Un eremo dimenticato
viaggi di Francesca Binfarè Pellegrini in cammino - 1 Un eremo dimenticato Isolato e solitario, incastonato nella roccia...
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viaggi
di Francesca Binfarè
Pellegrini
in cammino - 1
Un eremo
dimenticato
Isolato e solitario, incastonato
nella roccia, conserva ancora il suo fascino. E dalla sua sommità si spazia su
un panorama bellissimo, a cominciare dalla vicina Ascoli Piceno.
L’11 e 12 agosto prossimi i giovani si sono dati appuntamento con papa
Francesco a Roma, in occasione del Sinodo 2018. La settimana precedente, i
ragazzi sono stati invitati a percorrere gli antichi cammini dei pellegrini,
andando alla scoperta delle ricchezze umane e spirituali del nostro territorio.
L’Italia è ricca di questi percorsi, dalla Via Francigena alle strade che
portano a Loreto, dal cammino minerario di santa Barbara in Sardegna ai luoghi
di san Benedetto: lungo questi cammini i ragazzi avranno occasione di riscoprire
se stessi e di incontrare testimoni e momenti di solidarietà, protagonismo
civile, impegno sociale.
Sulla scia di questo desiderio di camminare per scoprirsi e scoprire, Dimensioni
Nuove inizia un percorso alla ricerca di luoghi ricchi di spiritualità e di
bellezza, che nutrono l’anima. Il primo è Ascoli Piceno, con il suo eremo di
San Marco: partiamo da qui.
L’eremo di San Marco è una perla incastonata nella roccia. Per
raggiungerlo e respirare la pace e la bellezza che emana, il percorso non è
lungo né difficile: indossate le scarpe da
trekking e iniziate il cammino da una frazione a sud di Ascoli Piceno, Piagge.
Il bosco di castagni accompagna chi sale verso il Colle San Marco lungo il
sentiero, che poi lascia il passo alla scalinata che porta all’eremo.
Essenziale nella sua bellezza, questo luogo ha il potere di rigenerare davvero
l’anima.
Questo romitorio, isolato e solitario, è dedicato
alla figura di san Marco Evangelista; la sua costruzione è visibile fin dalla
piazza del Popolo di Ascoli Piceno. È letteralmente abbarbicato alla parete
della montagna (sfrutta in parte la presenza di una grotta naturale), da molti
secoli; le prime tracce della sua esistenza risalgono al 1200, quando ospitava
una comunità di monaci cistercensi.
Nel corso degli anni, alcune strutture dell’eremo sono andate perse,
ad esempio le cucine, la macina, il refettorio. Il cenobio (cioè il monastero
in cui i religiosi vivono in comunità) verso la fine del 1300 venne concesso
alla famiglia Sgraglia, per motivi che gli storici hanno tentato di ricostruire
– probabilmente si tratta di vicende di fazioni guelfe e ghibelline presenti in
città – e che portarono successivamente, con lo scorrere degli anni, alla
soppressione del monastero.
Che rinacque all’inizio del 1400 come chiesa, con torre campanaria, scala
di accesso e altare: queste sarebbero le strutture che possiamo vedere ancora
oggi (la scalinata però è stata rifatta), sopravvissute a un periodo di incuria
e abbandono, e recuperate grazie ad alcuni restauri promossi dal comune.
L’eremo di San Marco è stato costruito con blocchi squadrati di
travertino, seguendo le regole dello stile romanico: quella che vediamo attualmente è una piccola chiesa,
che potremmo definire ardita visto il luogo dove sorge, essenziale e
mistica. L’eremo è certamente anche un luogo del silenzio, immerso nella pace
dei boschi. Una volta arrivati dopo la bella passeggiata, affacciatevi dalle
finestre dell’edificio: il panorama di cui si gode è impagabile, e spazia dalla
città di Ascoli alla Valle del Tronto. Fa bene agli occhi e al cuore.
ad
Ascoli Piceno
Come abbiamo detto, da Ascoli Piceno si riesce a individuare la parete di
roccia da cui sporge l’eremo: precisamente, si vede dalla Piazza del Popolo.
Questa è una delle principali piazze cittadine e prende il suo nome dal Palazzo
dei Capitani del Popolo, uno dei più importanti edifici storici della città che
oggi è la sede del comune. Sulla Piazza del Popolo si affacciano anche la
chiesa gotica di San Francesco e lo storico Caffè Meletti, che fa parte dei 150
caffè storici d’Italia.
Di sera, i portici e gli edifici illuminati della piazza acquisiscono una
magia ancora maggiore: non per niente, questa è considerata una delle piazze
più suggestive d’Italia. La Piazza del Popolo è anche uno dei luoghi dove si
svolge la famosa Quintana, rievocazione storica che anima la città di
dame, arcieri e sbandieratori.
Piazza Arringo la più antica di Ascoli Piceno |
La piazza più antica di Ascoli Piceno, però, è un’altra: è Piazza
Arringo, su cui si affacciano la Cattedrale di Sant’Emidio – dedicata al
patrono della città – , il Battistero di San Giovanni, il Palazzo Vescovile e
quello dell’Arengo, dove oggi è ospitata la Pinacoteca Civica. Il nucleo
storico della città è stato costruito usando quasi ovunque il travertino,
caratteristica che ne fa uno dei più belli e ammirati del centro Italia. Ascoli
Piceno andrebbe proprio rivalutata, come meta turistica.
I
dintorni
Le Marche sono una regione bella, ricca, interessante,
dall’entroterra alla costa. Il comune litoraneo più meridionale della regione è San Benedetto del Tronto,
conosciuto per le sue spiagge sabbiose e per il suo lungomare che ospita
8000 palme di varie specie. Della Riviera delle Palme fanno parte anche i
centri di Grottammare e Cupra Marittima.
Nell’entroterra di San Benedetto si trova Acquaviva Picena: dalla
collina su cui sorge si può far correre lo sguardo sulle alture marchigiane che
si estendono fino all’Appennino. Tradizione radicata nel borgo di Acquaviva è
la produzione dei cesti di paglia.
San Benedetto del Tronto |
Anche Offida si trova nell’entroterra: è uno dei “borghi più belli
d’Italia”, costruito su uno sperone di roccia e racchiuso tra le mura del XV
secolo. La sua tradizione artigianale più forte? La preziosissima lavorazione
del merletto a tombolo, arte antica a cui è dedicato un museo.
Arquata del Tronto è diventata tristemente nota per
il terremoto del 2016 che l’ha coinvolta, e proprio per questo non va
dimenticata.
Appartiene
alla comunità montana del Tronto ed è racchiusa all’interno di due aree
protette, che sono il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e il
Parco Nazionale dei Monti Sibillini. La storica rocca che sovrastava l’abitato
è rimasta in piedi, nonostante i danni