Bentornati Peanuts

di Paolo Morelli Rivive il celebre fumetto Bentornati Peanuts Snoopy, Charlie Brown, Lucy e Co. debuttano con un film pensato...

di Paolo Morelli

Rivive il celebre fumetto

Bentornati

Peanuts

Snoopy, Charlie Brown, Lucy e Co. debuttano con un film pensato appositamente per il grande schermo.

E non perdono un grammo del loro fascino.



   Quando Charles Schulz è scomparso, nel 2000, all’età di 77 anni, con lui si sono fermate anche le strisce dei Peanuts, che dal 1950 erano diventate un appuntamento fisso per un pubblico eterogeneo, sparso in tutto il mondo. Cinquant’anni di battute, avventure e immaginazione, che sono ancora lì, nella mente di tutti, nonostante la dipartita del loro creatore.

Le strisce si sono fermate, l’immaginazione no. Mancava, però, ancora qualcosa. Un film, questa volta pensato appositamente per il cinema (gli altri, che si sono susseguiti negli anni, erano invece realizzati per la televisione e sono approdati sul grande schermo in un secondo momento), che avrebbe dovuto regalare al pubblico nuove emozioni, animando i personaggi dei fumetti e dando loro voce e colori.

Nel 2006, Craig Schulz, figlio di Charles Schulz, si è fatto promotore di questo progetto, che già frullava nella mente di suo padre. «Se si farà – disse allora – sarà sotto il controllo degli Schulz. Non si possono tirare dentro quest’avventura delle persone esterne, aspettandoci poi che capiscano i Peanuts». L’eredità di uno dei fumettisti più famosi della storia veniva così salvaguardata dalla sua famiglia.

Insieme a Craig, infatti, è stato coinvolto suo figlio Bryan Schulz, che di mestiere fa lo sceneggiatore. Entrambi, poi, sono diventati anche produttori di quest’opera cinematografica, realizzata in computer grafica, che da novembre porterà al cinema i Peanuts. Il titolo è Snoopy & friends - Il film dei Peanuts, con la regia di Steve Martino.

Alle spalle, Martino, ha il grande successo de L’era glaciale 4 ed è uno degli animatori più apprezzati nel cinema attuale. Dalla sua penna hanno ripreso vita i personaggi dei Peanuts, da Snoopy a Charlie Brown, da Lucy a Piperita Patty, da Linus a Woodstock. Proprio quest’ultimo è stato protagonista di una parte molto interessante della campagna di promozione legata al film. Qualche mese fa, Steve Martino ha girato un video nel quale mostrava come disegnare Woodstock, dando indicazioni precise e mostrando passo passo come realizzare il migliore amico di Snoopy.

Il regista invitava, quindi, a realizzare altri Woodstock e a pubblicarli su Twitter, con l’hashtag #DrawWoodstock. Il risultato è stato una vera e propria invasione di Woodstock su Twitter, realizzati da disegnatori più o meno famosi, o semplici appassionati, su carta, cartoncino o addirittura come guarnitura delle torte. È la dimostrazione di quanto il culto dei Peanuts sia ancora vivo nel pubblico, stuzzicato positivamente dall’imminente e nuovo approdo cinematografico.



Fedeli all’originale

La scelta di Steve Martino, secondo quanto ha dichiarato Craig Schulz, è stata motivata soprattutto da uno dei suoi primi lavori, Ortone e il mondo dei Chi (2008), giudicato incredibilmente fedele all’originale, tratto da uno dei libri illustrati del Dr. Seuss. È l’attitudine alla fedeltà ad aver convinto gli Schulz. «Io stesso – ha spiegato Steve Martino al portale Coming Soon – sono un affezionatissimo fan, sono cresciuto con i Peanuts, non potrei mai fare un film su Snoopy e i suoi amici che non vorrei vedere io per primo. Abbiamo anche utilizzato le musiche originali di vari speciali sui Peanuts che sono stati prodotti nel corso degli anni».

