La spesa che dà lavoro
attualità di Elisa Murgese Un’idea brillante della cooperativa Namasté La spesa che dà lavoro Nasce a Milano “ZeroPer...
https://www.dimensioni.org/2016/09/la-spesa-che-da-lavoro.html
di Elisa Murgese
Un’idea brillante della cooperativa
Namasté
La spesa che dà lavoro
Nasce a Milano “ZeroPerCento”, il
primo negozio a chilometro zero gestito solo da disoccupati. Per rispondere in
modo intelligente alla crisi.
Una laurea in economia all’Università
Bocconi di Milano può aprire tante porte. Certamente, è un titolo di studio
ben spendibile nel mondo del lavoro. Eppure Teresa Scorza ha scelto di
dire no a possibili offerte di un tanto agognato “posto fisso” per dedicarsi al
sociale, o meglio al suo progetto “per aiutare il prossimo”. Ed è con questo
obiettivo che ha fatto nascere ZeroPerCento, il primo negozio a
chilometro zero di Milano gestito solo da disoccupati.
«Segretario, commesso e responsabile dei prodotti sono solo alcune delle
posizioni che offriremo a chi ha perso il lavoro – racconta la 28enne di
Gallarate, in provincia di Milano – . Altro obiettivo del negozio sarà aiutare
cooperative sociali e piccoli agricoltori, visto che i prodotti in vendita
saranno esclusivamente a chilometro zero: dalle cascine lombarde direttamente
ai bancali di ZeroPerCento».
Un’opportunità per chi sta cercando un’occupazione, quindi, ma anche per
chi volesse contribuire ad un progetto sociale semplicemente facendo la
spesa.
Niente logiche aziendali
Dietro il nuovo emporio solidale meneghino si trova Namasté, nata
a inizio 2016 da tre giovani donne dai 28 ai 40 anni. Si tratta di una neonata
cooperativa sociale che ha come obiettivo proprio il reinserimento di soggetti
svantaggiati nel mondo del lavoro. «Siamo partite pensando di creare un
progetto in cui assumere persone che per motivi diversi faticano a trovare
lavoro – commenta Teresa Scorza – , quindi si tratta di un’ottica opposta
rispetto a quella che potrebbe fare un’azienda».
Troppo spesso, infatti, se non hai i titoli di studio o l’esperienza
adatta “sei automaticamente fuori dal mondo del lavoro”. «Noi, invece, crediamo
che qualunque mestiere si possa imparare».
È bastato che la voce si spargesse un poco per vedere fioccare alla
casella di posta della cooperativa sociale i curriculum più diversi, dal
ragazzo appena diplomato dall’istituto tecnico al padre di famiglia con
difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro, senza dimenticare persone con
trascorsi difficili che necessitano non solo di un aiuto nel cercare
un’attività ma anche di un percorso di formazione e orientamento.
L’unico requisito per candidarsi all’emporio solidale, oltre ad essere
cittadino milanese, è quello di non avere un’occupazione fissa da almeno sei
mesi. Primo step, quindi, sarà l’assunzione di cinque persone, con
l’obiettivo di raddoppiare i posti di lavoro offerti entro i primi mesi di
attività, «sperando di avere un buon fatturato già dalle prime settimane»,
incrocia le dita la 28enne di Gallarate.
Ai nuovi contratti, che potranno avere un tempo massimo di nove mesi,
Namasté affiancherà anche periodi di formazione per aiutare il disoccupato a
reinserirsi effettivamente nell’universo lavorativo. «Rifare insieme il
curriculum – precisa Teresa Scorza – ma anche simulare colloqui e capire le
proprie aree di interesse: di tutto questo si occuperà ZeroPerCento».
Come funziona
Oltre ad avere tra i suoi dipendenti
dei milanesi che negli ultimi mesi non hanno trovato un posto di lavoro,
tra gli scaffali di ZeroPerCento troveranno posto anche persone
considerate svantaggiate, ovvero ex carcerati, disabili o ex
tossicodipendenti, che dovranno rappresentare il 30% del personale.
Difatti, idee per ampliare il progetto le tre giovani fondatrici di Namasté le
hanno già messe in cantiere. «Oltre al negozio, sarà presente un piccolo bar
che offrirà degustazioni e frullati, l’ideale per pause pranzo particolari».
Ancora impossibile, però, per i milanesi mettere a calendario la prima
visita visto che la cooperativa sociale sta ancora valutando le diverse
proposte che le sono state fatte rispetto alla location. E mentre
finiscono gli ultimi preparativi, resta aperta la lista di figure professionali
a cui candidarsi: commesso, cassiere, responsabile dei rapporti con i
fornitori, segretario, addetto alle pulizie e – quando sarà aperto il piccolo
bar – si aprirà anche la posizione da barista.
«Inoltre, quando saremo più avviati, sarebbe interessante affiancare alla
psicologa del centro un operatore junior che la possa aiutare nella gestione
della parte sociale della cooperativa», continua Teresa Scorza.
Ma come funzionerà l’emporio solidale per i clienti? Da ZeroPerCento
potrà fare la spesa chiunque, sapendo non soltanto di mettere nel carrello sani
prodotti a chilometro zero ma anche di aiutare a contribuire alla vita
di un progetto a favore dei disoccupati della città. E saranno proprio loro,
coloro che hanno perso il lavoro e risiedono a Milano, ad avere un vantaggio in
più se sceglieranno di fare la spesa da ZeroPerCento: potere riempire il
proprio carrello ad un prezzo agevolato.
In altre parole, in base al reddito, al numero dei figli e ai mesi di
disoccupazione accumulati, ad ogni persona priva di lavoro sarà assegnato un
numero di punti che corrispondono ad altrettanti soldi da potere spendere
per fare la spesa nel negozio. «Chiediamo di pagare solo il 10% della spesa
mensile – raccontano da Namasté – per dare valore alla nostra attività e potere
aiutare il più alto numero di disoccupati possibile».
Più alto sarà il fatturato dell’emporio, infatti, maggiore sarà la
possibilità di inserire persone svantaggiate nel programma. «Speriamo che i
milanesi ci scelgano – conclude la fondatrice dell’emporio solidale – decidendo
di spendere un euro in più per fare la spesa ma portando a casa un
prodotto genuino e regalando un sorriso ai nostri dipendenti, finalmente
tornati a lavoro». <