Al mercato delle materie prime

di Graziano Chiura Il fragile equilibrio delle risorse Al mercato delle materie prime S ostenibilità delle produzioni e realiz...

di Graziano Chiura

Il fragile equilibrio delle risorse
Al mercato
delle materie prime

Sostenibilità delle produzioni e realizzazione
di materie prime innovative verdi
consentiranno sia lo sviluppo economico
sia un minore inquinamento.
Ma le variazioni dei prezzi restano
un ostacolo da superare.

 Immaginiamo il mondo come un grande mercato, in cui le materie prime vengono comprate e vendute. Espansioni o recessioni economiche internazionali, variazioni climatiche, guerre, innovazioni tecnologiche, tutto può influire sui prezzi. Piccole variazioni possono determinare enormi cambiamenti e influire sulle economie di vaste aree geografiche.
L’ingresso di una nazione come la Cina tra i Paesi industrializzati con il suo continuo bisogno di materie, ha aumentato la domanda e spinto in alto, in questi ultimi anni, molti prezzi.
Se negli Stati Uniti la ripresa economica è iniziata, in Europa pare lontana. Le importazioni europee di materie prime si riducono mentre i capitali si spostano negli Usa danneggiando i Paesi emergenti. Anche l’embargo imposto alla Russia per la crisi ucraina comporta ingenti danni alle esportazioni delle merci europee.

Da sole non bastano
In questa particolare fase storica, molti Paesi che possiedono materie prime stanno incontrando serie difficoltà: il semplice possesso non garantisce la ricchezza di uno Stato, perché la vendita all’estero, sottoposta alle oscillazioni del mercato, non fornisce garanzie di sviluppo economico. Occorre la trasformazione, che può avvenire se una nazione dispone di infrastrutture (ponti, strade, acquedotti, università, centrali elettriche) e industrie. Per creare lavoro e sviluppo sono dunque necessari ingenti investimenti, conoscenze e tecnologie, spesso non disponibili nei Paesi più poveri. Con il passare del tempo le risorse si esauriscono, senza migliorare le condizioni di vita delle popolazioni.
Ecco alcuni casi emblematici.
Senza l’intervento delle multinazionali occidentali e cinesi, gran parte del greggio mondiale rimarrebbe da estrarre e trasformare.
Il carbonato di litio, estratto in Afghanistan e in Bolivia, nel Salar de Uyuni, non servirebbe a nulla senza ricerca, investimenti e sviluppo di nuove tecnologie e non ci sarebbero le batterie ricaricabili a ioni di litio, prodotte in gran parte in Germania, Francia, Israele, Giappone e Usa.
Selezione e impiego delle varietà più pregiate di cacao, uso sapiente di ingredienti di qualità, elaborate lavorazioni, tecnologie innovative (ora anche stampanti in 3D), garantiscono un cioccolato eccellente. Il migliore continua a essere prodotto in Svizzera e in Italia, dove non ci sono coltivazioni di cacao.

Anzitutto l’energia
La Cina è il maggiore estrattore e consumatore di carbone al mondo, con notevoli danni per ambiente e salute. La classe dirigente cinese è consapevole di dover passare a una economia sostenibile, ma il passaggio richiede tempo e denaro. La diversificazione energetica è in corso, con la costruzione di centrali idroelettriche, a gas, nucleari, solari ed eoliche. L’accordo di fornitura di gas tra Russia e Cina, che prevede la costruzione di un gasdotto siberiano, consentirà alla Russia l’esportazione in un nuovo mercato e metterà a disposizione della Cina forniture diverse da quelle provenienti dal Golfo Persico.
Anche l’Europa, con la crisi dell’Ucraina, è obbligata a modificare la provenienza di acquisto del gas, nonostante resti stretto il legame economico con la Russia. Tra le diverse opzioni d’acquisto si profila anche quello di importare gas non convenzionale (shale gas) americano, trasportato in Spagna da navi gasiere e distribuito nei Paesi europei con nuovi gasdotti. Questo gas estratto dalle rocce di scisto presenti in abbondanza negli Usa, può cambiare nei prossimi anni gli equilibri mondiali dell’energia. L’America sarà presto in grado di raggiungere l’indipendenza energetica, di sviluppare la sua economica e di insidiare il primato della produzione del gas nel Golfo, influendo sulla riduzione del prezzo.
Anche il costo del petrolio sta calando, per il minor consumo, la recessione economica mondiale e il risparmio energetico, l’innovazione tecnologica, la scoperta di nuovi giacimenti, l’utilizzo di nuovi pozzi e la produzione di greggio americano. Ma non si può escludere un aumento a causa dell’instabilità in Iraq, in Libia e in Nigeria.

