O Capitano, mio capitano!
di Sagida Sayed Insegnare lettere o matematica? O Capitano, mio capitano! Alzate la mano se non avete mai avuto un maes...
https://www.dimensioni.org/2014/02/o-capitano-mio-capitano.html
Insegnare
lettere o matematica?
O Capitano,
mio capitano!
Alzate la mano se non avete mai avuto un maestro
o un professore che vi ha fatto amare la sua materia
al punto da influenzare le scelte del vostro futuro.
Il rapporto allievo-maestro si perde nella notte dei tempi (pensiamo a
Socrate e Platone, Andrea del Verrocchio e Leonardo da Vinci, Leopold Mozart ed
il più famoso Wolfgang Amadeus) ed è una fonte ricchissima d’ispirazione per le
giovani generazioni ma anche di soddisfazione personale per chi vive
l’insegnamento come una missione. Non di rado, l’allievo supera il maestro
portando a coronamento il sogno di ogni insegnante.
Come prendere
una decisione
Ma come si arriva alla decisione di passare il sapere alle nuove generazioni facendone una ragione di vita? Lo abbiamo
chiesto a due professori di materie diametralmente opposte ed abbiamo scoperto
che esiste tuttavia un unico filo conduttore sia nella scelta del percorso di
studi che nella metodologia di insegnamento. Entrambi lavorano ad Alessandria,
presso la scuola paritaria Alexandria International School, un istituto bilingue che punta sullo studio
intensificato dell’inglese seguendo tuttavia il programma ministeriale.
Il professor Matteo
Torre, classe 1984,
in servizio dal 2008, è molto popolare tra i suoi studenti. Ama il calcio e
durante l’intervallo lo si vede arbitrare oppure in centrattacco accanto ai
suoi allievi delle medie e delle superiori. Il rapporto con loro è dinamico,
non è circoscritto all’ora di lezione ma si sposta oltre, quasi in stile
anglosassone, a vantaggio di entrambi: per lo svolgimento di una lezione ricca
ed interessante e per la massima attenzione verso una materia tradizionalmente
ostica.
Allo stesso modo la professoressa Barbara Ferrari, docente di italiano e latino, ci dice che per
veicolare le sue materie, tra cui storia e geografia, non esita ad attingere al
mondo dei giovani, come la musica che ascoltano, i film che guardano ed il loro
linguaggio, convinta che in questo modo i suoi studenti potranno rapportarsi
nei confronti dello studio, specie della letteratura e della storia non
considerandole materie vecchie ed inutili ma come indispensabile base per la
loro futura preparazione umana e professionale.
Una grande passione
Sia Matteo che Barbara ammettono di aver avuto un debole rispettivamente per la matematica e la letteratura
anche se il loro percorso non è stato lineare. «Ho sempre nutrito una grande
passione per la letteratura e la storia dell’arte – esordisce Barbara –; per un
certo periodo quest’ultima sembrava essere la mia strada. Poco alla volta ho
colto i legami profondi tra le arti grafiche a quelle letterarie ed ho scelto
la facoltà di Lettere
moderne ad
indirizzo artistico in quanto mi sembrava l’ideale per coltivare le mie passioni alimentate da alcuni insegnanti delle
scuole che ho frequentato e da nonna Angiolina, la mia musa ispiratrice. Il mio
insegnante di italiano ci parlava di Alessandro Manzoni come se stesse per
presentarcelo da un momento all’altro; di Verga e D’Annunzio come se fossero
stati seduti accanto a noi, esaltandone
le opere, sublimandone le straordinarie capacità, ma allo stesso tempo
facendoli sentire... come noi!».
Matteo Torre, dopo aver conseguito il diploma del liceo scientifico si iscrive
alla facoltà di Matematica dell’Università di Pavia dove consegue la
laurea triennale con una tesi sulla storia della matematica e successivamente
la laurea specialistica in matematica. «La volontà di iscriversi a questa
facoltà – confessa il professore – è maturata dopo un viaggio a Burano,
un’isola di fronte a Venezia dove ho avuto il tempo di meditare sul mio futuro.
