Solo nella Galassia

CINEMA di Claudio Facchetti Anteprima spaziale Solo nella galassia La saga di Star Wars si arricchisce di un altro capitolo...


CINEMA

di Claudio Facchetti

Anteprima spaziale
Solo nella galassia

La saga di Star Wars si arricchisce di un altro capitolo: il secondo spin-off della serie. Stavolta è dedicato alla giovinezza di Han Solo, la più simpatica canaglia dell’universo.

Nemmeno gli incidenti di percorso sembrano fermare la oliata macchina da guerra della molteplice saga legata all’universo di Star Wars. Problemi che ad altri darebbero parecchi grattacapi, dalle parti della Lucasfilm/Disney, casa di produzione detentrice del marchio stellare, si risolvono con uno schiocco di dita.
Stiamo parlando del cambio di registi avvenuto in corsa durante la lavorazione di Solo: A Star Wars Story, il secondo spin-off del franchise che arriva dopo Rogue One: A Star Wars Story, uscito due anni fa.
Difatti, quando le riprese del film erano quasi ormai arrivate alla fine, c’è stato il colpo di scena: i registi Phil Lord e Christopher Miller sono stati sostituiti a sorpresa da Ron Howard. Cosa sia davvero accaduto non è stato chiarito del tutto, ma origliando alle porte di Hollywood pare siano esplose delle divergenze con la potente produttrice Kathleen Kennedy, non contenta delle riprese effettuate dai due film maker.
Non solo, anche l’altrettanto potente sceneggiatore Lawrence Kasdan non ha gradito la troppa libertà recitativa data dai due registi agli attori in barba alla rigorosa sceneggiatura, tanto che Kasdan ha ottenuto il permesso di stabilirsi sul set di Londra per seguire le riprese. Per Lord e Miller è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e così hanno salutato la troupe.
«Pensavamo di aver scelto le persone giuste – ha dichiarato la Kennedy – ma ci siamo sbagliati. Quando ho preso l’incarico di mantenere Star Wars in vita, sono sempre stata convinta che i registi adatti per dirigere i film della serie, oltre alle doti creative, dovessero avere anche capacità di leadership. Non è semplice entrare nei meccanismi di questi blockbuster, con centinaia di persone da gestire e, al tempo stesso, mantenere le relazioni con lo studio di produzione. Solo quando ci sei dentro, capisci se a chi hai dato il lavoro è in grado di farlo bene».
Messi in soffitta Lord e Miller è stato chiamato in fretta e furia a sostituirli un pezzo da novanta, Ron Howard, che ha firmato tanti film di successo, tra i quali gli ultimi Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick (2015) e Inferno (2016). «Non pensavo di dirigere alcun lungometraggio quest’anno – ammette il regista – e quando mi è stato proposto di entrare in questo progetto ero un po’ riluttante. Poi ho pensato che avrei potuto essere di aiuto e che poteva diventare un’esperienza unica per me. È stata una specie di sfida, e a me piacciono le sfide».
Howard ha rigirato varie sequenze senza però stravolgere quanto fatto da Lord e Miller. «Chris e Phil hanno talento – osserva – e dunque c’era del buon materiale su cui lavorare. Ovviamente sono intervenuto con le mie idee, seguendo il mio istinto, per dare un’impronta vicina al mio modo di fare cinema».




