L’enigma Escher
arte di Francesca Binfarè L’enigma Escher I giochi ottici e i paradossi grafici raccontano il mondo complesso del grande illustratore...
https://www.dimensioni.org/2014/01/lenigma-escher.html
arte
di
Francesca Binfarè
I giochi ottici e i paradossi grafici
raccontano il mondo complesso del grande illustratore.
Geniale e visionario, Maurits
Cornelis Escher è stato uno degli illustratori e grafici più famosi del
mondo, che ha saputo trasformare in immagini pensieri complessi e articolate
teorie. Queste sue originali interpretazioni della realtà sono
rappresentate nelle opere che vediamo esposte nella mostra L’enigma
Escher. Paradossi grafici tra arte e geometria, allestita a
Il lavoro di questo
affascinante incisore e grafico olandese è raccontato in un percorso di 130
opere, che partono dagli esordi e arrivano alla sua maturità, raccolte da
prestigiosi musei, biblioteche, istituzioni nazionali e collezioni private:
tanti sono gli appassionati di Escher e della sua opera, che in questa mostra
viene raccontata in modo completo e intrigante. Perché, non c’è dubbio, il
personaggio e la sua arte sono complessi ma affascinano chiunque vi si avvicini.
Alla ricerca del suo segreto
Non per niente la
mostra parla di “enigma Escher”: a Palazzo Magnani sono esposte xilografie e
mezzetinte che rappresentano costruzioni di mondi impossibili,
esplorazioni dell’infinito, motivi a geometrie interconnesse che cambiano
gradualmente in forme differenti.
Accanto alle sue
celebri incisioni (le notissime Tre sfere I, Mani che disegnano, Relatività,
Convesso e concavo, Nastro di Möbius II) sono presentati anche numerosi disegni,
documenti e filmati, corredati da interviste all’artista: lo scopo è
mettere in luce il ruolo di primo piano che Escher ha svolto nel panorama
artistico sia del suo tempo sia successivamente. D’altra parte, egli ha saputo
attingere dal mondo dell’arte e a sua volta influenzarlo (non si dice
che questo sia indice del vero genio?).
L’enigma Escher, in più, vuole raccontare il percorso artistico
dell’incisore olandese arricchendolo con i riferimenti culturali che hanno
contribuito alla sua esplosione: in altre parole, da dove ha preso il via il
cammino creativo di Escher? Quali elementi culturali l’hanno nutrito, e
quindi sono essenziali per capire l’enigma rappresentato dalle sue opere? Per
niente facile, ma certamente interessante.
E infatti, al lavoro
sulla realizzazione di questa mostra si è messo un team di persone dalle
competenze diverse, che incrociano la storia dell’arte, la geometria, la
matematica, le leggi della visione e della percezione visiva. Tutte queste
conoscenze servono per svelare l’enigma di Escher che, una volta capito, secondo
i curatori della mostra non può che rendere la sua arte ancora più
affascinante.
Ingannando le prospettive
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG0bAcZWwNTvddPwSdksb4n3EFBfmoPSwsk2mkcRSzi5A4i3MZrl5-XlztOdhLa8K0ymDcHcPNDxyd-F3Tzce3OcpD4NJM2fD8LKTw3WR1EkVwqP1zEiZFLcsbAVOF0bNO2bLJhZSK7vw/s1600/352-Up-and-Down-1947-Lithograph-in-brown.jpg)
Il cammino narrato
nella mostra ripercorre il rapporto di Escher con il tessuto artistico del
passato ed espone il dialogo tra la sua produzione e quella di altri autori, in
cui si ritrovano riferimenti stilistici che partono dal Medioevo,
passano dal Liberty e approdano alle avanguardie del Cubismo, del Futurismo e
del Surrealismo.
Sicuramente, l’opera
di Escher ha influito su figure di rilievo dell’arte del ’900, come – per fare
solo un nome – il principale esponente dell’Optical Art, Victor Vasarely.
Più sorprendente può essere scoprire che il dirompente pittore americano Keith
Haring deve, anche lui, qualcosa a Escher.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGabA29yybhLWuBWLj9Ln7i6MzMdGtpAmAc86rTaVahyugUt5pzWjmTCFVa0kk-_nLClWo6cWXBBRxgJSgm2KeeCcVn2zVBoxn73OXBaVUABCsj3L0uJg9fqZJahhguRnMfxf_emPzLRg/s1600/Striscia-di-Moebius-II-.jpg)
Al tempo stesso, questa è una mostra che va affrontata
con divertita curiosità: come diceva lo stesso Escher: «I miei soggetti
sono spesso anche giocosi: non posso esimermi dallo scherzare con le
nostre inconfutabili certezze». Questo è lo spirito con cui guardare le sue
opere.