Nicodemo, nottambulo, ma non per sballare

di Domenico Sigalini Nicodemo, nottambulo, ma non per sballare (Gv 3, 1-5) La notte è il tempo da vivere gratuitamente ; hai f...

di Domenico Sigalini


Nicodemo, nottambulo,
ma non per sballare (Gv 3, 1-5)

La notte è il tempo da vivere gratuitamente; hai fatto tutto quello che dovevi, hai cercato lavoro e, fortunatamente lo hai trovato o ti prepari a compilare e spedire altri curricoli; vivi sempre fuori sede o per studi o per lavoro; sei passato da casa; sei appena tornato e ti ci vuole una piazza, un bar, un angolo dove c’è gente, dove finalmente ritrovi i tuoi amici e ti sembra di ritrovare te stesso.
Ma non tutto funziona bene. Hai dentro una voglia di sballare e vuoi trovare un buco da cui guardare alla tua vita in maniera diversa. Il tuo sballo è come la parabola sui tetti di una capanna nella giungla. Non ti puoi adattare a quello che vedi, che provi, che ti tocca vivere, il tutto che provi non ti passa con la birra: vuoi sognare. E bevi, spacchi, ti cali.
Non so se fosse proprio questa la situazione di Nicodemo, ma abbastanza vicina, quando in preda a domande più grosse di lui, una notte va da Gesù. Ha aspettato la notte anche lui per sentirsi libero e gratuito, per dare alla sua vita risposte che non trova a nessuna luce del giorno e dei suoi amici. Lo ha sentito e seguito, defilato – la sua posizione di capo dei farisei non gli permette di farsi vedere a mendicare saggezza, forza di vita da questo chiacchierato nazzareno – per ascoltarlo.
Ma gli è nata in cuore una fiducia in lui. Maestro come faccio ad uscire da questa noia mortale che mi distrugge la vita, come faccio ad avere la tua serenità e forza per affrontarla? Come posso bucare questo cielo grigio che mi incombe per avere una boccata di vita vera, di dialogo con Dio, di stare almeno un poco con l’Altissimo?
E Gesù candidamente gli dice: ti occorre rinascere di nuovo. Non ti serve nessuno sballo, nessuna canna, nessun oroscopo, mago o fattucchiere… hai bisogno di rinascere, di tornare al principio della vita, di darti un’anima e accoglierla come dono dello Spirito. La mia vita, le mie parole ti permettono di incontrarti con Dio, di affidarti a Lui. Non sono venuto a giudicarti, nemmeno a darti dei placebo, sono venuto a darti pienezza di vita, salvezza. Hai ragione a provare questa noia, questi sentimenti di frustrazione. Li provi e vivi perché non c’hai un’anima; ti adatti alla “carne” che senza una prospettiva più alta è solo caducità, droga e inganno.

Nicodemo resterà ancora nel suo giro di farisei, nel Sinedrio, nel circolo più potente del suo tempo. Tenterà forse di stare dalla parte di Gesù, ma non riuscirà a impedire la sua condanna a morte che nel Sinedrio si consumerà. Avrà però un guizzo alla fine dopo la morte di Gesù, quando il suo amico del gruppo di opposizione al Sinedrio, Giuseppe di Arimatea, riuscirà a strappare il corpo martoriato di Gesù, morto in croce ai colleghi del Sinedrio, dando sepoltura degna a Gesù, condannato come un delinquente e destinato a una fossa comune. Sarà Nicodemo che fornirà cento libbre di mirra e aloe per ungere il corpo di Gesù e permetterà a noi di contemplarne il corpo martoriato nella Sindone. Un poco troppo tardi è rinato dall’acqua e dallo Spirito, ma Gesù aspetta sempre e ha fiducia che noi lo seguiamo; per Lui non è mai troppo tardi.

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