Editoriale 5 - 2019 Deposizione
Editoriale di Valter Rossi Deposizione È il titolo dell’opera che appare in copertina: «DEPOSIZIONE» di Pier Ottavio Fasani , un...
https://www.dimensioni.org/2019/06/editoriale-di-valter-rossi-deposizione.html
Editoriale
di Valter Rossi
È il titolo dell’opera che appare in copertina: «DEPOSIZIONE» di Pier Ottavio Fasani, un giovane che allora iniziava il suo percorso artistico.
Era anche la prima copertina con cui Dimensioni (allora si chiamava solo così) si presentò al pubblico dei suoi innumerevoli futuri lettori nel lontano aprile 1962. Era un numero programmatico e intenso. Invitava a pensare, a non accontentarsi, a cercare, a criticare. Parlava di giovani, di politica, di chiesa, di Gesù Cristo. Era aperta alle impressioni, ai giudizi, ai suggerimenti.
Mi lascia disorientato guardare muto quella copertina spietata, allo stato di abbozzo e priva di ogni sdolcinatura. La deposizione è il momento forse più drammatico e silenzioso di tutta la vicenda dell’uccisione ingiusta di Gesù, dove sua madre Maria e san Giovanni contemplano increduli lo scempio che la crudeltà umana può lasciare sul corpo inerme e inanimato di un innocente.
Cerco di capire il perché di una tale scelta per una rivista che nasceva e che chiunque avrebbe cercato di mettere sotto una buona stella. Tutti ma non loro, quel gruppo di coraggiosi salesiani che avevano deciso di lanciarsi nell’impresa di iniziare un giornale che parlasse ad un giovane del 1962.
Eppure la sento terribilmente parlante, ora che devo comunicare a voi, giovani del 2019, che quello che avete tra le mani è l’ultimo numero di Dimensioni Nuove.
Dimensioni Nuove chiude. Non ce la fa più.
Una decisione sofferta, almeno per me. Una decisione che chiama in causa moltissimi fattori, ma che lascerà, ahimè, indifferente la maggioranza.
Quella prima deposizione nell’abbraccio forte di Maria fu preludio di una risurrezione di grazia e di vita.
Quella odierna non sappiamo cosa rappresenterà, ma gli occhi pieni di lacrime non sono disposti a chiudersi e per questo vogliamo regalarvi per un’ultima volta un Dimensioni Nuove bello come non mai.
Insieme ai miei collaboratori che ringrazio per le tante fatiche affrontate insieme, con dolore, vi diciamo per un’ultima volta: «Buona lettura». E addio.
di Valter Rossi
Deposizione
È il titolo dell’opera che appare in copertina: «DEPOSIZIONE» di Pier Ottavio Fasani, un giovane che allora iniziava il suo percorso artistico.
Era anche la prima copertina con cui Dimensioni (allora si chiamava solo così) si presentò al pubblico dei suoi innumerevoli futuri lettori nel lontano aprile 1962. Era un numero programmatico e intenso. Invitava a pensare, a non accontentarsi, a cercare, a criticare. Parlava di giovani, di politica, di chiesa, di Gesù Cristo. Era aperta alle impressioni, ai giudizi, ai suggerimenti.
Mi lascia disorientato guardare muto quella copertina spietata, allo stato di abbozzo e priva di ogni sdolcinatura. La deposizione è il momento forse più drammatico e silenzioso di tutta la vicenda dell’uccisione ingiusta di Gesù, dove sua madre Maria e san Giovanni contemplano increduli lo scempio che la crudeltà umana può lasciare sul corpo inerme e inanimato di un innocente.
Cerco di capire il perché di una tale scelta per una rivista che nasceva e che chiunque avrebbe cercato di mettere sotto una buona stella. Tutti ma non loro, quel gruppo di coraggiosi salesiani che avevano deciso di lanciarsi nell’impresa di iniziare un giornale che parlasse ad un giovane del 1962.
Eppure la sento terribilmente parlante, ora che devo comunicare a voi, giovani del 2019, che quello che avete tra le mani è l’ultimo numero di Dimensioni Nuove.
Dimensioni Nuove chiude. Non ce la fa più.
Una decisione sofferta, almeno per me. Una decisione che chiama in causa moltissimi fattori, ma che lascerà, ahimè, indifferente la maggioranza.
Quella prima deposizione nell’abbraccio forte di Maria fu preludio di una risurrezione di grazia e di vita.
Quella odierna non sappiamo cosa rappresenterà, ma gli occhi pieni di lacrime non sono disposti a chiudersi e per questo vogliamo regalarvi per un’ultima volta un Dimensioni Nuove bello come non mai.
Insieme ai miei collaboratori che ringrazio per le tante fatiche affrontate insieme, con dolore, vi diciamo per un’ultima volta: «Buona lettura». E addio.
Da non credere!!!!!!!!!!sono stato abbonato da moltissimi anni.Sono un sacerdote ormai anziano che vive in una comunità di tossicodipendenti a Viterbo e la rivista mi è stata sempre di sostegno per vivere la giovinezza delle informazioni e la ricchezza della cultura cristiana.Possibile che vi arrendiate? Lo dico ai miei ragazzi" il bello della vita è lottare, non arrendersi alle difficoltà". Continuate, se potete, siete una miniera di cultura seria e giovanile. Non ci lasciate soli: Grazie per quello che ci avete dato. Don Alberto
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