a settimana anche in oratorio per l’incontro con gli amici. Tre sere a settimana, nei weekend, servo ai tavoli in una birreria: certo, non sarà il lavoro della vita, ma è ciò che mi consente di avere una leggera autonomia economica, e di non gravare troppo sui miei.
Sapete cosa vi dico? Queste ore di lavoro sono le più intense della settimana. Le più gratificanti.
Per questo invito a provare: non limitatevi a studiare, anche se questo rimane il vostro impegno primario. Trovate cose da fare, “collaterali”. Volontariato, impegno civile, lavoretti: è appagante, fa sentire adulti, indipendenti.
La mia autostima è cresciuta un sacco: io non sono solo “io”, sono una persona che studia e lavora, tiè!
È vero, la sera sono morta, ma tanto soddisfatta che persino la stanchezza non è poi così difficile da gestire.
All’inizio i miei non erano molto d’accordo, “Tu pensa a studiare”, ripetevano. Ma siccome anche il mio fratellone era riuscito a lavorare – da un meccanico! – a suo tempo, ho fatto leva su questo e sono riuscita a spuntarla.
Tutti dicono che il futuro sarà, per noi giovani, complicato, difficile. Io rispondo: “Bene, allora attrezziamoci”, uniamo attività mentale e attività fisica, studio e lavoro.
Io voglio essere preparata, arrivare con le armi ben affilate quando si tratterà di competere con i miei coetanei. Date retta a me… non fatevi il vitalizio, come suggerisce Crozzi-Razzi, ma rimboccatevi le maniche!


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- preferirei non consumare
  tutta l’energia e lasciarne un
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 Lo studio e il lavoro possono essere integrati e modulari. Indagate tra amici e parenti adulti: chi di loro ha sperimentato questa “doppia via”? 

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