In carrozza con le star

Rivive un classico di Agatha Christie In carrozza con le star “Assassinio sull’Orient Express” viene rivisto da Kenneth Branagh,...

Rivive un classico di Agatha Christie




In carrozza con le star



“Assassinio sull’Orient Express” viene rivisto da Kenneth Branagh, nella doppia veste di regista e interprete dell’immortale investigatore Poirot. E per l’occasione schiera un’eccezionale squadra di attori.


   Il menu è succulento e viene servito nei cinema sotto il segno del giallo e con gli ingredienti migliori: classico, con gusto e con un pizzico di imprevedibilità. Classico, perché porta la firma prestigiosa di Agatha Christie; con gusto, per il superlativo cast messo in piedi; con un pizzico di imprevedibilità perché quando c’è di mezzo Kenneth Branagh non mancano mai le sorprese.
Tre condizioni che, frullate insieme, hanno preso la “forma” di Assassinio sull’Orient Express, l’ultima fatica che vede impegnato l’eccellente Kenneth Branagh nella doppia veste di regista e interprete principale, in questo caso nei panni dell’ispettore Hercule Poirot.





 






Torna così uno dei personaggi più iconici della letteratura gialla, inventato da Agatha Christie nel 1920, che sarà l’infallibile detective di tanti romanzi di successo, alcuni diventati degli autentici classici come, appunto, Assassinio sull’Orient Express.
Non a caso era già stato riproposto sul grande schermo nel 1974 con la regia dell’ottimo Sidney Lumet, contornato da una schiera di stelle di quel periodo come Albert Finney, Vanessa Redgrave, Sean Connery, Ingrid Bergman (che vinse un Oscar per la sua interpretazione), Anthony Perkins, Jacqueline Bisset e altri ancora.
Per la sua riproposta, Branagh non ha voluto essere da meno del collega Lumet e ha “arruolato” una squadra di attori di altissimo prestigio: Penélope Cruz, Johnny Depp, Daisy Ridley, Willem Dafoe, Judi Dench, Michelle Pfeiffer, Derek Jacobi, per citarne alcuni. Tutti saliti in carrozza sul lussuoso Orient Express per compiere un viaggio da Istanbul a Calais, ignari di cosa sarebbero andati incontro.


Tanti sospetti

La trama, benché conosciuta, vale la pena di essere accennata, anche perché il pubblico giovane, con tutta probabilità, la ignora. Siamo negli anni ’30 e sul convoglio, una notte, si consuma un efferato delitto: viene ucciso con dodici coltellate Edward Rachett (Johnny Depp), un misterioso uomo d’affari americano.
Il treno, per giunta, rimane bloccato da un’abbondante nevicata nel bel mezzo delle Alpi, con sgomento dei facoltosi passeggeri. Per loro fortuna, a bordo si trova anche il celebre investigatore Poirot (Kenneth Branagh) che, “lisciandosi” i suoi proverbiali baffi, qui insolitamente più folti rispetto al personaggio originale, si mette a indagare per trovare il colpevole.
Passando di carrozza in carrozza, interrogando ora uno ora l’altra, mettendo il naso nei bagagli e nelle vite dei passeggeri, Poirot raccoglie vari indizi che lo indirizzano verso la soluzione dell’intricato rompicapo e che lo metterà di fronte a un caso di coscienza
Alla fine, quale decisione prenderà il detective?


Un giallo sempre attuale

Scritto dalla Christie nell’estate del 1933 durante un soggiorno a Istanbul, nella stanza 441 del Pera Palas Hotel (diventato oggi un piccolo museo in suo onore), il romanzo è costruito con un meccanismo talmente perfetto che lo ha reso inossidabile al tempo, come d’altronde capita a ogni capolavoro. Ha commentato Branagh al quotidiano La Repubblica: «La sua scrittura è meno semplice di quel che si crede, e il pubblico lo ha capito. Nei suoi personaggi albergano le pulsioni più primitive, che ci appartengono ancora oggi, e lei è brava a farle affiorare. Sa cogliere implacabile ogni dettaglio dell’umanità che incontra e per questo è ancora attuale. Anche dalle sue lettere si comprende la forza di questa donna indipendente che nel 1928 viaggiò sull’Orient Express».
Per realizzare il film sono stati ricostruiti due treni negli studi londinesi di Longcross, con una locomotiva da 220 quintali, per dare più realismo alle sequenze, così come tutti gli attori si sono ritrovati a recitare insieme sul set. «In pellicole di questo tipo – dice Judi Dench – spesso si gira a pezzi e in momenti diversi, senza incontrarsi mai. Invece, stavolta, è accaduto l’opposto e questo ha certo dato più coesione alla trama e all’interazione tra i personaggi».
Personaggi interpretati, come detto, da un dream team di attori che Branagh è stato bravo a riunire davanti alla macchina da presa. «Sono onorato – sostiene – di aver lavorato con un gruppo così fantastico. Ognuno di essi ha dato al proprio personaggio una particolare caratterizzazione, facendo emergere quell’inquietudine e cupezza che trapela dal romanzo».


Un detective con i baffi

D’altra parte la storia della Christie non si ferma solo alla solida e coinvolgente trama gialla, ma scruta negli stati d’animo dei protagonisti con le loro paure, fragilità, insicurezze, ambiguità, mentre su un altro piano offre una panoramica sui vizi e le virtù della borghesia, Poirot incluso. Sottolinea Branagh: «Lui è pragmatico e ossessivo: ogni giorno mangia due uova allo stesso punto di cottura. È duro quando indaga, ma anche compassionevole e gentile».
In questo remake, benché ancorato al romanzo, il regista si è preso delle libertà nel trattare alcuni personaggi per introdurre qualche elemento nuovo nella vicenda, a partire da Poirot stesso, che sfodera dei baffi rigogliosi come mai accaduto prima nelle passate interpretazioni di altri colleghi, tra cui quelle celebri di Albert Finney e Peter Ustinov. «La Christie – precisa Branagh – li definisce “immensi” e io l’ho presa in parola. Sono al tempo stesso provocazione e protezione. Chi li trova ridicoli tende a sottovalutare Poirot, rendendo più semplice la sua investigazione».
Inevitabilmente pioveranno paragoni, soprattutto con il film del 1974, ma Branagh non teme confronti: «Non ho rivisto quella pellicola di proposito. I racconti classici, come certe canzoni, possono avere infinite interpretazioni». Intanto, quella sui… baffi l’ha già vinta lui.<

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