Alimentazione nuova sfida
Nel settore dell’alimentazione, a causa di nuovi fattori di crisi, potrebbe tornare la speculazione sulle materie prime come nel 2008, e l’aumento dei prezzi dei cereali, potrebbe causare altre rivolte in America latina, Nord Africa e Medio Oriente.
La crisi dell’Ucraina, grande esportatore mondiale di cereali, la siccità negli Stati Uniti e il maltempo in Brasile stanno incidendo sul prezzo mondiale del frumento, del mais, dell’orzo, della segala, del miglio, dell’avena, del grano saraceno. L’aumento incide anche sul costo della carne da allevamento che consuma molti cereali e acqua.
Urge un diverso regime alimentare in sostituzione della carne d’allevamento di grossa taglia con un allevamento di animali di taglia sempre più ridotta, che impieghi meno cereali e meno acqua. In Asia, in particolare in Vietnam, stanno allevando gli insetti, ricchi di proteine, fibre e sali minerali. Questo tipo di allevamento presto si diffonderà in altri Paesi: gli insetti si sviluppano velocemente, richiedono poco spazio e ridotto consumo di cereali e acqua e possono essere usati per alimentare sia gli animali che gli uomini.
In futuro, quando i costi lo consentiranno, la carne sintetica prodotta in laboratorio metterà a disposizione un cibo ricco di proteine, evitando che più di un terzo della produzione mondiale dei cereali venga mangiato dagli animali e sottratto all’alimentazione umana.
Anche in mare è necessario puntare su una pesca sostenibile, abbandonare la cattura di pesci pregiati in via di estinzione e puntare sul consumo dell’abbondante pesce azzurro e delle numerose meduse, che hanno la consistenza del polpo e il gusto delle vongole.
Produrre meno cibo ma di qualità, per sfamare in modo equilibrato e sano il maggior numero delle persone al mondo al minore costo possibile è la sfida di questo secolo.

Innovazione verde
Un nuovo fronte di sviluppo è rappresentato dalle biomasse. Il Brasile è il primo produttore mondiale di biocarburante ottenuto dalla canna da zucchero. L’Italia, sebbene disponga di poche materie prime, con il suo know how è in grado di utilizzare vegetali finora inutilizzati nell’industria come alghe, cardi, canne selvatiche, con il vantaggio di non sottrarre cibo all’alimentazione umana.
Enormi quantità di materie prime vanno recuperate attraverso il riciclo di scarti di lavorazione di prodotti agricoli, forestali e dell’industria alimentare. L’Italia eccelle con i suoi brevetti nella produzione di biocarburanti e di bioplastiche; se continuerà a ottenere risultati con la ricerca, nei prossimi anni, sarà in grado di attirare rilevanti investimenti stranieri, creare nuove industrie e numerosi posti di lavoro.

L’Europa ha messo in moto un processo di sviluppo ecologico e di tutela ambientale che svilupperà una economia di integrazione sostenibile tra settore alimentare, energetico e dei prodotti chimici. Nei prossimi anni verranno sviluppati in questa direzione numerosi progetti europei, che richiederanno ingenti investimenti in ricerca e innovazione tecnologica, in grado di trainare la ripresa economica, far uscire gli europei dalla crisi e migliorare la loro qualità di vita.<

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