Due fratelli sbagliati e un padre misericordioso
dheaven di Domenico Sigalini Due fratelli sbagliati e un padre misericordioso Un uomo aveva due figli. (Lc 15, 11-33) ...
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di Domenico Sigalini
Due fratelli sbagliati
e un padre misericordioso
Un uomo aveva due figli. (Lc 15, 11-33)
I figli riconoscono di amare il padre
sbagliando e il padre li ama perdonando. Potremmo riassumere così questa
splendida pagina di Vangelo.
Da una parte la contorta vita di due fratelli che mettono il genitore all’angolo o per una
fuga o per una permanenza forzata senza amore e dall’altra il cuore di padre, la pazienza, l’attesa
preoccupata, la gioia di un abbraccio e la mediazione faticosa, la
conciliazione in attesa di un amore sincero.
Ambedue i fratelli hanno bisogno del padre
per vivere, per essere, per crescere e diventare adulti e passano dal bisogno all’amore, dallo sfruttamento a un inizio di
consapevolezza.
«In mezzo ai porci, rubando carrube a bocconi
– avrà pensato il padre – il mio figlio più giovane si è accorto di avere una sua dignità di uomo e ha cominciato a
paragonarsi ad altri che aveva conosciuto: gente che lavorava sodo. Prima li
guardava con superiorità, perché era il figlio del padrone. Pentendosi si è
accorto di avere una dignità di figlio, un amore cui potersi sempre riferire ed
è tornato. Quell’abbraccio gli ha dato una gioia che sognavo da quando l’ho
visto sbattere la porta.
E tu? Figlio mio, maggiore? Hai notato il mio
dolore in questi lunghi giorni. Mi aspettavo uno sguardo di comprensione, ma mi
chiedevi sempre e solo vitelli per le tue feste. Figlio, tutto quello che è mio
è tuo, non stare in casa solo perché mi vuoi sfruttare! Cambia la tua
convivenza in amore disinteressato, rischia anche tu la dolcezza e la sofferenza di un amore non
corrisposto, ma senza del quale non puoi dare senso alla tua vita e provare
felicità.
La mia tenerezza verso tuo fratello, che ti
ha offeso, che ha già dilapidato la sua parte di eredità, che ha conosciuto il
disprezzo, il fallimento, l’inganno, è stato il suo
unico sogno nella disperazione. Poteva concludere la
sua vita con gesti insani, invece ha osato leggere nel mio cuore e nella tua
fratellanza l’ultimo appiglio per una vita degna di essere vissuta.
Credi che questa tenerezza non entri in lui
come forza di cambiamento, come energia di bontà da far crescere in tutti noi?
Oso sperare e punto sulla bontà che hai nel profondo del tuo cuore. Perché sei sempre mio figlio. Questo figlio, e tuo
fratello, ha messo anche te davanti alla sincerità di una vita che possiamo
riscrivere di nuovo assieme: una vita d’amore e non più di pretese, di
tenerezza e di perdono e non di freddo calcolo».