Un capolavoro in equilibrio
di Elena Giordano Cosa ne pensate del vostro corpo Un capolavoro in equilibrio Vi serve, lo amate? Lo nascondete? Indovinate: o...
https://www.dimensioni.org/2014/05/un-capolavoro-in-equilibrio.html
di Elena Giordano
Cosa
ne pensate del vostro corpo
Un capolavoro
Vi serve, lo amate? Lo nascondete? Indovinate: ogni
volta che lo utilizzate diventate un “capolavoro parlante”.
Però occhio a non farvi trarre in inganno…
Tutto
parte da lì, tutto ritorna lì. Col corpo si ragiona, si ascolta, si colpisce, si interagisce, si
esprimono i sentimenti. Ci si avvicina e ci si allontana all’altro. Senza che
ci sia bisogno di parlare.
Il corpo
è un capolavoro, è l’espressione più alta dell’amore di
Dio, che ci ha voluti simili a lui e così liberi di andare e fare come ci pare.
È il primo strumento che usiamo quando veniamo al mondo (piangendo, cercando le
coccole della mamma), e l’ultimo con cui diciamo addio alla vita.
Il corpo
è un bel guaio, perché come tutti gli strumenti più sofisticati, come tutte le
macchine perfette, richiede cura nell’uso, estrema attenzione.
E se un
meccanismo si inceppa, sono dolori. Perché, a differenza delle macchine, il
corpo è parte
indivisibile di cervello e spirito. E l’armonia è complessa, difficile da generare e
mantenere senza qualche piccolo sforzo. Specie se tutto attorno è una continua
spinta: “Pensa all’aspetto fisico”.
Cosa ne faccio del mio corpo?
Due sono
le scuole di pensiero terra-terra che si esprimono, in merito al
corpo. La prima è quella di chi potremmo definire “i negazionisti”, la seconda
“i cultori”.
I negazionisti, molto presenti nelle parrocchie e nei gruppi
impegnati, considerano il corpo giustappunto solo uno strumento, un “portatore di pacchi e stimoli” che devono essere
mantenuti sotto controllo il più possibile. I negazionisti sono essenziali: la bellezza è solo interiore, per cui addio piccoli accorgimenti estetici, addio
moda, addio tutto.
I cultori sono l’esatto opposto. Venerano il corpo e lo
proteggono, se ne prendono cura; l’invecchiamento non è una variabile tenuta in
considerazione (perché le creme e i trattamenti evitano che questo possa
capitare); apparire ed essere sono la stessa cosa, e in ultima istanza è
comunque sempre meglio apparire.
La conclusione è banale: queste due derive alla fine si incontrano e sono
ugualmente
deleterie. Il giusto mezzo in questo caso non è solo la posizione che non tocca
gli estremi, ma è quella dove è di casa il buon senso.
Anche il
cristiano deve coltivare
il gusto del bello e della bellezza, da tutti i punti di vista. Il creato, per esempio, non
è stato “fatto a caso”, ma pensato per la nostra massima felicità. Non solo
deturparlo è un affronto, ma anche pensare che sia banale o non degno di
attenzione è ugualmente pericoloso. Allo stesso modo, il cristiano “è” un corpo
e comunica con esso, dunque è giusto e sano che ne abbia rispetto. E che con
quel corpo costruisca rapporti sociali basati sulla sincerità e sull’accoglienza.
Il giusto mezzo è scegliere di vestirsi come si desidera, valorizzare
(non “mostrare”) la propria bellezza, ed essere orgogliosi di farlo. Alt!
Bellezza non significa, come credono i più, avere capelli biondi, spalle
dritte, occhi verdi e così via. Significa sapere vedere il bello negli altri,
sapersi stupire. Persino i divi di Hollywood sono divisi tra super-bellissimi e super-bravissimi: questi ultimi sono
soggetti la cui bellezza è normalità, ma le cui doti personali sono
strabilianti. Volete essere davvero belli, per voi e per gli altri? Siate
strabilianti. E non vi nascondete.
Come
abbiamo visto, con i media molto pressanti e l’opinione comune molto stressante
(cioè: “Vai avanti solo se sei bello fuori”), è facile lasciarsi fuorviare e,
di fronte a un difetto presunto, farsi prendere dallo sconforto e accettare la
scorciatoia del lenzuolo. Ossia: cancellare il proprio corpo, coprirlo il più possibile e fare come se non esistesse.
Questo
atteggiamento rivela in realtà che la persona tiene tantissimo al proprio
aspetto fisico, e soprattutto al giudizio degli altri. Eccoci ricaduti in una
deviazione deviata del negazionismo: “Un corpo ce l’avrei, ma non mi piace,
quindi lo elimino dalla mia vita”. E il discorso sulla santità del corpo, sulla sua unione con spirito, cuore e
cervello? È diventato spazzatura. Perché la bellezza che si sta ricercando non è quella corretta.
Se un
corpo con inestetismi diventa
una barriera alla nostra felicità, significa che stiamo impostando la vita su
coordinate un po’ sballate. Le persone equilibrate, quelle che superano le
difficoltà, sanno far leva sui propri difetti per far emergere le proprie qualità.
Davvero
volete farvi bloccare, nella vostra sfolgorante “carriera umana”, da un naso
storto? Dagli occhiali? Dalla cellulite? Dalla statura troppo alta o troppo
bassa? È davvero tutto qui? Il vostro essere nel mondo e non del mondo si
rinchiude tra un tacco 12 e un ciuffo laccato?
C’è
altro! C’è da volare
alti, altissimi. È l’unico modo per trovare pace, per sorridere, per amare.
Accettare
i propri difetti è un po’ come fare un respiro gigante e buttar fuori dai polmoni l’aria
impestata di una intera città. È liberare la mente, è predisporsi – proprio in
maniera consequenziale – ad accogliere l’altro. È sentirsi in pace.
Oggi
molti esibiscono piercing su ogni parte del corpo, tatuaggi vistosi e di
impatto, colorazioni o pettinature aggressive.
Se questo è il modo per comunicare al mondo il proprio essere speciali, bene. Viene il dubbio che nascondano
insicurezze e omologazioni alla moda del momento che poco hanno a che fare con
una personalità matura. Libertà deve coniugarsi con consapevolezza e
responsabilità. Siate ben saldi nelle vostre decisioni (e nelle loro
conseguenze), e ogni cosa seguirà il suo giusto corso.
Persino
i dodicenni...
I
giovanissimi insegnano: persino i dodicenni, che hanno meno esperienza di un
ventenne e di un quarantenne, non si fanno ingannare. Quando il cuore inizia a
battere all’impazzata, se ne fregano se l’amata o l’amato hanno brufoli o
inestetismi. Il
cuore viaggia per conto suo. Mantenere questa leggerezza è un antidoto contro le bruttezze dell’età,
ossia contro la voglia di rimanere giovani a tutti i costi, di non avere smagliature, di avere i
pettorali palestrati e il bicipite che, teso, forma un cigno (!).
Un
capolavoro da costruire. L’armonia è difficile, ma non impossibile da raggiungere. Volete degli esempi?
Cercate, tra i vostri amici, tra gli adulti, le persone che sono sempre sorridenti: davvero sono anche le più strabelle
esteticamente? <