Star a confronto

CINEMA Claudio Facchetti I remake non finiscono mai Star a confronto Torna per la quarta volta sul grande schermo il classico “È...


CINEMA
Claudio Facchetti

I remake non finiscono mai
Star a confronto
Torna per la quarta volta sul grande schermo il classico “È nata una stella”. A riproporlo, con qualche rischio, due star: Bradley Cooper e Lady Gaga. Riusciranno a far dimenticare i capolavori passati?

A Hollywood, alcune storie sembrano funzionare meglio di altre, tanto da riproporle nel tempo, ovviamente rivedute e corrette, sotto forma di remake. Pensiamo a titoli quali I Tre Moschettieri, Anna Karenina, Il Grande Gatsby, che periodicamente tornano alla ribalta rilucidati per essere in sintonia con il momento in cui escono dal punto di vista estetico e culturale.
A questa categoria appartiene di diritto È nata una stella, che torna nelle sale cinematografiche per la quarta volta, e se non è un record, poco ci manca. A togliere la polvere dal racconto è questa volta Bradley Cooper, star consolidata, che si presenta nella doppia veste di attore e, per la prima volta, anche di regista. Al suo fianco, spunta Stefani Germanotta, meglio conosciuta come Lady Gaga, una delle regine del pop globale, qui alla sua vera prova di attrice dopo un paio di brevi comparsate tra cinema e tv.
Un bel rischio per entrambi, visto che le precedenti versioni di È nata una stella occupano il loro posto, per un motivo o per un altro, nella storia della settima arte. La prima versione, quella del 1937, firmata da William Wellman, aveva come protagonisti l’emergente Janet Gaynor e uno dei divi dell’epoca, Fredric March.
La trama è nota: Norman è un attore avviato sul viale del tramonto che affoga le sue delusioni nell’alcol. S’imbatte in una giovane sconosciuta, Esther, di cui intravede il talento. Se ne innamora e l’aiuta nella carriera, fino a che lei diventa una stella di prima grandezza mentre lui scende rapidamente la scala del successo, fino al tragico epilogo.
Passano 17 anni e si vara il primo remake della pellicola. Alla regia c’è un maestro, George Cukor, e il cast è da brividi, con due fuoriclasse come James Mason e Judy Garland, chiaramente nei panni di Norman e Esther. La storia subisce qualche variazione, ma il succo rimane quello originario e il film al botteghino fa sfracelli.
Per ritrovare Norman ed Esther per la terza volta bisogna aspettare il 1976. Hanno i volti conosciuti di Kris Kristofferson e Barbra Streisand, famosi sia come attori che come cantanti. Non è un caso: la vicenda è trasportata di peso nel mondo della musica country che permette, soprattutto alla Streisand, di primeggiare grazie alla sua ugola d’oro. Porterà a casa un Oscar per la miglior canzone, un gioiellino intitolato Evergreen.

“È una storia profonda”
Adesso, 42 anni dopo, tocca a Bradley Cooper e Lady Gaga misurarsi con il passato importante di È nata una stella e, in particolare, con l’ultima “versione”, quella targata Kristofferson-Streisand. Benché, al momento in cui scriviamo, si sappia poco della trama, è fuori dubbio che il plot segue quello del 1976, con qualche aggiustamento per calarlo nell’oggi.
Sono cambiati, per esempio, i nomi dei personaggi: Norman si chiama Jackson Maine, Esther è diventata semplicemente Ally e non è proprio una sprovveduta come nei precedenti film. Per il resto, la vicenda rimane sempre la stessa: lui è un musicista famoso ma sul viale del tramonto che s’innamora di un’attrice e la convince a buttarsi nel mondo della musica country. Per lei si accendono le luci della popolarità, per lui si spengono.
A dire il vero, il progetto iniziale avrebbe dovuto avere altri protagonisti: dietro la macchina da presa doveva esserci Clint Eastwood (passato poi alla produzione) e per il ruolo femminile Beyoncé, altra star mondiale della black music. La sua gravidanza, però, ha bloccato le riprese e così Eastwood ha deciso di passare la regia all’amico Cooper, che aveva recitato per lui in American Sniper. «Era da un po’ di tempo – confessa – che volevo dirigere un film, ma non avrei mai pensato di debuttare con un remake: eppure, per qualche ragione, questa storia mi ha toccato in maniera profonda».

Una sfida difficile
Cooper ha dovuto impegnarsi parecchio anche nel canto: «Ho preso lezioni per tanto tempo: i brani sono eseguiti dal vivo nella pellicola e alcuni li abbiamo girati in vari festival pop. D’altra parte, Stefani l’aveva messo subito in chiaro: “Per rendere al meglio il mio personaggio non posso cantare in playback, dunque anche tu devi fare altrettanto”. La richiesta all’inizio mi aveva un po’ spiazzato, ma si è rivelata giusta per dare autenticità al film».
Chi ha assistito alle riprese dice che le performance dell’inedita coppia sono pura magia e i brani, tutti inediti e composti in buona parte da Lady Gaga, di ottima fattura. «È stato bello lavorare con Bradley – ha dichiarato a Billboard la popstar – , è un genio e un ninja, ma molto umano. Siamo diventati grandi amici».
Per entrambi si tratta comunque di una bella sfida. Cooper ha scelto per il suo esordio alla regia di misurarsi con autentici capolavori del passato, oltre a mettersi in gioco pure come cantante. Stesso discorso per Lady Gaga, alla sua prima vera parte come protagonista assoluta in un ruolo occupato negli altri film da leggende come Janet Gaynor, Judy Garland e Barbra Streisand che, oltre a essere eccellenti cantanti, come d’altronde lo è la Germanotta, erano però anche bravissime attrici. Insomma, c’è il rischio di fare la fine di altre popstar come Christina Aguilera o Madonna, che hanno provato ad avventurarsi nel pianeta del cinema senza mai convincere.
Staremo a vedere se le stelle di Bradley Cooper e di Lady Gaga brilleranno di più nel cielo delle celebrità dopo l’uscita del film oppure se si affievoliranno un poco.

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