Favij: nel web mi scateno

di Francesca Binfarè Lo youtuber più seguito d’Italia Nel web mi scateno Si chiama Lorenzo Ostuni, ma per tutti è Favij. Timi...


di Francesca Binfarè




Lo youtuber più seguito d’Italia

Nel web mi scateno

Si chiama Lorenzo Ostuni, ma per tutti è Favij. Timido e riservato, su YouTube si trasforma. Ora la Panini lo immortala in un album di figurine. A ottobre, poi, lo vedremo al cinema.



c L’indagine Doxa Kids 2014 ha evidenziato come la metà dei ragazzi tra i 10 e i 13 anni seguano uno youtuber: si iscrivono al suo canale, guardano i suoi video, commentano, linkano contenuti e li condividono. Seguendo quest’onda, la Panini, storica editrice di album di figurine, ha scelto di dedicare una raccolta a uno dei rappresentanti più in vista degli youtuber italiani: si chiama Lorenzo Ostuni, conosciuto sul web come Favij, ed è un fenomeno nel fenomeno di YouTube con il suo canale FavijTV: ha 1 milione e 674mila persone iscritte al suo canale.

Panini da sempre ha lanciato raccolte storiche, come quelle dei calciatori e sui grandi miti nati dalla tv (qualche decennio fa, Sandokan): tutte figurine che raccontano le passioni dei ragazzi. Quindi, perché non raccontare anche di Favij, amatissimo dai più giovani (giovane lui stesso, con i suoi 19 anni)? Lui, che è riuscito a unire virtuale – la sua fama è nata sul web – e reale: cosa c’è di più concreto e tangibile di una figurina adesiva, da tenere in mano e scambiarsi con gli amici? Il mondo di internet non è separato da quello di tutti i giorni.



Iniziamo da una domanda inevitabile: hai mai collezionato figurine?

Sì, da piccolo. Non seguo particolarmente il calcio, ma ho comprato diversi album. È stato imbarazzante andare nella mia solita edicola e chiedere il mio album di figurine…

Com’è iniziata la tua strabiliante avventura su internet?

Avevo aperto un canale su YouTube con due miei amici. Arrivata l’estate loro sono andati in vacanza insieme per un paio di settimane, lasciandomi solo a gestire il canale. Per divertirmi ho pensato di creare una rubrica di video basata sui giochi horror. Quando i miei amici sono tornati, si sono accorti che chi seguiva il canale voleva vedere solo questi miei video. Allora mi sono “messo in proprio”, aprendo un mio canale che ha raggiunto 45mila iscritti in quattro mesi. Mi sembrava un grandissimo risultato, ero molto contento anche perché io, a fare quei video, mi divertivo. E mi diverto ancora, chiaramente.

Come hai reagito alla proposta di essere protagonista di un album di figurine?

Beh, con incredulità e tanta emozione: non posso dire di sentirmi a disagio nel vedermi trasformato in figurina, ma è una sensazione strana soprattutto per un ragazzo timido come me. È scontato dirlo ma è la pura verità. Poi, in realtà, alla Panini sono andati oltre accogliendo una mia idea che era anche un po’ una provocazione: ho chiesto di inserire nei pacchetti di figurine dei rarissimi Golden Ticket, che funzionano come le card di Willy Wonka (un film sul re del cioccolato di cui i ragazzi cercavano, appunto, i biglietti dorati, nda). Chi ne trova uno può incontrarmi e trascorrere del tempo con me.



Cosa troviamo nella raccolta Panini?

Dietro all’album c’è una grande squadra che ha dato vita a un prodotto fantastico. È una specie di diario dei miei ricordi, anche di quelli che sono al di fuori di YouTube. Alcune foto da piccolo mi fanno anche vergognare.



Parliamo di te: hai detto che sei timido...

Sì, lo sono sempre stato. Anche a scuola, ho sempre selezionato molto le amicizie. Questione di carattere. Anche adesso, io non mi sento al centro dell’attenzione: è chiaro che sono felice, ma io faccio i miei video solo per divertirmi e divertire chi li guarda. Voglio rimanere sempre me stesso.



Qual è stata finora la soddisfazione maggiore che hai avuto?

Sicuramente è vedere l’orgoglio dei miei genitori quando mi guardano. Da grande, poi, prenderò in mano il mio album di figurine per rivedere quello che ho fatto.



