L’economia della Decrescita

di Enrico Molineri L’economia della Decrescita Un tema poco trattato dai media tradizionali, ma in continua espansione, sta div...

di Enrico Molineri



L’economia della Decrescita

Un tema poco trattato dai media tradizionali, ma in continua espansione,

sta diventando un movimento globale e raggiungendo sempre più persone.



La decrescita è stata teorizzata da Georgescu-Roegen, economista rumeno fondatore della bioeconomia.

Nel periodo di crisi in cui viviamo ci viene continuamente ripetuto che la soluzione è la crescita, ma in un mondo finito, come si può pensare di produrre sempre più merci, delle quali molte non sono beni strettamente primari? La crescita economica viene sempre abbinata ad un aumento di benessere, ma più che nella società del benessere viviamo nella società del beneavere. Ma il possesso di oggetti non assicura la felicità.

L’economista rumeno sosteneva che anche l’economia deve tener conto delle leggi fisiche ed in particolare del secondo principio della termodinamica. Il principio dice che l’energia utilizzata in un processo alla fine sarà di qualità inferiore. Ne è un esempio il motore dell’auto, dove buona parte del carburante si trasforma in calore e non in energia per muovere il veicolo.

Anche l’utilizzo di materia per produrre merci provoca un degradamento della stessa e quindi minor disponibilità per il futuro. Secondo Georgescu-Roegen l’economia doveva essere ripensata tenendo conto dei vincoli ecologici.

La crescita economica viene valutata con il PIL, cioè la quantità di merci prodotte da una nazione. In questo calcolo viene considerato per esempio il cibo, ma una grande quantità di questo viene buttata; nel PIL sono considerati i farmaci, anche quelli che servono per curare una malattia causata dall’inquinamento che a sua volta contribuisce in modo indiretto al PIL in quanto risultato dell’utilizzo di energia nella produzione industriale di merci.

La decrescita non significa un abbandono indiscriminato della modernità, ma una critica costruttiva all’attuale modello di sviluppo: un esempio per capire meglio è la sostituzione degli infissi di casa per migliorare l’isolamento termico. Con gli infissi nuovi sarà necessaria meno energia per scaldare la casa, quindi il PIL diminuirà, ma la qualità della vita e l’impatto sull’ambiente saranno nettamente migliori.



Storie di vita

Maurizio Pallante, laureato in lettere ed ex professore, nel 2007 ha fondato il Movimento della Decrescita Felice. I circoli del movimento si trovano in tutta Italia, organizzano dibattiti su varie tematiche riguardanti la società e corsi pratici di autoproduzione.

Pallante ha definito alcuni punti importanti per descrivere la decrescita:

consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione;

non chiamare consumatori gli acquirenti, perché lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma l’uso;

distinguere la qualità dalla quantità;

desiderare la gioia e non il divertimento;

valorizzare la dimensione spirituale e affettiva;

collaborare invece di competere;

La decrescita è la possibilità di realizzare un nuovo Rinascimento, che liberi le persone dal ruolo di strumenti della crescita economica e ri-collochi l’economia nel suo ruolo di gestione della casa comune a tutte le specie viventi in modo che tutti i suoi inquilini possano viverci al meglio.





«La nostra sovracrescita economica si scontra con i limiti della finitezza della biosfera. La capacità rigeneratrice della terra non riesce più a seguire la domanda: l’uomo trasforma le risorse in rifiuti più rapidamente di quanto la natura sia in grado di trasformare questi rifiuti in nuove risorse».

(Serge Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena)

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