Infatti ero già iscritto alla facoltà di veterinaria ma, dopo seria
considerazione, ho scelto matematica dove la logica ed il ragionamento prevalgono su tutto».
Sbocchi professionali
A dispetto della tradizione che apre maggiori porte lavorative ad altre
professioni (Barbara ci dice che le avevano consigliato di iscriversi alla
facoltà di Economia e Commercio molto gettonata negli anni Novanta), entrambi i
professori ci rincuorano sostenendo che gli sbocchi nel mondo del lavoro per
chi decide di scegliere il loro stesso curriculum di studi sono molteplici:
«Anche se il momento storico non aiuta – continua Barbara – la laurea in Lettere moderne permette di proseguire con un master in
giornalismo, in pubbliche relazioni o di lavorare nel campo della ricerca
(filologica, ad esempio). Personalmente sono felice della scelta che ho fatto in quanto essa è maturata in
piena autonomia ed ho perciò amato ogni momento del mio percorso».
Matteo conferma: «Con una laurea in Matematica si può entrare nella ricerca, in didattica della
matematica e della fisica (ruolo che ho già ricoperto anni fa). Per ciò che mi
riguarda lo vedo come un obiettivo di fine carriera quando la mia esperienza
potrebbe essere di aiuto alle nuove generazioni di insegnanti». Torre aggiunge
anche che la scelta dell’insegnamento si è chiarita in lui durante
l’università: «Mi sono reso conto che volevo trasmettere ai ragazzi la mia passione per la scienza e l’importanza che ricopre per il futuro del mondo e dell’uomo».
Lavorare con entusiasmo
Ed è proprio la passione che permette ad entrambi i professori di
svolgere il proprio lavoro con entusiasmo, nella convinzione che
l’apprendimento delle loro materie non sia astratto bensì applicabile alla vita.
«La matematica – ci dice Torre – ci insegna che non ci sono differenze
razziali perché tutti quelli che la conoscono parlano lo stesso linguaggio.
Essa è lo strumento che l’uomo ha per progredire dal punto di vista sociale,
economico, medico, tecnologico.
Le
grandi sfide del futuro possono essere affrontate e risolte con la matematica che, oltre alla
lingua che parliamo, ci accompagnerà sempre nella nostra vita di tutti i
giorni». Secondo Barbara, invece, lo studio della storia è fondamentale perché: «Non potremmo capire il presente
senza il passato: sarebbe come se ci svegliassimo un giorno senza ricordare più
la nostra identità. Historia magistra vitae, ci ha insegnato Cicerone».
Forse basterebbe qualche nozione in meno ma qualche riflessione in più su
ciò che veramente conta per lo sviluppo degli uomini e delle donne
del futuro, cittadini e cittadine del mondo che verrà.
I professori, che
gareggiano attraverso attività multidisciplinari al fine di interessare i
propri allievi, in una fascia d’età difficile e, attualmente, “distratta” da
tanti stimoli esterni, concordano anche sul fatto che non esistono più materie
prettamente maschili e femminili. Addirittura la laurea di matematica sembra
preferita da un numero maggiore di donne rispetto agli uomini. Le nuove
tecnologie, l’economia, la globalizzazione, portano spesso alla scelta dei
lavori del futuro.
Tuttavia se un vostro
professore fanatico degli algoritmi o di Italo Svevo vi ha trasmesso la
passione per la matematica o le materie letterarie, sappiate che in entrambi i
casi non è uno studio fine a se stesso ma vi preparerà ad una professione piena di sfide e soddisfazioni, ad una esistenza consapevole, ragionata e, con la
giusta dose, tinta di un po’ della fantasia che ci vuole sia nella vita che nel
lavoro. <