Al mercato delle materie prime
di Graziano Chiura Il fragile equilibrio delle risorse Al mercato delle materie prime S ostenibilità delle produzioni e realiz...
https://www.dimensioni.org/2015/03/al-mercato-delle-materie-prime.html
di Graziano Chiura
Il
fragile equilibrio delle risorse
Al mercato
delle materie prime
Sostenibilità delle produzioni e realizzazione
di
materie prime innovative verdi
consentiranno
sia lo sviluppo economico
sia
un minore inquinamento.
Ma
le variazioni dei prezzi restano
un
ostacolo da superare.
Immaginiamo il mondo come un grande mercato, in cui le materie
prime vengono comprate e vendute. Espansioni o recessioni economiche
internazionali, variazioni climatiche, guerre, innovazioni tecnologiche, tutto
può influire sui prezzi. Piccole variazioni possono determinare enormi
cambiamenti e influire sulle economie di vaste aree geografiche.
L’ingresso di una nazione come la Cina tra i Paesi
industrializzati con il suo continuo bisogno di materie, ha aumentato la
domanda e spinto in alto, in questi ultimi anni, molti prezzi.
Se negli Stati Uniti la ripresa
economica è iniziata, in Europa pare lontana. Le importazioni europee di
materie prime si riducono mentre i capitali si spostano negli Usa danneggiando
i Paesi emergenti. Anche l’embargo imposto alla Russia per la crisi
ucraina comporta ingenti danni alle esportazioni delle merci europee.
Da sole non bastano
In questa particolare fase storica, molti Paesi che
possiedono materie prime stanno incontrando serie difficoltà: il semplice
possesso non garantisce la ricchezza di uno Stato, perché la vendita
all’estero, sottoposta alle oscillazioni del mercato, non fornisce garanzie di
sviluppo economico. Occorre la trasformazione, che può avvenire se una
nazione dispone di infrastrutture (ponti, strade, acquedotti, università,
centrali elettriche) e industrie. Per creare lavoro e sviluppo sono dunque
necessari ingenti investimenti, conoscenze e tecnologie, spesso non disponibili
nei Paesi più poveri. Con il passare del tempo le risorse si esauriscono, senza
migliorare le condizioni di vita delle popolazioni.
Ecco
alcuni casi emblematici.
Senza
l’intervento delle multinazionali occidentali e cinesi, gran parte del greggio
mondiale rimarrebbe da estrarre e trasformare.
Il carbonato
di litio, estratto in Afghanistan e in Bolivia, nel Salar de Uyuni, non
servirebbe a nulla senza ricerca, investimenti e sviluppo di nuove tecnologie e
non ci sarebbero le batterie ricaricabili a ioni di litio, prodotte in gran
parte in Germania, Francia, Israele, Giappone e Usa.
Selezione
e impiego delle varietà più pregiate di cacao, uso sapiente di
ingredienti di qualità, elaborate lavorazioni, tecnologie innovative (ora anche
stampanti in 3D), garantiscono un cioccolato eccellente. Il migliore continua a
essere prodotto in Svizzera e in Italia, dove non ci sono coltivazioni di
cacao.
Anche
l’Europa, con la crisi dell’Ucraina, è obbligata a modificare la provenienza di
acquisto del gas, nonostante resti stretto il legame economico con la Russia. Tra le diverse
opzioni d’acquisto si profila anche quello di importare gas non
convenzionale (shale gas) americano, trasportato in Spagna da navi
gasiere e distribuito nei Paesi europei con nuovi gasdotti. Questo gas estratto
dalle rocce di scisto presenti in abbondanza negli Usa, può cambiare nei
prossimi anni gli equilibri mondiali dell’energia. L’America sarà presto
in grado di raggiungere l’indipendenza energetica, di sviluppare la sua
economica e di insidiare il primato della produzione del gas nel Golfo,
influendo sulla riduzione del prezzo.
Anche il
costo del petrolio sta calando, per il minor consumo, la recessione
economica mondiale e il risparmio energetico, l’innovazione tecnologica, la
scoperta di nuovi giacimenti, l’utilizzo di nuovi pozzi e la produzione di
greggio americano. Ma non si può escludere un aumento a causa dell’instabilità
in Iraq, in Libia e in Nigeria.
Alimentazione nuova sfida
Nel
settore dell’alimentazione, a causa di nuovi fattori di crisi, potrebbe tornare
la speculazione sulle materie prime come nel 2008, e l’aumento dei prezzi
dei cereali, potrebbe causare altre rivolte in America latina, Nord Africa
e Medio Oriente.
La crisi
dell’Ucraina, grande esportatore mondiale di cereali, la siccità negli Stati
Uniti e il maltempo in Brasile stanno incidendo sul prezzo mondiale del
frumento, del mais, dell’orzo, della segala, del miglio, dell’avena, del grano
saraceno. L’aumento incide anche sul costo della carne da allevamento
che consuma molti cereali e acqua.

In
futuro, quando i costi lo consentiranno, la carne sintetica prodotta in
laboratorio metterà a disposizione un cibo ricco di proteine, evitando che più
di un terzo della produzione mondiale dei cereali venga mangiato dagli animali
e sottratto all’alimentazione umana.
Anche in
mare è necessario puntare su una pesca sostenibile, abbandonare la
cattura di pesci pregiati in via di estinzione e puntare sul consumo
dell’abbondante pesce azzurro e delle numerose meduse, che hanno la consistenza
del polpo e il gusto delle vongole.
Produrre meno
cibo ma di qualità, per sfamare in modo equilibrato e sano il maggior
numero delle persone al mondo al minore costo possibile è la sfida di questo
secolo.
Innovazione verde
Un nuovo
fronte di sviluppo è rappresentato dalle biomasse. Il Brasile è il primo
produttore mondiale di biocarburante ottenuto dalla canna da zucchero. L’Italia,
sebbene disponga di poche materie prime, con il suo know how è in grado
di utilizzare vegetali finora inutilizzati nell’industria come alghe, cardi,
canne selvatiche, con il vantaggio di non sottrarre cibo all’alimentazione
umana.
Enormi
quantità di materie prime vanno recuperate attraverso il riciclo di scarti di
lavorazione di prodotti agricoli, forestali e dell’industria alimentare.
L’Italia eccelle con i suoi brevetti nella produzione di biocarburanti e
di bioplastiche; se continuerà a ottenere risultati con la ricerca, nei
prossimi anni, sarà in grado di attirare rilevanti investimenti stranieri,
creare nuove industrie e numerosi posti di lavoro.
