O Capitano, mio capitano!

di Sagida Sayed Insegnare lettere o matematica? O Capitano, mio capitano! Alzate la mano se non avete mai avuto un maes...

di Sagida Sayed
Insegnare lettere o matematica?






O Capitano,
mio capitano!
Alzate la mano se non avete mai avuto un maestro
o un professore che vi ha fatto amare la sua materia
al punto da influenzare le scelte del vostro futuro.

Il rapporto allievo-maestro si perde nella notte dei tempi (pensiamo a Socrate e Platone, Andrea del Verrocchio e Leonardo da Vinci, Leopold Mozart ed il più famoso Wolfgang Amadeus) ed è una fonte ricchissima d’ispirazione per le giovani generazioni ma anche di soddisfazione personale per chi vive l’insegnamento come una missione. Non di rado, l’allievo supera il maestro portando a coronamento il sogno di ogni insegnante.

Come prendere
una decisione
Ma come si arriva alla decisione di passare il sapere alle nuove generazioni facendone una ragione di vita? Lo abbiamo chiesto a due professori di materie diametralmente opposte ed abbiamo scoperto che esiste tuttavia un unico filo conduttore sia nella scelta del percorso di studi che nella metodologia di insegnamento. Entrambi lavorano ad Alessandria, presso la scuola paritaria Alexandria International School, un istituto bilingue che punta sullo studio intensificato dell’inglese seguendo tuttavia il programma ministeriale.
Il professor Matteo Torre, classe 1984, in servizio dal 2008, è molto popolare tra i suoi studenti. Ama il calcio e durante l’intervallo lo si vede arbitrare oppure in centrattacco accanto ai suoi allievi delle medie e delle superiori. Il rapporto con loro è dinamico, non è circoscritto all’ora di lezione ma si sposta oltre, quasi in stile anglosassone, a vantaggio di entrambi: per lo svolgimento di una lezione ricca ed interessante e per la massima attenzione verso una materia tradizionalmente ostica.
Allo stesso modo la professoressa Barbara Ferrari, docente di italiano e latino, ci dice che per veicolare le sue materie, tra cui storia e geografia, non esita ad attingere al mondo dei giovani, come la musica che ascoltano, i film che guardano ed il loro linguaggio, convinta che in questo modo i suoi studenti potranno rapportarsi nei confronti dello studio, specie della letteratura e della storia non considerandole materie vecchie ed inutili ma come indispensabile base per la loro futura preparazione umana e professionale.

Una grande passione
Sia Matteo che Barbara ammettono di aver avuto un debole rispettivamente per la matematica e la letteratura anche se il loro percorso non è stato lineare. «Ho sempre nutrito una grande passione per la letteratura e la storia dell’arte – esordisce Barbara –; per un certo periodo quest’ultima sembrava essere la mia strada. Poco alla volta ho colto i legami profondi tra le arti grafiche a quelle letterarie ed ho scelto la facoltà di Lettere moderne ad indirizzo artistico in quanto mi sembrava l’ideale per coltivare le mie passioni alimentate da alcuni insegnanti delle scuole che ho frequentato e da nonna Angiolina, la mia musa ispiratrice. Il mio insegnante di italiano ci parlava di Alessandro Manzoni come se stesse per presentarcelo da un momento all’altro; di Verga e D’Annunzio come se fossero stati seduti accanto a noi,  esaltandone le opere, sublimandone le straordinarie capacità, ma allo stesso tempo facendoli sentire... come noi!».
Matteo Torre, dopo aver conseguito il diploma del liceo scientifico si iscrive alla facoltà di Matematica dell’Università di Pavia dove consegue la laurea triennale con una tesi sulla storia della matematica e successivamente la laurea specialistica in matematica. «La volontà di iscriversi a questa facoltà – confessa il professore – è maturata dopo un viaggio a Burano, un’isola di fronte a Venezia dove ho avuto il tempo di meditare sul mio futuro. Infatti ero già iscritto alla facoltà di veterinaria ma, dopo seria considerazione, ho scelto matematica dove la logica ed il ragionamento prevalgono su tutto».

Sbocchi professionali
A dispetto della tradizione che apre maggiori porte lavorative ad altre professioni (Barbara ci dice che le avevano consigliato di iscriversi alla facoltà di Economia e Commercio molto gettonata negli anni Novanta), entrambi i professori ci rincuorano sostenendo che gli sbocchi nel mondo del lavoro per chi decide di scegliere il loro stesso curriculum di studi sono molteplici: «Anche se il momento storico non aiuta – continua Barbara – la laurea in Lettere moderne permette di proseguire con un master in giornalismo, in pubbliche relazioni o di lavorare nel campo della ricerca (filologica, ad esempio). Personalmente sono felice della scelta che ho fatto in quanto essa è maturata in piena autonomia ed ho perciò amato ogni momento del mio percorso».
Matteo conferma: «Con una laurea in Matematica si può entrare nella ricerca, in didattica della matematica e della fisica (ruolo che ho già ricoperto anni fa). Per ciò che mi riguarda lo vedo come un obiettivo di fine carriera quando la mia esperienza potrebbe essere di aiuto alle nuove generazioni di insegnanti». Torre aggiunge anche che la scelta dell’insegnamento si è chiarita in lui durante l’università: «Mi sono reso conto che volevo trasmettere ai ragazzi la mia passione per la scienza e l’importanza che  ricopre per il futuro del mondo e dell’uomo».

Lavorare con entusiasmo
Ed è proprio la passione che permette ad entrambi i professori di svolgere il proprio lavoro con entusiasmo, nella convinzione che l’apprendimento delle loro materie non sia astratto bensì applicabile alla vita.
«La matematica – ci dice Torre – ci insegna che non ci sono differenze razziali perché tutti quelli che la conoscono parlano lo stesso linguaggio. Essa è lo strumento che l’uomo ha per progredire dal punto di vista sociale, economico, medico, tecnologico.
Le grandi sfide del futuro possono essere affrontate e risolte con la matematica che, oltre alla lingua che parliamo, ci accompagnerà sempre nella nostra vita di tutti i giorni». Secondo Barbara, invece, lo studio della storia è fondamentale perché: «Non potremmo capire il presente senza il passato: sarebbe come se ci svegliassimo un giorno senza ricordare più la nostra identità. Historia magistra vitae, ci ha insegnato Cicerone».
Forse basterebbe qualche nozione in meno ma qualche riflessione in più su ciò che veramente conta per lo sviluppo degli uomini e delle donne del futuro, cittadini e cittadine del mondo che verrà.
I professori, che gareggiano attraverso attività multidisciplinari al fine di interessare i propri allievi, in una fascia d’età difficile e, attualmente, “distratta” da tanti stimoli esterni, concordano anche sul fatto che non esistono più materie prettamente maschili e femminili. Addirittura la laurea di matematica sembra preferita da un numero maggiore di donne rispetto agli uomini. Le nuove tecnologie, l’economia, la globalizzazione, portano spesso alla scelta dei lavori del futuro.

Tuttavia se un vostro professore fanatico degli algoritmi o di Italo Svevo vi ha trasmesso la passione per la matematica o le materie letterarie, sappiate che in entrambi i casi non è uno studio fine a se stesso ma vi preparerà ad una professione piena di sfide e soddisfazioni, ad una esistenza consapevole, ragionata e, con la giusta dose, tinta di un po’ della fantasia che ci vuole sia nella vita che nel lavoro. <

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