Emma Marrone - Sotto una luce diversa

MUSICA di Francesca Binfarè Incontro con Emma Marrone Sotto una luce diversa L’artista dà una svolta artistica con il suo u...

MUSICA
di Francesca Binfarè

Incontro con Emma Marrone

Sotto una luce diversa

L’artista dà una svolta artistica con il suo ultimo cd “Essere qui” che coincide anche con una raggiunta serenità: “Ho imparato ad ascoltare me stessa”.



Essere qui è il nuovo album di Emma. Un album che la vede diversa, in cui la sentiamo diversa. Il posto dove si trova, dove è adesso, è luminoso e senza ombre, e la fa sentire serena: Emma ha cercato e trovato una tranquillità che racconta con sincerità e senza tradire se stessa, come del resto ha sempre fatto. Nelle canzoni che compongono l’album troviamo una ragazza radiosa, come si è mostrata per suoni e vocalità già nel primo singolo estratto, L’isola.
Per questo progetto Emma è di nuovo responsabile della produzione artistica ma è meno presente come autrice rispetto al precedente disco, Adesso. L’eccezione è Sorrido lo stesso, scritta con Alessandra Flora e Giovanni Caccamo. Ma comunque ogni brano la racconta per com’era, com’è e come sarà. Tutto il resto ce l’ha raccontato lei in questa intervista.

Come descriveresti questo disco?
Musicalmente non mi sono mai voluta rinchiudere in un genere, e in queste canzoni ne tocchiamo tanti. Spero poi di far riflettere, perché quando succede vuol dire che qualcosa è arrivato a chi ascolta. Uso un linguaggio nuovo, dietro a questi brani c’è una ricerca minuziosa, è cambiato l’approccio con cui mi avvicino alle parole. E poi c’è una cosa che mi ha fatto notare mia madre: «Canti in maniera diversa». Ha ragione, è una cosa venuta naturalmente.


In L'isola in effetti usi la voce in maniera differente…
Quello è stato il primo brano che ho ascoltato due anni e mezzo fa, ed è stato come se un fascio di luce mi avesse spaccata in due. L’isola ha indicato la strada lungo cui lavorare con tutti gli altri pezzi. Non ho voluto tradire questa emozione e la spinta che mi ha dato la canzone, anche se per alcuni è stata una scelta azzardata lanciarla come primo singolo. Le classifiche sono fondamentali ma non devono condizionare le scelte. La musica viene prima di tutto, ed è una visione romantica, lo so. Siccome sono pazza e non sono una discografica, non ragiono per singoli.

Perché l’hai fortemente voluta come primo singolo?
Ho voluto ringraziare questa canzone per avermi portata a fare questo tipo di album. L’isola non rappresenta tutto il disco ma un antipasto che volevo dare. Come dico sempre, mai giudicare un libro solo dalla copertina.

Come mai hai scelto di scrivere meno canzoni per questo disco?
Di canzoni ne ho scritte tante ma non essendo egoriferita ho scelto brani di altri autori che ho reputato più giusti per questo momento. Nel prossimo disco spero di mettere le mie composizioni.

Come scegli i brani da interpretare?
Ho una tecnica. Quando mi arrivano canzoni nuove chiedo alla mia manager di non dirmi il nome dell’autore, perché sono miei amici, e le voglio ascoltare con attenzione a prescindere da chi le abbia scritte. Molto brani sono stati composti per me in maniera mirata. Ne ho ascoltati tantissimi e in alcuni casi ho cambiato idea in corsa. Li ho scelti in base al senso generale che volevo dare al disco, pensando anche ai concerti. Perché tengo molto in considerazione anche i live e a come le canzoni verranno sul palco.

Ecco, a proposito di tour, in partenza il 16 maggio…
Il disco nuovo lo suoniamo tutto, come ho fatto con tutti i precedenti lavori. Poi però c’è spazio per le canzoni passate, ho cercato di costruire un racconto equilibrato nella scaletta.

A distanza di qualche mese dalla fine dei lavori, come vedi questo disco?
Sono molto orgogliosa di me e delle persone che ho scelto per realizzare le canzoni. Questo è un album onesto, in cui mi riconosco in ogni singolo aspetto. È il frutto di due anni di lavoro, ed è stato un viaggio bellissimo. Il disco è cambiato nel corso di tutto questo tempo, ed è capitato che alcuni pezzi cambiassero a lavori quasi chiusi perché c’erano alcune cose che volevo ricantare.
Le ho ricantate perché sono una rompiscatole, non perché fossero venute male. Le riascoltavo e sentivo sfumature di emotività che volevo diverse. Do tanto in studio ma a volte in maniera sbagliata: alcuni brani avevano bisogno di una sensibilità diversa. Spero di aver messo in queste canzoni la parte migliore di me, anche le parti che ho perdonato e accettato. Si apre un nuovo capitolo della mia vita.

Hai perdonato delle parti di te? Quali?
Quelle insicure. Perché io sono insicura, anche se è un aspetto di me che ho nascosto e quindi si è notato meno.

Come sei riuscita a perdonare le tue insicurezze?
Ho chiesto aiuto a me stessa. Ho provato l’esigenza di fare chiarezza su alcuni nodi che mi portavo dentro da tempo. Mi sono ascoltata, invece di solito per insicurezza ero portata ad ascoltare più gli altri.

Dopo questo percorso sarai indubbiamente più serena…
Oggi sono più luminosa, sono in equilibrio. Gestisco le emozioni in maniera più matura.

Questa tua rinascita significa anche rivincita?
No. Questo è il disco di una persona che da tantissimi anni cerca di dare qualcosa in più rispetto a quello che ha fatto prima. Non l’ho realizzato con spirito di rivincita, ma con attitudine da musicista.

Hai una carriera brillante. Come vivi questo che hai definito “nuovo capitolo”?
Io continuo a fare gavetta, non mi sento arrivata. Spero di non toccare mai un punto di arrivo perché allora significherebbe che non avrei più niente da dire. Questo è un disco quasi necessario, per mostrare qualcosa e non per dimostrare.

Quali messaggi vuoi lasciare ai fan che ti guardano come un punto di riferimento?
Essere ritenuta un esempio è al tempo stesso un complimento e una responsabilità. Io mi comporto come mi ha insegnato mia madre, con educazione, onestà, sincerità e rispetto per le persone. Sono stata educata con questi valori, e non li dimentico.

Hai dei progetti paralleli alla musica?
Ho fatto esperienze televisive, è vero, ma le ho fatte a modo mio. Non mi voglio precludere niente nella vita, voglio fare tutto quello che desidero e che sento di poter fare.


Alcune tappe

Emmanuela Marrone è nata a Firenze il 25 maggio 1984, anche se la sua famiglia è di origine pugliese.
A 9 anni ha iniziato a esibirsi con la band del padre.
Si è fatta conoscere vincendo nel 2010 il talent Amici.Nel 2012 ha vinto il Festival di Sanremo col brano Non è l’inferno scritto da Kekko Silvestre dei Modà.La sua ultima collaborazione internazionale è stata con Alvaro Soler per il brano Libre, contenuto nell’album dell’artista spagnolo.

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