Pacific rim - la rivolta
cinema di Claudio Facchetti “Pacific Rim - La rivolta”: anteprima del sequel Che mostri di robot! I primi sono creature a...
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cinema
di Claudio Facchetti
“Pacific Rim - La rivolta”:
anteprima del sequel
Che mostri
di robot!
I
primi sono creature aliene venute a distruggere il pianeta, i secondi sono
macchine comandate da umani costruite per difenderci. E daranno vita a uno
scontro senza esclusioni di colpi.
A
Hollywood sono sempre piaciute le mega produzioni, tanto che tra le
prime nella storia del cinema risulta un cortometraggio muto del 1907, Ben-Hur,
diretto da Sidney Olcott. Da allora, i kolossal non si sono più contati,
tentazione irresistibile per tantissimi registi, che hanno segnato, con…
colossali successi o clamorosi flop, il “cammino” della settima arte.
Va da sé che con lo sviluppo della tecnologia e della grafica
computerizzata, le pellicole si sono infarcite di effetti speciali
sempre più sbalorditivi e spettacolari, diventandone, in taluni casi, quasi
l’elemento portante, l’architrave su cui reggere la costruzione di un’intera
trama.
È il caso di Pacific Rim - La rivolta, sequel del film Pacific
Rim, uscito nel 2013 con la regia di Guillermo Del Toro, fresco vincitore
del Leone d’Oro alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia
per La forma dell’acqua. Un sequel che, a dire la verità, nessuno si
aspettava perché al botteghino la prima pellicola non aveva fatto grandi
sfracelli: negli USA era stata un insuccesso, con soli 100 milioni di dollari
incassati a fronte di un investimento di 190, con un parziale recupero nel
resto del mondo di 410 milioni.
Somma, questa, ottenuta per la maggior parte grazie al pubblico cinese,
accorso nelle sale a vedere il film, e che ha fatto prendere in considerazione
l’idea di dare un seguito a Pacific Rim. All’inizio sembrava dovesse
dirigerlo di nuovo Guillermo Del Toro, ma poi è passato alla produzione e ha
lasciato la macchina da presa a Steven S. DeKnight, praticamente all’esordio
per un lungometraggio ma con un discreto curriculum alle spalle nel mondo
televisivo con serie tv di buon successo come Spartacus e Daredevil.
«Una bella responsabilità – ha commentato – che non mi ha spaventato. Per
fortuna, le serie tv che ho diretto finora appartengono all’incirca allo stesso
genere e dunque sono abituato a lavorare con le scene d’azione e sugli effetti
visivi. Si è trattato semplicemente di salire su un livello superiore».
Il
figliol prodigo
La nuova storia è ambientata alcuni anni dopo le vicende del primo
episodio, che aveva visto sconfitti i mastodontici e devastanti mostri alieni Kaiju,
che avevano attaccato la Terra, dai giganteschi robot “terrestri” Jaeger,
controllati da due o tre piloti le cui menti sono collegate a una rete
neuronale.
Tutto sembra scorrere in tranquillità, ma da una nuova breccia
interdimensionale tornano a farsi vivi i Kaiju, più brutali e agguerriti di
prima, decisi a radere al suolo le città del nostro pianeta. A contrastarli,
trovano però degli Jaeger di nuova generazione, pilotati da un gruppo di
intrepidi soldati. Tra loro, spicca Jake Pentecost, figlio degenere di
Stacker Pentecost, l’eroe che nel precedente film si è sacrificato per salvare
l’umanità.
All’inizio della pellicola, difatti, Jake non sembra aver seguito le orme
del padre militare. È un poco di buono, truffatore e ladro, che vende
addirittura pezzi di ricambio rubati degli Jaeger. Patisce la rivalità della
sorella Mako Mori (già vista in Pacific Rim), diventata un’abile
pilota dei robot. Sarà proprio lei ad aiutare Jake a trovare la strada per la
redenzione e a raccogliere così l’eredità paterna per battersi contro le
mostruose creature aliene. I due, insieme all’altro pilota Nate Lambert e
all’hacker Amara, si preparano così alla battaglia finale per difendere la
Terra.
Una
pellicola divertente
A interpretare Jake Pentecost è John Boyega, salito alla ribalta
per il ruolo di Finn nell’ultima saga di Star Wars, catapultato di nuovo
in un’epica avventura dal sapore fantascientifico. «È un personaggio
interessante – dice – , cresciuto in un periodo molto oscuro. Vive il rapporto
con la sorella Mako in modo contrastante perché non è stato capace di accettare
il fatto che era la preferita dal padre e che lei è riuscita dove lui ha
fallito. Per questo, ha preso una brutta strada».
Inevitabili i riferimenti alla passata pellicola, ma DeKnight assicura
che non sarà necessario averla vista per capirci qualcosa: «Il neofita non
si sentirà smarrito nel seguire la storia: è tutto chiaro. Il fan, invece,
troverà elementi a cui agganciarsi. Per tutti, sarà un film divertente: è
questo lo scopo finale del nostro lavoro».
Pacific Rim - La rivolta non tradisce la sua natura di film spettacolare,
tuttavia nasconde qualche ambizione in più: «Ci sono culture che
s’intrecciano – racconta il regista – e mi piace che tanti Paesi del mondo
si uniscano per affrontare una minaccia comune».
Il cast, per certi versi, rispecchia questo concetto. Oltre a Boyega,
trova confermata l’attrice giapponese Rinko Kikuchi (Mako), a cui si aggiungono
Scott Eastwood (Nate Lambert), la giovane esordiente Cailee Spaeny (Amara) e la
cinese Jing Tian (Liwen Shao), molto popolare in patria, arruolata per
strizzare l’occhio a quel mercato che ha decretato il successo del
precedente film.
Qualcuno ha già paventato l’idea che Pacific Rim potrebbe
espandersi e diventare un franchise sul tipo di Star Trek,
ipotesi non del tutto campata in aria. «È vero – ammette il regista – , ne ho
parlato con la casa di produzione. Non nascondo che mi piacerebbe girare un
altro film con gli Jaeger, ma il mio vero progetto sarebbe quello di
costruire ed esplorare tutto l’universo che ruota intorno a Pacific Rim».
Per riuscirci, deve accadere solo una cosa: sbancare i box office
del globo. Davanti a cifre stratosferiche, un franchise non si nega a
nessuno. <