Il tema originale composto da Vince Guaraldi, il famoso pianoforte di Linus e Lucy, e gli altri temi che accompagnavano la vita “animata” dei Peanuts, sono stati ripresi dal compositore canadese Christophe Beck. «Abbiamo lasciato tutte le classiche location famigliari degli amanti del fumetto – ha continuato Steve Martino – : il laghetto dove pattinano sul ghiaccio i personaggi, il chiosco psichiatrico di Lucy, la casa di Charlie Brown. Proprio per evocare al meglio il feeling del fumetto, che vorremmo aleggiasse per tutto il film».

Veniamo alle ambientazioni. Uno dei problemi emersi durante la realizzazione del film ha riguardato la contestualizzazione dei personaggi, creati negli anni ’50 e mai modificati, che non hanno mai visto smartphone o social network. «Un’altra scelta precisa – ha spiegato uno dei produttori, Paul Feig – è stata quella di lasciare la macchina da scrivere e il telefono a disco, nonostante siano tecnologie vecchie, così come la scritta sul chiosco di Lucy, dove la consultazione psichiatrica costa 1 nickel (moneta da 5 centesimi di dollaro statunitense, oggi in disuso, ndr). E mai e poi mai abbiamo avuto la tentazione di dare una voce a Snoopy o agli adulti, che mantengono il classico “wah-wah”».

Nel mondo animato dei Peanuts, infatti, Snoopy comunica a gesti o attraverso le espressioni del muso, mentre nelle strisce ne leggevamo i pensieri. Stesso discorso per gli adulti, che non compaiono mai, quasi facessero parte di un mondo distante da quello dei bambini. Nei precedenti film, quando gli adulti parlavano si sentivano strani squilli di trombone. La stessa cosa accade in Snoopy & Friends - Il film dei Peanuts.



Il filo... rosso della trama

La trama di quest’opera si snoda principalmente su due “tormentoni” dei Peanuts a fumetti. Il primo riguarda Snoopy. Come già si può vedere nel trailer ufficiale, Snoopy rincorre ancora il Barone Rosso, pilota non meglio identificato che il cagnolino cerca continuamente di catturare, trasformando la sua cuccia in un aeroplano e attraversando, idealmente, i cieli di tutto il mondo. Un’ossessione per la quale è regolarmente sbeffeggiato da Woodstock.

Il rosso, però, ossessiona anche Charlie Brown. Il personaggio è follemente innamorato della “ragazzina dai capelli rossi”, che cerca continuamente di conquistare, naturalmente senza successo. Come spesso accade nei Peanuts, l’amore non è mai corrisposto. Questo personaggio senza nome, che anima i pensieri e i sentimenti di Charlie Brown, nel corso degli anni è diventato un sinonimo di qualcosa che si vuole con tutto il cuore ma che non si può raggiungere.

Che il rosso sia il colore dell’amore? Forse, più semplicemente, è un obiettivo, è ciò che spinge a muoversi, ad agire, senza essere certi di riuscire a ottenerlo. Del resto, probabilmente, non è nemmeno importante raggiungere quel “rosso” (sia esso il Barone o la ragazzina), ma è importante muoversi e cercare di fare qualcosa nella vita.

Peanuts, infatti, non sono soltanto un fumetto per svagarsi, ma sono anche in grado di fare riflettere. Dei bambini che pensano, agiscono e parlano come degli adulti favoriscono nel lettore (e anche nello spettatore al cinema) un sentimento di immedesimazione. Anche i Peanuts falliscono e anche loro restano delusi, è una cosa molto umana, in fondo.

La forza delle strisce di Schulz sta proprio lì. È evidente che, con queste condizioni e con il seguito ottenuto nel corso di decenni, cambiare qualcosa nella trasposizione cinematografica sarebbe stato una follia. La garanzia che abbiamo, da appassionati estimatori di Snoopy e dei suoi amici, è che ad approvare la versione definitiva del film sia stata la famiglia Schulz. Charles, l’autore, non c’è più, ma la sua eredità è viva, vivissima.

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