Atleti immortali
di Stefano Ferrio Totti ha fatto gol nella porta del Tempo Atleti immortali Una lunga lista di campioni, nel calcio come in altri spo...
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di
Stefano Ferrio
Totti ha fatto gol
nella porta del Tempo
Atleti immortali
Una lunga lista di
campioni, nel calcio come in altri sport, continuano a collezionare successi e
primati, nonostante l’età. Chi resisterà più a lungo?
Nessuno,
prima della sua rete al Manchester City, aveva segnato in Champions League a 38
anni suonati. D’altra parte, nuovi stili di vita e nuovi format agonistici
aiutano sempre più nonni a restare in campo, compreso il dilettante scozzese Borthwick,
schierato dal suo allenatore a 79 primavere di età. Fortuna vuole che il
primato di sir Stanley Matthews, fuoriclasse inglese ritiratosi
cinquantenne mezzo secolo fa, resta per ora inattaccabile .
Storie alla Francesco
Francesco
ha 49 anni suonati, e di cognome non fa Totti. Altra differenza, non vive a
Roma, ma a Torino. Le differenze più rimarchevoli finiscono qui. Perché, a
quanto si apprende dal suo annuncio, diffuso lo scorso autunno in rete, come il
suo omonimo romano, pure questo Francesco gioca regolarmente a calcio, almeno
due volte alla settimana. Tipo campionato più coppa, proprio come il capitano
della Roma. Con una tale caparbietà da avere fondato un club di “over 40” disposti come lui ad
andare all'impianto di Trecate (Milano) a giocare partite da un’ora, 8 contro
8.
Poi, si
sa, da cosa nasce cosa, e l’affiatamento fra nuovi compagni (i quali, si
raccomanda nell’annuncio, devono essere “seri, affidabili e simpatici”) può
ispirare l’idea innanzitutto di qualche cena fra amici e, in un secondo
tempo – ecco il sogno più o meno proibito – di un bel torneo di “over” a cui
iscriversi.
Già, perché che uno di cognome faccia Totti o Gianduiotti, continuare a
tenersi un pallone fra i piedi, ed eventualmente passarlo a un atterrito
compagno di squadra, è abitudine povera di senso qualora non sia finalizzata a
un qualche torneo in cui giostrare, a una qualche coppa per lo meno da
sognare, se non proprio da levare al cielo.
L’anagrafe non conta più
Di storie
come questa di Francesco da Torino se ne scovano sempre di più in un’epoca in
cui, in mezzo a tanti problemi noti o inediti da affrontare, c’è spazio anche
per qualche nuova tendenza di cui rallegrarsi. Una di queste, ispirata da diete
e costumi più consoni al trascorrere del tempo anagrafico, consiste in un’attività
sportiva praticabile fino a età che, a livello di massa, solo un paio di
decenni fa parevano impensabili.
Al punto
che, fra le più autentiche glorie sportive dell’Italia attuale, va annoverato
il signor Angelo Sala, bresciano di Palazzolo sull’Oglio, capace, a 87
anni suonati, di conquistare, lo scorso ottobre ad Antalya, in Turchia, il
suo “quinto” titolo mondiale di tennis, fra singolare e doppio, riservato alla
quarta età.
Anche nel
calcio non si scherza, considerando il caso dell’altro Francesco di questa
storia, giocatore professionista che di cognome fa proprio Totti,
capitano-bandiera della Roma da ormai un ventennio. Figurina giallorossa anche
in questa stagione, quando, tanto per cominciare, a 38 anni suonati, cosa dello
scorso ottobre, si è tolto l’enorme soddisfazione di segnare, sul campo del
Manchester City, un gol storico in Champions League, con delizioso
“scavetto” del pallone, mandato a planare sopra la testa del portiere in
uscita.
Storico
non tanto perché decisivo nel risultato della partita, uno a uno, ma per il
fatto di laurearlo calciatore più vecchio ad avere mai segnato in
“Champions’”, con record soffiato all’attaccante gallese Ryan Giggs, stellare
attaccante del Manchester United ritiratosi lo scorso maggio, a 40 anni compiuti.
Alla caccia di primati
Considerando
l’entusiasmo profuso in campo, il talento innato da trequartista, nonché il
bisogno vitale che la Roma
e i suoi tifosi hanno della sua classe, Totti possiede tutte le carte in regola
per abbattere altri primati di longevità calcistica. Secondo marcatore
nella storia della Serie A, con 237 gol segnati alla data dello scorso 31
ottobre, il capitano giallorosso è ancora lontano dal trono di Silvio Piola,
che negli anni Trenta e Quaranta collezionò 274 marcature indossando le maglie
di Lazio, Novara e altri club sparsi per l’Italia.
Ancora
alla sua portata è invece il primato delle presenze in massima serie,
attualmente ancorato alle 642 partite giocate dal difensore milanista Paolo
Maldini, mentre sono ben sei gli anni che
gli mancano per avvicinare i 44 compiuti, al momento del ritiro, dal “nonno”
dei professionisti italiani, ovvero il portiere Marco Ballotta, portiere
campione d’Italia (nel 2000) con la divisa della Lazio.
Di certo,
considerando l’innalzarsi dell’età media e le diete, nonché le tabelle di preparazione
psicofisica a disposizione degli atleti, dobbiamo abituarci all’idea di
primati frequentemente battuti in ambito di longevità calcistica.
Esempi famosi
Tanto per fare un esempio, alla domanda “Sapete qual è il calciatore
più vecchio mai sceso in campo in un torneo di massima serie?”, è veramente
improbabile centrare la risposta, ovvero Yuri Pudishev, classe 1954,
russo di Kaliningrad, a 56 anni suonati schierato (per altro da se stesso,
visto che era l’allenatore della squadra) con la maglia della Dinamo Brest,
Serie A della Bielorussia.
Ben venti primavere in più sfoggia peraltro l’attaccante di fascia Dickie
Borthwick, classe 1935, scozzese di Invergordon che, a 79 anni suonati,
vince perfino una terribile partita contro il cancro pur di indossare ancora la
divisa dei Wyke Rangers Veterans. Nessuna presenza fra i professionisti
nel suo tabellino, ma una militanza incrollabile con il pallone al piede,
testimoniata da migliaia di sfide sui campi spesso impraticabili delle
serie minori. A conferma del fatto che dobbiamo abituarci a questi nonni con
scarpette bullonate, pronti a stupirci con l’ennesimo assist, tiro al volo o
salvataggio sulla linea di carriere vissute ai limiti dell’infinito.
Nello
stesso tempo questa stessa, contemporanea tendenza all’immortalità atletica,
rende ancora più sfolgorante il record toccato, in ben altri anni, da uno dei
più grandi giocatori di sempre, l’attaccante di fascia inglese “sir” Stanley
Matthews, classe 1915, primo Pallone d’Oro della storia, ritiratosi all’età
di 50 anni indossando la divisa bianconera dello Stoke City. Una leggenda del
calcio, Matthews. Di quelle destinate a diventare esempio anche per i Totti del
futuro. <