Viaggi biodiversi

di Carlo Mantovani Intervista a Marco Galaverni Viaggi biodiversi C’è un nuovo modo di pensare il turismo e la vacanza che coniug...

di Carlo Mantovani

Intervista a Marco Galaverni
Viaggi biodiversi
C’è un nuovo modo di pensare il turismo e la vacanza
che coniuga relax e responsabilità, rispetto dell’ambiente
e conoscenza approfondita dei luoghi, conservazione
delle specie e fascino naturale. Anche in Italia.

Chi di noi non ha mai letto, o sentito, la fatidica espressione “il turismo è il nostro petrolio”? In effetti, vedendo gli effetti dell’industria  turistica sul nostro territorio, sempre più cementificato e inquinato, il paragone appare del tutto giustificato. Ma siamo sicuri che il turismo sia solo quello delle code in autostrada, degli alberghi in riva al mare, del consumismo massificato, delle notti in discoteca e dei viaggi esotici? Oggi, anche in Italia, si sta finalmente affermando un approccio completamente diverso alla vacanza: meno invasivo, rispettoso del paesaggio e della cultura locale. Ne abbiamo parlato con Marco Galaverni, ricercatore bolognese e presidente del WWF Emilia Romagna:
Quando si pensa al WWF, si pensa al Panda e alle altre specie protette o da proteggere. Allora spiegaci: come mai avete un portale dedicato al turismo (wwfnature.it) ?
Il primo passo per proteggere le specie e gli habitat è conoscerli ed appassionarsi ad essi. Il turismo naturalistico può avere un ruolo fondamentale per avvicinare ragazzi e adulti alla natura, consentendo di toccare con mano gli ambienti più affascinanti ma delicati e di creare un valore economico per la conservazione di specie a rischio: come nel caso, ad esempio, della tigre, del gorilla di montagna o del rinoceronte nero.
Perché, quando si parla dell’industria del turismo, si dice che è un’arma a doppio taglio, per lo sviluppo del Paese?
Come in tutte le cose, spesso è il “come” a fare la differenza. Un turismo di massa, con la conseguente domanda di risorse alimentari ed energetiche, rifiuti da smaltire, emissioni inquinanti, può chiaramente causare più danni che benefici in zone particolarmente sensibili: come le coste, dove nidificano le tartarughe marine, o le delicate praterie d’alta quota, sempre più spesso trasformate in piste da sci. È chiaro quindi che il nostro Paese, con le sue impareggiabili bellezze naturalistiche ed artistiche, debba senz’altro incentivare un turismo sostenibile e di qualità. Quali sono i vantaggi del turismo sostenibile, rispetto al turismo tradizionale?
Il turismo sostenibile vero e proprio comporta, prima di tutto, una conoscenza approfondita dei luoghi che si intendono visitare: e questo si traduce, inevitabilmente, in un maggior rispetto per gli usi e costumi delle popolazioni locali: si pensi, ad esempio, a quelli dei Masai, allevatori delle pianure della Tanzania, completamente differenti da quelli delle etnie limitrofe, come i cacciatori-raccoglitori Adhsa. Inoltre questa forma di turismo riduce l’impatto sull’ambiente naturale: grazie alla scelta di mezzi di trasporto adeguati e ad alloggi che minimizzano l’uso delle risorse e la produzione di rifiuti. Evitando, poi, l’acquisto di costosi souvenir ricavati da specie animali fortemente minacciate. Tutti questi elementi, se presenti, sono in grado di garantire volano virtuoso per l’economia locale, e non solo nel breve periodo.

Vacanza “responsabile”: sono due termini che alcuni potrebbero considerare contrastanti. Ci confermi che questo tipo di approccio non rende la vacanza meno divertente?
Al contrario: la rende ancora più divertente. Perché la vacanza responsabile ci trasforma da semplici turisti in veri viaggiatori, anche senza dovere andare in luoghi esotici. Ci pone davanti a situazioni nuove e sfide continue: scoprire cibi locali, ridurre gli impatti sull’ambiente, conoscere i luoghi con gli occhi di chi abita il territorio, aiutare la ricerca e la conservazione di specie in pericolo. Insomma: non c’è modo di annoiarsi!
Chi volesse sperimentare il turismo sostenibile, a chi si deve rivolgere?
Il WWF organizza numerose iniziative di turismo naturalistico: si parte da vacanze di uno o più giorni nelle fattorie del panda, in cui è possibile toccare con mano le attività della vita rurale, per arrivare ai campi natura, in cui si collabora con i ricercatori per la tutela di specie in pericolo, come la Caretta caretta (tartaruga comune, ndr), fino ai viaggi naturalistici veri e propri, come l’esplorazione in barca a vela del santuario dei cetacei o nel cuore verde dell’Amazzonia.
Numerosi operatori specializzati organizzano viaggi guidati da biologi esperti di ecoturismo nelle zone più “biodiverse” del pianeta. E per gli appassionati di fotografia c’è la possibilità di effettuare workshop in compagnia di grandi fotografi naturalistici.

Rispetto agli altri Paesi dell’Unione, come si colloca l’Italia quando si parla di turismo responsabile? Siamo sempre il fanalino di coda?
Non c’è dubbio che l’ecoturismo, in senso lato, sia meno sviluppato in Italia che altrove. Si pensi ad esempio al turismo legato al birdwatching, che nei Paesi anglosassoni è un’attività tra le più diffuse, mentre da noi costituisce ancora una piccola nicchia di mercato. Negli ultimi anni, tuttavia, abbiamo registrato un’attenzione crescente per questo tipo di vacanze, perché la gente sente sempre di più il bisogno di recuperare il contatto con la natura: e infatti sia il turismo naturalistico, sia le vacanze in agriturismo sono ormai richiestissime.
Credi che si faccia abbastanza, sotto il profilo educativo, per insegnare il rispetto dell’ambiente?

Nessuno può negare che abbiamo fatto passi da gigante, negli ultimi trent’anni, per quanto riguarda la diffusione della cultura ambientale, anche grazie alle tante battaglie portate avanti da associazioni come il WWF: alcuni temi che in passato sembravano solo per ecologisti, come il riciclo dei rifiuti, il risparmio energetico e le fonti rinnovabili, oggi sono diventati di dominio comune e questo è senz’altro un bene. Ma l’attenzione a questo tipo di problemi non è mai troppa, dato che dobbiamo affrontare sfide sempre nuove, come i cambiamenti climatici o la perdita di biodiversità a scala globale, per vincere le quali l’educazione e l’informazione sono fondamentali. E se possibile, perché no, anche esplorando la natura e divertendosi con una bella vacanza ecoturistica. <

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