Sui sentieri della Via Alta
Sacra di San Michele di Francesca Binfarè Tra paesaggio, storia e fede Sui sentieri della Via Alta In Valsusa, antichi itine...
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Sacra di San Michele |
di Francesca Binfarè
Tra paesaggio, storia e fede
Sui sentieri
della Via Alta
In
Valsusa, antichi
itinerari univano Francia
ed Italia da
Vercelli ad Arles. Ancora
oggi offrono esperienze
affascinanti.
Mentre le questioni
dell’alta velocità per collegare Italia e Francia, attraversando la Valsusa tengono banco, è tempo di riscoprire l’area di confine
tra questi due Paesi, ricca di interessanti tracce storiche e bellissima dal
punto di vista naturalistico. Come? Con un viaggio slow, lento, come sta tornando di moda: viviamo a pieno il
territorio ma concediamoci anche il giusto tempo per gustarlo. Questa zona è
sempre stata area di scambio e incontro tra Italia e Francia, e un tempo qui ci
si muoveva esclusivamente a piedi. Perché non farlo anche oggi, ripercorrendo le
orme degli antichi pellegrini?
L’intero
percorso da Vercelli ad Arles è senza dubbio impegnativo; però si può decidere
di scegliere solo alcune
tappe di
questo affascinante cammino, da percorrere a piedi, in bicicletta, o
spostandosi con treni e autobus: si possono scoprire piccoli e grandi gioielli della natura, dell’arte e della
religiosità che non possono che lasciare incantati.
Sceglieremo
solo alcune tappe tra le tante che meriterebbero di essere visitate. Siete
pronti per un viaggio nella storia, lungo la Via Alta ?
L'architettura religiosa
In Italia
si parte da Vercelli e dalla basilica di Sant’Andrea, si percorrono le risaie del Piemonte e la
pianura del Po che diventa man mano montagna, senza dimenticare la Torino dei Savoia, la Valsusa e il colle del
Monginevro. In Francia si attraversano la valle della Durance, il massiccio del
Luberon, Avignone (la città dei Papi) e si raggiunge Arles: da qui parte l’itinerario per Santiago di Compostela.
Abbazia di Novalesa |
Per chi
vuole immergersi nelle atmosfere del X e XI secolo, c’è l’affascinante Sacra di San Michele: è un suggestivo complesso architettonico
costruito sulla sommità del monte Pirchiriano, all’imbocco della Val di Susa.
La facciata dell’abbazia è imponente, con i suoi 41 metri d’altezza: al suo
interno si snodano scale, contrafforti e costruzioni che portano alla chiesa
vera e propria. La Sacra
è nata e si è sviluppata nel corso dei secoli attorno al culto di San Michele,
inserendosi nella linea di pellegrinaggio che unisce il santuario di Monte Sant’Angelo in Puglia al francese Mont-Saint-Michel. Oggi la Sacra di San Michele, simbolo del Piemonte e
dell’antica tradizione monastica, è uno dei monumenti più conosciuti e visitati
della regione; tra l’altro, pare che Umberto Eco si sia ispirato all’abbazia
per il suo libro Il
nome della rosa.
la cattedrale di Notre Dame du Réal |
Un gioiellino, non imponente ma suggestivo, si trova in Val Chenischia. È l’abbazia di Novalesa, costruita nel 726 ai piedi delle Alpi, distrutta dai
saraceni nel 906 e ricostruita nel XI secolo. Le vere perle da non perdere sono le cappelle costruite poco distanti
dalla chiesa: San Michele (o San Pietro), Santa Maria, Santissimo Salvatore e
soprattutto Sant’Eldrado e San Nicola, dove si possono ammirare due splendidi
cicli di affreschi dedicati alle vite dei due Santi.
Passando
in Francia, la cattedrale
di Notre Dame du Réal (a Embrun) accoglie uno dei più grandi tesori
religiosi del paese, visitabile nella cappella di Sainte Anne, mentre uno dei
migliori esempi francesi di romanico puro si può ammirare all’abbazia di Boscodon, a Crots: è un esempio perfetto di monastero
montano, costruito in totale armonia con la natura. Come non menzionare, poi,
il favoloso Palazzo
dei Papi di Avignone, edificato a partire dal 1335: è il palazzo gotico più importante del mondo, con i suoi 15.000 metri quadrati
di pavimento che sono pari al volume di quattro cattedrali gotiche.
Infine,
tappa conclusiva del viaggio (o meta di un weekend, perché no) è Arles, il cui centro storico con le terme, l’anfiteatro e altri
importanti resti antichi, fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Arles
si scopre a piedi in vari modi, per esempio seguendo il circuito del Patrimonio
Mondiale che dura un’ora e mezza e che sintetizza in sé quattro percorsi pedonali tematici: una passeggiata ideale per capire la
città.
Fortificazioni
e opere difensive
Briançon |
A Exilles si trova un’altra fortezza, solida e compatta,
costruita in una strettoia dell’alta Valsusa. La fama del forte si deve alla
tradizione secondo cui qui fu rinchiuso dal 1681 al 1687 “Maschera di ferro” (prigioniero dall’identità ignota che nascondeva il viso dietro un
maschera, protagonista di libri e film), tesi avvalorata da un carteggio
dell’epoca tra il ministro francese della guerra e il governatore di Pinerolo.
A Briançon si trova Cité Vauban, un insieme di
fortificazioni costruite nella parte alta della città che comprendono la cinta
muraria di Briançon, Fort des Salettes, Fort du Randouillet e Pont D’Asfeld,
che collega la città alla fortificazione principale, Fort des Trois-Têtes.
Briançon è situata in una posizione strategica, ed è per questo che Vauban, uno dei più grandi architetti militari di
tutti i tempi, ha costruito qui una delle sue celebri fortificazioni difensive,
che correvano lungo il perimetro dei confini francesi. Le fortificazioni Vauban
di Briançon dal 2008 sono state inserite nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
I parchi naturali
La Via
Alta è anche un cammino
nella natura. Lungo il suo percorso si attraversa il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana; con i suoi due laghi e la palude, si trova a poco più
di 20 chilometri da Torino. Il parco si può visitare lungo tre percorsi: la Via
dei Pellegrini di 22 chilometri, la Via Sacra di 10 e il più breve Anello della
Torbiera. A Exilles ci si trova nel Parco Naturale Gran
Bosco di Salbertrand: lungo un itinerario ad anello di circa 7 chilometri si vedono antichi
edifici, boschi e praterie d’alta quota (siamo tra i 1000 e i 2600 metri). Da
scoprire con il suo paesaggio tipicamente alpino è il Parco Naturale Orsiera Rocciavrè; il suo monumento più conosciuto è il
Forte di Fenestrelle.
Leroux |
Grandi
tradizioni sopravvivono nel Parco Naturale Regionale del Queyras, appena al di là del confine francese: è anche un
paradiso per chi ama praticare sport. Il Parco Nazionale degli Ecrins ospita più di 150 vette che superano i 3000 metri e 740
chilometri di sentieri segnalati per gli amanti delle camminate in montagna. Il
Parco Naturale del
Luberon, invece,
è un affascinante territorio di passaggio tra le Alpi e le pianure provenzali.
Infine, ad Arles, si entra nel Parco Naturale Regionale della Camargue, che copre il delta del fiume Rodano: qui nidifica la
più grande colonia d’Europa di fenicotteri rosa. Anche questa è la poesia della
Via Alta.