Sempre accesa

musica di Claudio Facchetti Un altro centro per l’artista friulana Sempre accesa A tre anni di distanza dall’ultimo cd, torna Eli...

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di Claudio Facchetti

Un altro centro per l’artista friulana
Sempre accesa
A tre anni di distanza dall’ultimo cd, torna Elisa con “On”,
un album estroverso e vitale:
“Avevo voglia di tirare fuori ritmo e grinta”.

  È terra di confine quella dov’è cresciuta Elisa Toffoli, terra brulla e selvaggia. Sulla mappa, Monfalcone, in provincia di Gorizia, è a un tiro di schioppo dalla Slovenia e situata tra il Carso e l’Adriatico. Soffiano dunque tanti venti diversi da quelle parti ed è probabile che tutto questo abbia influito sulla formazione umana e artistica della cantante.
Di certo, sui suoi gusti musicali, coltivati fin da ragazzina in maniera democraticamente differenti tra loro, visto che s’impegnava in vari gruppettini amatoriali, ognuno con una propria peculiarità sonora: rock, blues, punk, brit pop, reggae.
Lei ci metteva sempre voce e grinta, mentre incominciava a scrivere le sue prime canzoni al pianoforte. «Suonavo già la chitarra – dice – ma mi sono accorta che se volevo esprimermi in maniera completa dovevo migliorare il mio bagaglio di musicista. Ma, francamente, l’ho fatto più per me stessa che per seguire un obiettivo preciso. Non pensavo che potesse diventare il mio mestiere».
Allora, Elisa dava una mano alla mamma nel negozio di parrucchiera, anche se le sette note erano sempre al centro della sua attenzione. Così, a sedici anni, prende il coraggio a quattro mani e invia un provino alla Sugar, piccola e valida casa discografica diretta da Caterina Caselli, un mito della canzone italiana.
È una specie di colpo di fulmine. La Caselli la convoca a Milano e, prima di farle incidere il disco, la spedisce negli Stati Uniti, esattamente a Berkeley, in California. Ad attenderla, nel suo studio personale, c’è Corrado Rustici, affermato produttore di Zucchero, Baglioni, Whitney Houston, tra tanti. «Con lui ho lavorato splendidamente – ricorda − . Mi ha lasciato ampia libertà di esprimermi, correggendomi senza soffocare la mia personalità. Sono molta aperta ai suggerimenti, ma rifiuto l’idea di non riconoscermi più in ciò che faccio».
Il risultato è Pipes & flowers, album d’esordio uscito nel 1997 e cantato tutto in inglese, che si proietta subito in alto nelle classifiche. Per Elisa è il primo passo verso una carriera che si rivelerà splendida e mai scontata, sempre giocata sul filo del pop di qualità che si ammanta di volta in volta di elettronica, rock, sonorità acustiche, con brani eseguiti spesso in inglese o in italiano, a seconda dell’ispirazione.
Un percorso trionfale che, fino a oggi, le ha fatto vendere oltre 2 milioni e mezzo di album, collezionare collaborazioni prestigiose (Pavarotti, Morricone, Ligabue, Sangiorgi, Ferro, Tina Turner, Giorgia e tanti altri), vincere premi prestigiosi, tra cui un primo posto al Festival di Sanremo 2001 con l’hit Luce (Tramonti a nord est).

Pura energia
Numeri e riconoscimenti che l’hanno trasformata in una stella del nostro panorama, che ora torna alla ribalta a tre anni di distanza dall’ultimo cd di successo, L’anima vola, con una nuova fatica, On, stavolta con prevalenza di pezzi in inglese (11 su 13) e con parecchie “sorprese” sonore. «È un lavoro – commenta − che può essere sintetizzato con due aggettivi: “vitale ed energetico”. Senza dubbio, è il mio album più estroverso e pop, nato dall’istinto: di solito ragiono di più sui brani, stavolta invece sono andata a briglia sciolta, nei ritmi come nelle melodie».
Un cambiamento che è nel dna di Elisa. «Per ogni progetto discografico – precisa – tendo a cambiare rotta, mi piace e ne ho bisogno per rinnovarmi, sempre, mi dà nuovi stimoli ed energia. In questo caso, avevo voglia di tirare fuori la grinta, di trasmettere la forte carica che sentivo addosso mentre scrivevo». Si spiega così il titolo del cd. «Fotografa bene l’album, irrompente e molto fisico. On è una parola immediata e mi fa sentire accesa e connessa». C’è anche il ritorno all’inglese, dopo il precedente disco tutto in italiano. «In realtà – commenta – non l’ho mai abbandonato. D’altra parte, è la lingua per eccellenza del pop e si adatta meglio alle composizioni».

