Tutti fotografi?
di Stefano Moro Tutti fotografi? Capitava di avere un amico che faceva le foto, uno bravo, uno che aveva la reflex. E poi t...
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di Stefano Moro
Tutti fotografi?
Capitava di avere un amico che faceva le foto, uno bravo, uno che aveva la reflex. E poi ti toccavano le serate diapositive, sì, ma anche il piacere di vedere foto bellissime, immagini che ti ricordavano un viaggio, scorci di angoli dimenticati, primi piani da copertina di Time. E poi c’era quell’amico che faceva foto noiose e insignificanti e quell’altro che aveva comprato un’istantanea Polaroid ed era invidiato da tutti. Insomma, non era per tutti la fotografia.
Oggi non c’è luogo affollato, spiaggia o concerto che sia, che non si manifesti ai nostri occhi come un fitto accalcarsi di smartphone e tablet tesi verso l’alto per uno scatto continuo. Fotografie che sostituiscono esperienze. Migliaia e migliaia di gigabyte di scatti destinati ad intasare i social network nel racconto perpetuo dei nostri viaggi, dei nostri momenti, delle nostre vite. Scatti per lo più insignificanti, troppe volte ritoccati, filtrati, deformati.
Ma è proprio questo il destino della fotografia? Selfie, gattini, torte colorate, pose, ritratti seppiati, immagini virali e filtri vintage. Cos’è la fotografia oggi? Arte a portata di tutti o tutto fuorché arte? Scatti unici mandati a concorsi “social” o mucchi di schede e chiavette zeppe di foto noiose e indistinguibili? Autoscatti con il Papa e il Premier o album di famiglia digitali stampati in California?
Tra le diapositive e gli smartphone, a dire il vero, c’è stato qualcosa. La fotocamera digitale, anzitutto. A buon prezzo, per lo più. E giù nei forum a discutere su quanto la fotografia stesse nell’idea, nell’inquadratura, e quanto invece nella tecnologia, nel megapixel o nel sensore. Niente di nuovo di per sé, se si pensa alle storiche diatribe tra “Canonisti” e “Nikonisti”. Ma sono i software di fotoritocco che hanno fatto la differenza, dando la possibilità anche al semplice appassionato di fare post produzione, cancellare un cavo dell’alta tensione da un panorama o modificare la temperatura di colore di un’alba un po’ pallida. E qui altre risse sui blog e nei corsi di fotografia digitale tra i puristi dello scatto unico e originale e i tecnofili più accaniti, ansiosi di precipitarsi su Photoshop anche per le foto dell’onomastico del vicino di casa.
Ma oggi, l’abbiamo detto, è tutto ancora più veloce e facile. Smartphone in alto e click. È solo questione di dimestichezza con il touchscreen e con app come Instagram, Camera360 e altre decine di applicazioni per Android, Apple o Windows Phone. Pochi secondi per lo scatto, pochi per la post produzione e un click per la condivisione su Facebook, Twitter e WhatsApp. Tutto rapido, facile, pubblico.
E la fotografia, l’arte, dove sono? Scomparse, dice qualcuno. Isolate nelle inaccessibili nicchie della fotografia professionale, dice qualcun altro. Ma è la paura del confronto a far dire questo. Lo sguardo snob e preoccupato per un’arte che si fa popolare, accessibile.
Il segreto piuttosto sarà schivare i demenziali cavalletti per selfie e l’ipertrofica produzione di gattini social e ritratti vintage, per poter apprezzare la qualità di un’inquadratura, la bellezza di un’idea o la luce perfetta di uno scatto mattutino. Perché non apprezzare che questo oggi sia a disposizione di tutti, che si parta un po’ più ad armi pari, per una volta?
Sette consigli per le foto dell’estate
1. Concentrati su un’idea, cerca un’ispirazione. Gattini e tramonti sul mare ne abbiamo visti tanti.
2. Studia un’inquadratura, possibilmente asimmetrica. Un piano americano o un dettaglio ravvicinato rendono molto più di una figura centrale intera.
3. Lavora con una buona luce, preferibilmente all’aperto. Le foto con il flash tradiscono quasi sempre le aspettative.
4. Quando scatti tieni il dispositivo con entrambe le mani e trattieni il respiro. Vedrai che la tua foto sarà più ferma.
5. Scatta sempre tre o quattro foto consecutive per la stessa inquadratura. Alla fortuna bisogna lasciar sempre una finestra aperta.
6. Pensaci bene prima di applicare filtri e ritocchi in post produzione. Il cappottino rosso della bambina in Schindler’s list è una brillante eccezione.
7. Se il tuo dispositivo lo permette, scegli l’area da mettere a fuoco e decidi il tempo di esposizione. Eviterai foto piatte, buie o bruciate. In fondo un po’ di tecnica serve.
Tre app da portare in viaggio
Nome: Instagram
Cos’è?: app per scattare foto, registrare video, applicare filtri e effetti, condividere con gli amici
Prezzo: gratis
Market: Google Play, iTunes, Windows Phone
Nome: Camera360
Cos’è?: fotocamera, fotoritocco, centinaia di filtri e condivisione social
Prezzo: gratis
Market: Google Play, iTunes, Windows Phone
Nome: Picwant
Cos’è?: app per diventare Picker, ossia inviare, pubblicare e vendere online le proprie foto e i propri video
Prezzo: gratis
Market: Google Play, iTunes