Incontrandoti di persona ci si trova davanti un ragazzo sicuramente timido, molto diverso da quello che grida, fa battute e usa un linguaggio colorito nei suoi video. Lorenzo, fino a che punto ti riconosci in Favij?

È vero che siamo diversi ma Favij c’era anche prima di YouTube, solo non condividevo questo mio aspetto con il pubblico. Ho sempre giocato con i videogame insieme ai miei amici (ho detto di selezionarli con attenzione, ma non sono mai stato completamente solo!), e quando lo faccio mi scateno. Favij in questo è diverso da me: Lorenzo è timido e non riesco a nasconderlo, sono introverso da sempre. Non è difficile per me interpretare il personaggio Favij perché è la mia valvola di sfogo.



Favij non rischia di prendere troppo spazio e “nascondere” Lorenzo?

Non è mai successo, finora coesistono senza problemi.



Parliamo del tuo linguaggio: parolacce, frasi colorite. Quanto fanno parte del tuo modo di esprimerti?

Come ho detto, Favij è un personaggio: è anche volgare, e le parolacce fanno parte di lui. Lo so, non è il massimo data l’età dei ragazzi che mi seguono, e infatti sto cercando di limitarne l’uso rispetto agli inizi. Però, ripeto ancora una volta: Favij è un personaggio. Sta ai genitori decidere cosa i loro figli possono o non possono seguire su internet. E comunque, il modo di esprimersi di Favij è niente rispetto a quello che si può trovare sul web. In ogni caso oggi sto più attento alle parole che uso, taglio le parolacce in post produzione… anche se toglierle tutte è impossibile.



Senti mai la responsabilità di comunicare con tanti ragazzi che ti ascoltano e ti seguono assiduamente?

Questo è un problema che mi sono posto più volte. Cerco di far passare dei concetti positivi basilari: in un gioco ad esempio il protagonista fumava e andava in bestia. Io allora ho raccomandato di non fumare. Cerco di mandare questo tipo di messaggi ma non impongo mai idee, non parlo di politica e religione, non influenzo né condiziono il pensiero degli altri. Purtroppo sul web chi trasmette cose negative c’è. Però nel ruolo di idolo non mi ci ritrovo, dare l’esempio è una responsabilità.



La tecnologia galoppa: hai mai pensato al futuro di YouTube?

Dire se YouTube finirà non è il mio lavoro. Credo sarà la nuova tv, facile immaginarlo visto che già ora i ragazzi lo seguono più della televisione stessa. Però tutto cambia velocemente in questo mondo. Cosa farò io in futuro non lo so.



E se YouTube dovesse diventare una piattaforma a pagamento?

Il fatto che chiunque possa vedere quello che gli interessa gratuitamente e quando vuole credo sia il suo punto di forza. Il mio personaggio è nato lì, i video li faccio per hobby (anche se oggi il mio canale è diventato un lavoro): per questo non voglio che si paghi per vedermi.



Adesso sei impegnato sul set di un film...

Il film si intitola Game Therapy, ed è basato sui videogiochi. Dovrebbe essere nelle sale in Italia a ottobre. Al momento posso dire che è uno sforzo titanico registrare i miei video per YouTube e andare sul set del film. Sto scoprendo un mondo completamente nuovo: Favij è un progetto amatoriale, bastano webcam, microfono e computer, comprati con 100 euro. Sul set ho trovato professionalità e budget ovviamente diversi. Questo è un lavoro importantissimo, pieno di responsabilità, orari da rispettare. Sto cercando di essere presente su YouTube recuperando tempo nei buchi liberi che mi lascia il set: corro a casa, registro e pubblico, e per qualche mese sarà così.



Ci dici qualcosa sul tuo ruolo?

Intanto, non sono un attore ma un po’ di recitazione bisogna pur mettercela. Io interpreto un personaggio, che non è Favij e non sono nemmeno io. Si chiama Francesco, è un nerd, sfigato a scuola e re dei videogiochi; mi rispecchia, ma non del tutto. Lui è completamente solo, io ho degli amici; io non sono il re dei videogiochi, mi diverto a fare quello che faccio. Il film è una sorta di sci-fi (science-fiction, nda), Favij non esiste nella trama ma ogni tanto cerco di farlo uscire.

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