Amici di note
Nell’album spiccano collaborazioni importanti. C’è l’anglo-italiano Jack Savoretti in Waste your time on me e gli amici Giuliano Sangiorgi ed Emma Marrone, entrambi arruolati per Sorrido già. «Quello di Savoretti è l’unico brano che non ho scritto io. Amo la sua voce e il suo stile. Il provino che mi ha inviato era folk, ma con la band l’ho stravolto nell’arrangiamento, mettendoci una cascata di synth. Quando Jack l’ha ascoltato, è rimasto sorpreso ed entusiasta del risultato».
Con Emma e Giuliano, invece, c’è da tempo una forte amicizia. «Con loro condivido spesso il mio lavoro e Sorrido già lo hanno ascoltato nelle varie fasi del suo sviluppo. Sono entrati nell’atmosfera della canzone con forte coinvolgimento, così mi è venuta l’idea di mettere assieme tutte e tre le nostre voci, cosa inusuale. È scaturito un pezzo passionale, una sorta di spiritual».
Elisa, inoltre, ritrova Emma nel talent Amici, questa volta insieme come coach per la stessa squadra dei “Bianchi”, dopo averla avuta come avversaria l’anno scorso. «È stimolante lavorare con lei – racconta – e mi piace aiutare i concorrenti del programma, dare loro delle possibilità concrete per provare ad emergere nello spettacolo».
La passata esperienza nella trasmissione televisiva sembra abbia avuto anche un ruolo significativo nel costruire il nuovo album. «Non nascondo – confessa – che l’esperienza come coach di Amici nel cercare le canzoni da proporre ai ragazzi della mia squadra mi ha messo a confronto con suoni e stili che si sentono oggi in giro, insomma, con i gusti dei ventenni.
Ho scoperto così artisti che stanno miscelando il pop con i generi più disparati in maniera fresca e originale. Tutti input interessanti per una come me cui piace sperimentare».
L’impegno televisivo ha fatto rimandare l’atteso tour, che prenderà il via in autunno. «Si poteva fare qualcosa in estate – dice − , ma è un album che non si presta all’esecuzione all’aperto, meglio gli spazi chiusi. Ho già iniziato a pensarci: credo che ci saranno meno parti coreografate che in passato. Sarà probabilmente un concerto duro e puro». <


Chi èElisa Toffoli nasce il 19 dicembre 1977 a Trieste e cresce a Monfalcone (GO). Sin da piccola si dedica alla musica, senza tralasciare la danza, la pittura, la recitazione. È comunque con le sette note che riesce ad esprimersi meglio, tanto che inizia a comporre brani a 11 anni, per poi esibirsi in varie band locali.
Nel 1997 debutta con l’album Pipes & Flowers, il primo di una lunga serie di successi che le hanno fatto vendere fino a oggi oltre 2 milioni e mezzo di copie dei suoi dischi. Tra i tanti premi vinti, spicca la vittoria al Festival di Sanremo nel 2001 con Luce (Tramonti a nord est).
È sposata con Andrea Rigonat, chitarrista della sua band, e ha due figli: Emma Cecil e Sebastian.
I suoi album in studio: Pipes & Flowers (1997); Asile’s World (2000); Then Comes the Sun (2001); Lotus (2003); Pearl Days (2004); Heart (2009); Ivy (2010); L’anima vola (2013); On (2016).

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