L’origine di un mito
Come accennato, Solo: A Star Wars Story s’incastona, nella ricca collana di Star Wars, nel filone degli spin-off, varato per arricchire la serie principale, il cui ultimo film è stato Star Wars: Gli ultimi Jedi, uscito lo scorso Natale. Tuttavia, come più volte sottolineato, al di là dei richiami dei personaggi e delle ambientazioni, se ne allontana volutamente. «Gli spin-off – precisa il produttore e ideatore della saga George Lucas – vivono di luce propria in questo vasto universo che ho creato. È una strada diversa, che ho tracciato con chiarezza».
Nel caso di Solo: A Star Wars Story, come s’intuisce dal titolo, l’attenzione è concentrata su Han Solo, personaggio iconico interpretato da Harrison Ford, apparso nella prima trilogia della saga (quella che va dal 1977 al 1983), con un ritorno nel film Star Wars: Il risveglio della forza (2015) nella trilogia sequel.
Qui si va a scandagliare sulla giovinezza di Han Solo, per la precisione dai suoi 18 ai 24 anni, e si scoprirà com’è diventato un abile contrabbandiere oltre che la canaglia più simpatica della galassia. Dunque, vedremo il primo incontro con quello che sarà il suo inseparabile compare, il guerriero wookiee Chewbacca, come s’impossessa della leggendaria astronave Millennium Falcon con cui solca lo spazio, in quale modo stringe amicizia con l’abile giocatore d’azzardo Lando Calrissian, tutti personaggi ben conosciuti ai fan di Star Wars. Tutti episodi, va da sé, conditi da rocambolesche scene d’azione, inseguimenti spaziali, duelli e battute di spirito.

Scelto tra 3000 attori
Nell’impegnativo ruolo del giovane Han Solo c’è il bravo Alden Ehrenreich, notato da Steven Spielberg quando aveva 14 anni e già visto in film firmati da calibri come Francis Ford Coppola, Woody Allen e Joel ed Ethan Coen. Nonostante l’ottimo pedigree, Alden ha dovuto battere la concorrenza di ben 3000 attori prima di avere la parte. «È un personaggio più complesso di quel che può sembrare – commenta – e sarà molto diverso da come lo abbiamo conosciuto nella trilogia originale. Ha ricevuto una dura educazione e insegue un sogno che, scoprirà a sue spese, non è facile da realizzare: essere liberi e indipendenti».
Per modellare il “suo” Han Solo, Alden ha incontrato anche l’“originale” Han Solo, ovvero Harrison Ford. «Ho pranzato con lui – racconta – ed è stata un’emozione unica. Mi ha rivelato come lui e Lucas avessero lavorato sullo sviluppo del personaggio, quali stati d’animo volevano mettere in evidenza e mi ha dato un’idea d’insieme davvero preziosa».
Anche il regista Howard si è consultato con Ford. «È un artista di grande spessore e mi ha spiegato alcune caratteristiche di Han Solo che ho trovato interessanti per dare un profilo preciso al personaggio. Per esempio, il fatto di essere orfano quanto abbia influenzato il suo rapporto con gli altri, o che offra l’impressione di avere tutto sotto controllo, ma spesso è costretto a improvvisare per cavarsela… Sono aspetti che Harrison ha reso in maniera fantastica nei film e su questi sia io che Alden abbiamo lavorato molto».
Insomma, le premesse per un blockbuster con i fiocchi sembrano esserci tutte, nonostante le difficoltà incontrate durante le riprese. «Non penso che tutto questo sia stato un ostacolo per la buona riuscita del film – commenta Howard – . Chiunque abbia lavorato in questo progetto ha dato il massimo. Credo che gli spettatori vivranno una nuova emozione entrando un’altra volta nel mondo di Star Wars».

Un produttore d’oroNato a Modesto (California) il 14 maggio 1944, George Lucas è senza dubbio uno degli uomini più potenti di Hollywood, con un patrimonio stimato intorno ai 4 miliardi e mezzo di dollari.Soldi fatti soprattutto con la sua attività di produttore e sceneggiatore piuttosto che di regista. In quest’ultimo ruolo, difatti, ha diretto pochi film, sei in tutto, preferendo piuttosto rimanere dietro le quinte. Impossibile elencare i progetti in cui ha messo lo zampino: qui citiamo le saghe di Star Wars e Indiana Jones.Nel 1971 ha fondato la Lucasfilm specializzata nella produzione di film, programmi tv, videogiochi, animazione al computer, effetti speciali. È stata poi venduta alla Disney per oltre 4 miliardi di dollari.

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