Giovani in ascesa… fra stage e tirocini

  I Cavalieri del Lavoro  sono imprenditori  che si sono distinti per  il contributo alla crescita sociale, occupazionale  e tecnologica e a...

 I Cavalieri del Lavoro sono imprenditori che si sono distinti per il contributo alla crescita sociale, occupazionale e tecnologica e al prestigio del “Made in Italy”. 
Oggi puntano sui giovani.

I giovani sono una risorsa fondamentale nelle aziende guidate dai Cavalieri del Lavoro. Circa un terzo degli occupati ha meno di 35 anni. E la maggioranza delle imprese ha sviluppato programmi e iniziative per facilitare il raccordo con scuola e università, migliorare le politiche di selezione e reclutamento, favorire percorsi di crescita professionale. L’86,2% delle aziende dei Cavalieri del Lavoro collabora con scuole e università per l’organizzazione di stage e tirocini.

Cosa vogliono le imprese
Una volta che i giovani sono entrati in azienda vengono attuate politiche di sviluppo professionale differenti. Se la quasi totalità delle imprese prevede programmi di affiancamento e tutorship per i giovani e una gran parte coinvolge da subito le giovani risorse, affidando loro progetti anche complessi, la metà finanzia occasioni formative esterne per i neoassunti (master o altro) o avvia percorsi di crescita che prevedono l’esperienza all’estero – di lavoro o di studio – nelle strutture aziendali. Alcune imprese organizzano veri e propri programmi interni di formazione manageriale, altre promuovono giornate di scambio e confronto tra top management e giovani.
Nella scelta dei giovani da inserire in azienda, dopo l’impressione avuta in sede di colloquio (che i Cavalieri del Lavoro reputano molto importante), conta l’aver avuto un’esperienza formativa o di lavoro all’estero. Contano invece meno la rapidità con cui si è conseguito il titolo di studio, l’aver frequentato una università o un istituto prestigioso e qualificato o il punteggio di laurea.
«Sono uscito dall’università con un alto punteggio – racconta Francesco, 25 anni di Cremona – , ma non ho mai lavorato all’estero. L’unico lavoro che ho svolto è stato fare il barista in un pub. Ma ai primi colloqui ho cercato di fare bella figura. Spero di ottenere uno stage in qualche azienda al più presto».
L’ingresso dei giovani in azienda non è infatti sempre agevole. Tra i principali problemi che le imprese guidate dai Cavalieri del Lavoro incontrano ci sono al primo posto le eccessive aspettative di natura economica da parte dei giovani e la scarsa preparazione di tipo tecnico. Molti giovani hanno anche difficoltà a sopportare carichi di lavoro elevati.
Preparazione tecnica
e disponibilità a trasferirsi
Secondo una recente ricerca del Censis (CENtro Studi Investimenti Sociali), i giovani italiani sarebbero più creativi e preparati, ma carenti in quanto a preparazione tecnica, investimento in carriera e disponibilità a trasferirsi.
Le carenze nella formazione tecnica sarebbero uno dei principali problemi nel raccordo tra sistema della formazione e imprese. Quasi la metà dei Cavalieri del Lavoro giudica inadeguata l’istruzione secondaria di tipo tecnico alla luce delle esigenze del sistema produttivo.
Il percorso di laurea quinquennale ottiene però giudizi positivi nell’offrire competenze utili a entrare nel mercato del lavoro. La laurea triennale viene invece bocciata, visto che il 70,6% dei Cavalieri del Lavoro la reputa poco o per niente adeguata ai fini dell’inserimento dei giovani in azienda.
Per favorire un maggiore raccordo tra sistema della formazione e aziende, la ricetta dei Cavalieri del Lavoro mette al centro la meritocrazia e una maggiore apertura alla collaborazione tra istituzioni formative e imprese. Il 55,6% vorrebbe aumentare le occasioni di tirocinio e di lavoro nel periodo formativo, per il 49,3% occorre favorire i rapporti tra università e ricerca tramite la collaborazione a progetti comuni, il 44,4% auspica un impegno concreto nel rilancio della formazione tecnica.

«La Riforma Fornero è inefficace»
Rispetto all’emergenza occupazione, la maggioranza dei Cavalieri del Lavoro giudica inefficace la riforma Fornero. Solo il 22,9% ne dà un giudizio positivo, affermando che senza l’effetto della crisi sarebbe stato ancora più grave.
Tra le diverse ipotesi di intervento ritorna, ancora una volta, l’abbattimento del costo del lavoro (in generale, non solo per i giovani) e, subito dopo, la creazione di incentivi specifici per l’occupazione giovanile: un’ipotesi che raccoglie più o meno gli stessi consensi della possibilità di rendere più agevole per le aziende il ricorso ai contratti flessibili. Gli strumenti di stimolo all’imprenditorialità, come l’abbattimento del carico fiscale per le imprese giovanili, vengono indicati al quarto posto.
«L’esigenza prioritaria è avere un Paese stabile politicamente, capace di valorizzare le sue eccellenze. Abbiamo già cominciato a pagare alla debolezza politica un prezzo che mette a repentaglio le ormai scarse opportunità di ripresa e che rischia di diventare enorme – ha affermato Benito Benedini, Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro – . Per innescare la ripresa, tra le priorità da affrontare occorre far leva sulla riduzione del carico fiscale, a partire dal famigerato cuneo, per far ripartire assunzioni e crescita della domanda interna, e il rilancio degli investimenti in ricerca e sviluppo».
La storia di Monica
«Dopo la laurea triennale in Scienze umanistiche per la comunicazione – racconta Monica, 28 anni, pr di Milano – , durante la specialistica in Marketing e Comunicazione d’impresa, ho lavorato in un’agenzia di pubbliche relazioni. Poi sono passata a un’agenzia di comunicazione digitale ed eventi. Infine sono approdata in un’agenzia che analizza le conversazioni on line e aiuta le marche a capire cosa si dice di loro».
Monica ci spiega che nel settore delle pubbliche relazioni c’è molta richiesta. «Ho iniziato nel 2011 come account manager – aggiunge – e in poco più di un anno sono stata promossa account director». Monica ci dice che la principale difficoltà che incontra è quella di stare al passo con i tempi e con le nuove tecnologie.
«Le tendenze cambiano di continuo – conclude – e per non perdere la propria fetta di mercato occorre essere innovativi e avere molta energia, non smettere mai di aggiornarsi e cercare di imparare osservando chi svolge il mestiere da più tempo di noi».

La storia di Gabriele
«Sono stato assunto in un’agenzia di marketing dopo uno stage – racconta Gabriele, 26 anni di Pavia – . Sono laureato in Economia e commercio e ho mandato tantissimi curriculum alle aziende. Poi ho ottenuto uno stage di due mesi, alla fine del quale mi hanno assunto a tempo determinato».
Una storia a lieto fine, quella di Gabriele, che però non è immune dalla difficoltà. «Devo essere molto flessibile con gli orari e aggiornarmi continuamente – conclude – . Le aziende tendono a ridurre il budget, ma non gli obiettivi che vogliono raggiungere. Perciò da parte di noi giovani occorre tenacia e determinazione».

Gabriele esorta anche gli altri giovani a non scoraggiarsi di fronte alla “gavetta”, per alcuni infinita, poco remunerativa e con orari massacranti. Ne vale la pena per costruirsi un futuro e imparare a essere più flessibili.

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