Siamo quello che mangiamo

Occhio al cibo Siamo quello che mangiamo Le cattive abitudini alimentari possono causaregravi problemi di salute. Ma ci son...


Occhio al cibo



Siamo quello

che mangiamo

Le cattive abitudini alimentari possono causaregravi problemi di salute. Ma ci sono i rimedi. A cominciare dalla “dieta mediterranea”.

   

Al ristorante: «Gradisce ancora una pillola?». «No grazie. Sono sazio». Non ti sembra surreale questa conversazione tra cameriere e cliente? Eppure un fondo di verità c’è.

Infatti alcuni ricercatori del Salk Institute, in California, stanno sperimentato una pastiglia “illusionista”, capace cioè di farci credere sazi, come alla fine di una mangiata pantagruelica. Invece, l’unica pietanza è la pastiglia. Incredibile, vero?

Ma c’è di più, perché la compressa invia ai recettori specializzati del cervello lo stesso tipo di segnale che normalmente manda il cibo ingerito, trasmettendo chiaro il messaggio: «Stomaco: tutto esaurito!». Risultato: passa la fame, l’organismo si attiva per liberare le riserve di lipidi e forse si dimagrisce pure un po’. Insomma, in futuro potrebbe non essere così astruso vedere la nuova specialità nel menù à la carte di qualche trattoria.

Scherzi a parte, in realtà il prodotto non è ancora rifinito – anzi è in fase di studio – ma la dice lunga su una contraddizione dei nostri tempi: da una parte il desiderio di essere tonici, dall’altra una grande golosità di patatine, popcorn, salse e dolci di ogni tipo.

In realtà nutrirsi è affare complesso e non si può ridurre a una pillola. Soprattutto in una persona giovane, che vive un profondo momento di trasformazione nel metabolismo e di crescita. E che ha bisogno di diete più che mai equilibrate. Ma soprattutto di cibo sano, nella giusta quantità e ben distribuito nell’arco della giornata. Solo così è possibile preparare il fisico a quella rivoluzione copernicana che è l’età adulta.



Meglio troppo o troppo poco?

Tuttavia è innegabile: tra i problemi che coinvolgono maggiormente gli adolescenti di tutto il mondo ci sono proprio i disturbi dell’alimentazione.

Quello più evidente è l’obesità, con effetti imprevisti. Finora era considerata una delle malattie tipiche delle società industriali e dei ceti più ricchi: Stati Uniti (con circa il 40% della popolazione) e Canada in testa, seguiti a ruota dall’Europa. Non è più così. Intanto, perché è cambiato il contesto: non si tratta di quantità ma di qualità dei pasti. Una questione di stile di vita, insomma.

La prova del nove è l’aumento nel Nuovo Continente degli immigrati – soprattutto mesoamericani – in sovrappeso: i fast food, croce e delizia delle metropoli, sono più economici dei ristoranti, le bibite costano meno dell’acqua e sono un mito di benessere. Le conseguenze, però, si fanno sentire. Anche per le casse del Governo, che spende milioni di dollari per curare le patologie legate al grasso in eccesso.

Inoltre, oggi i più colpiti dal fenomeno sono i Paesi Emergenti, l’Oceania, il Medio Oriente. Una vera e propria epidemia, talmente diffusa che l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha già ribattezzata “Globesity” (Global obesity). Per di più, si abbassa l’età in cui il sovrappeso diventa un problema: 8-10 anni, o meno ancora.

Le ragioni più comuni sono note da tempo: un’alimentazione scorretta, basata sui cibi ricchi di grassi “cattivi” e zuccheri che non servono, oltre a conservanti vari. Tutti concentrati nel junk food (cibo spazzatura) che molti ragazzi sono abituati a consumare con voracità, magari al cinema o a casa davanti al proprio computer.

A proposito di casa e di device, la sedentarietà è un altro fattore che rema contro un buon fisico: favorisce infatti una pigrizia incallita, che porta il corpo a liberare con sempre maggior lentezza i grassi accumulati come riserve energetiche.

Per i tanti che mangiano troppo c’è anche chi mangia troppo poco. L’anoressia è purtroppo una tentazione soprattutto per le ragazze che in questo modo sperano di non ingrassare, sbagliando: il corpo per funzionare ha bisogno della “benzina” fornita da proteine, carboidrati, vitamine. Ancor di più se si vuole crescere felici e in perfetta forma fisica. Lasciarlo a secco vuol dire indebolirlo e fiaccare alla lunga tutto il proprio essere.



Dulcis in fundo

La buona notizia è che in entrambi i casi c’è una via d’uscita: basta iniziare a praticare sport con una certa assiduità, o almeno impegnarsi con costanza in una camminata di mezz’ora al giorno. E naturalmente mangiare badando alla qualità. I più dubbiosi possono sempre chiedere consiglio a un medico, evitando prestigiatori e rimedi fai-da-te. Vale anche nel caso delle novità full-vegetariana o vegana: ottime per un adulto, da discutere con un esperto se si è adolescenti.

Per tutti gli altri, almeno in Italia, c’è ancora una certezza. Si chiama “dieta mediterranea”, ce la invidia tutto il mondo, è varia e soddisfa anche i palati più esigenti. Dolci compresi.

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