La mia amica è incinta

Cambia la vita La mia amica è incinta Cosa fare? Come comportarsi con i ragazzi che vivono questa esperienza “boom!”? Come possiamo ren...

Cambia la vita

La mia amica
è incinta

Cosa fare?
Come comportarsi con i ragazzi che vivono questa esperienza “boom!”?
Come possiamo renderci utili? 

  Prima c’era una vita di divertimento, spensieratezza, studio, amici, uscite, vestiti, trucchi. Poi qualcosa cambia e nel giro di pochi mesi la stessa persona si trova a pensare a travaglio, epidurale, studi da smettere, futuro da riprogrammare.
Succede, tante volte, anche in Italia, che una ragazza rimanga incinta con annessi e connessi psicologici, fisici e di relazione importanti, a volte devastanti, a volte no, ma pur sempre “netti”, nel senso che, da quel momento in poi, nulla sarà più come prima.
E allora cosa si fa? Chi si attiva, a cosa si pensa? Il pensiero di abortire è l’unica soluzione possibile? Ma quali strascichi lascerà una scelta così drammatica di interrompere una vita innocente? Il tema è complesso e parlarne su una rivista è davvero limitante. Proviamo allora a scartare questa ipotesi e ad accogliere una nuova vita usando il cuore e la mente.

Una strada in salita

Una gravidanza inaspettata è boom!, un fatto epocale: come i due ragazzi (perché non è mai, il fatto, solo di competenza della ragazza) vi siano arrivati, a questo punto poco importa. Certo l’effetto stordimento è importante, dura per un bel po’ e coinvolge non solo due adolescenti, ma almeno quattro genitori totalmente impreparati a trovarsi in questa situazione.
Ciascuno dei protagonisti vive diverse fasi: incredulità, nervoso, preoccupazione, paura, rassegnazione… e poi tutto ricomincia, nel senso che non si può morire di crepacuore, né chiudersi in casa per la vergogna, né nascondere una pancia che cresce.
Anche solo in questo breve racconto vi sarete accorti di quanti pregiudizi siano usciti: troppo spesso la gravidanza è percepita come qualcosa di sporco, un’onta incancellabile.
Invece, posto che non si può tornare indietro, perché non si gira la questione in positivo e non si inizia a pensare alla bellezza di una nuova vita che si sta formando? 
Rose e fiori sono finiti nel cestino ancor prima di essere usciti dalle mani abili del fiorista, perché c’è poco da stare allegri, pensano i più. A 16, 17 anni, una ragazza è fisicamente pronta a diventare mamma, ma psicologicamente? E il papà: quale ruolo intende giocare? E a quanti sogni di carriera-realizzazione dovranno rinunciare? E i giovani nonni come faranno ad accollarsi nuove e impreviste spese?
Se tutti la vediamo in questo modo, possiamo iniziare a piangere e gettare la spugna. Da una situazione di questo genere, però, non si esce con la rassegnazione, né con il dispiacere: bisogna mettere in campo altri sentimenti. E se non si riesce da soli, occorre farsi aiutare.

Nessuno è solo 

Nel nostro Paese nessuno viene lasciato solo, da nessun punto di vista. La ragazza incinta e il suo fidanzato devono, è vero, gestire la novità in prima persona, ma possono poi contare su una rete ben strutturata di aiuti qualificati: ci sono i consultori delle Asl, che forniscono assistenza medica e anche psicologica. Il supporto può essere allargato anche ai familiari.
Ci sono percorsi di ogni genere, che accompagnano le future mamme a vivere la gravidanza e il parto in serenità, cercando di far gustare loro ogni attimo di questi nove incredibili mesi. E poi pensate alla comunità parrocchiale, agli educatori, alle figure adulte di riferimento che sono chiamate non a giudicare (questa è la paura più grande), ma a dare una mano.
Anche gli insegnanti e i compagni di scuola sono “strumenti” preziosi: una volta che il bambino sarà nato, magari la mamma vorrà riprendere gli studi. Sarà complicato, ma non impossibile!

Cosa vuoi dalla tua vita? 

Ogni mattina ti alzi, ti guardi allo specchio e dici: «Ok, oggi farò questo e quello, vedrò Tizio e Caio, mi vestirò così e cosà»: tutto gira giustamente attorno a te e alla tua vita sociale. Nel momento in cui una ragazza resta incinta giovanissima, lo specchio le rimanda “visioni” della vita del tutto nuove: ciò che era stato programmato (l’università, il lavoro) subisce uno stop. Il tempo si dilata, e le esigenze non sono più “singole”, ma “doppie”.
Ci vuole una buona dose di coraggio per affrontare un cambiamento di fronte di questo genere, ma le ragazze sono forti e coraggiose e, con il giusto supporto, possono diventare mamme super alla pari di una trentenne o di una quarantenne. Certo ogni protagonista di questa “storia allargata” dovrà usare tutta la sua massima capacità di comprensione e amore, soprattutto il futuro papà. 
Troppe sono le situazioni (i due stavano insieme? Da quanto? Magari si conoscono dall’estate…) che si possono verificare, ma una vita è in arrivo, occorre diventare grandi. Le potenzialità ci sono, bisogna solo tirarle fuori.

Il gioco del “a me mai!”

C’è un gioco che viene molto facile, agli amici dei ragazzi che si trovano a vivere una gravidanza: giudicare, commentare, riflettere, paragonare. Niente di più sbagliato. Primo: pensare “a me non capiterebbe mai” è un tantino rischioso e supponente. La vita non è un file excel, ogni tanto le carte nel mazzo si rimescolano.
Non è nemmeno una gara a chi conduce un’esistenza “candida”: saremo giudicati per il bene che daremo, non per quello che tratterremo o per le considerazioni filosofiche che proporremo con lo scopo – nascosto – di distinguerci dagli altri e fare una figura migliore.
Al posto di ridicolizzare o stare lontani dai ragazzi che vivono una situazione nuova, e per loro gigantesca, perché, per esempio, non dare una mano? Ci sono tantissimi aiuti che si possono dare, negli acquisti, nella gestione, ne


l supporto durante le visite, nelle chiacchiere. La ragazza incinta non è un mostro con malattie contagiose: è una coetanea con la pancia che cresce e gli ormoni e il cuore in subbuglio. Coraggio! C’è bisogno di voi. <

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