Arrivederci, amore, ciao…
di Elena Giordano Arrivederci, amore, ciao… Finisce qua-a-a-a-aaaa. Ma non è detto che sia un male. Se stare nel gruppo significa “st...
https://www.dimensioni.org/2013/10/arrivederci-amore-ciao.html
di Elena Giordano
Arrivederci, amore, ciao…
Finisce qua-a-a-a-aaaa. Ma non è detto che sia un male. Se stare nel gruppo
significa “stare male”, meglio cambiare aria. Ma farsi qualche domanda.
Il gruppo è un patto, una relazione stabile, una
narrazione che ha un inizio e uno svolgimento. E che a volte ha anche una fine.
E non serve fare drammi.
Ma io proprio dal dramma parto.
Domenica, ore 17, festa del cioccolato in oratorio per i
bambini. Ci presentiamo tutti, arriva anche Ludo (vica), storica presenza e
amica cara di Carlotta. Il clima è di festa, e allo stesso tempo di rilassatezza.
Riconsegnati i bimbi ai loro genitori, ci fermiamo come sempre a chiacchierare
tra noi, e Ludo spiega, con molta tranquillità, che non intende più far parte
del gruppo.
Il motivo? Boh, più o meno esauriente: sente che non è
più in sintonia con le motivazioni, ha poco tempo perché studia troppo e
vorrebbe spenderlo in altro modo, si sente “grande” per le attività che seguiamo
da anni. Arrivederci, amore, ciao… canticchia sotto voce Tommi: no, non è
innamorato, è il suo modo, un po’ brusco, per affermare che via una Ludo se ne
fa un’altra, che il gruppo è aperto, lo andiamo dicendo da anni, per cui si può
andare, venire, tornare. A restare un po’ interdetta è invece Carlotta.
Non è in discussione l’amicizia tra lei e Ludo, tra Ludo
e tutti noi, ma il senso dello stare insieme. Davvero il nostro trovarsi è una
perdita di tempo? Davvero siamo “grandi” per la chitarra, i cartelloni, le
torte al cioccolato? E dove sta scritto? La posizione di Carlotta è molto
critica. In realtà siamo tutti dispiaciuti, perché è vero che il gruppo è aperto,
ma mannaggia, quando uno si allontana il vuoto si sente, eccome! Quello
lanciato da Ludo non è un problema da risolvere, ma una situazione da
accettare. Non prima, però, come da suggerimento di Carlotta, di aver messo
qualche puntino sulle i.
Ecco i puntini più pungenti: ciascuno di noi ha milioni
di obblighi, responsabilità e attese che lo attendono every day quando apre gli
occhi.
L’università, la famiglia,
i nonni, lo sport, l’oratorio, la crescita personale, il ragazzo o la ragazza. Davvero,
in questa vita misurata al millisecondo, è necessario escludere un’attività per
fare posto a tutte le altre?
Secondo puntino: crescere non vuol dire abbandonare le
attività che si sono sempre fatte perché “da piccoli”. Chiaro, un conto è
smettere d giocare con bambole e Lego, un conto è guardare dall’alto in basso
attività che sino a un secondo prima erano divertenti e utili.
Perché, invece, non provare a fare sempre le stesse, ma
con uno spirito nuovo, adulto, più adeguato all’età? Queste sono le obiezioni
che Carlotta ha posto a Ludo, e in realtà a tutti noi.
La frattura per allontanamento
di Ludo non è rimarginabile, lei ha già fatto la sua scelta, ma questa presa di
coscienza di un cambiamento che attende tutti noi secondo me promette molto
bene. La fissità e la noia sono la morte dei gruppi, anche dei più affiatati e
persino di quelli sorretti dall’associazionismo strutturato.
Noi non vogliamo morire, non ne abbiamo nessuna intenzione,
per cui: porte sempre spalancate ad accogliere le new entry, un abbraccio a chi
decide di percorrere un’altra strada.
P.s. comunque secondo me Ludo tornerà presto, perché chi
è abituato a vivere con profondità, quando vive con leggerezza si annoia e vede
ogni colore sbiadire.