Altre vie oltre la crisi
I soldi sono pochi, le preoccupazioni tante Altre vie oltre la crisi Come il denaro ha modificato l’umore delle persone, così le pe...
https://www.dimensioni.org/2014/02/altre-vie-oltre-la-crisi.html
le
preoccupazioni tante
Altre vie
oltre la crisi
Come il denaro ha modificato l’umore delle persone, così
le persone – specie i giovani – possono ricacciare il denaro nel suo giusto
angolino.
Chi oggi ha 18 anni ha praticamente vissuto il tempo della preadolescenza
immerso nella crisi. Di crisi ha sentito parlare a casa, a
scuola, nei negozi. Ogni posto frequentato dagli adulti è ancora oggi buono per
ascoltare discorsi al limite della disperazione e della rassegnazione.

Anche l’Italia ha dato il suo contributo (negativo): rapidamente, tutto
si è fermato-rallentato. Meno ordini alle imprese, meno lavoro, quindi
lavoratori in esubero, quindi famiglie in difficoltà, pochi soldi per fare la
spesa. Tilt. La questione è ancora più complicata di quanto non appaia, ma a
noi serve ricordare una cosa: prima la maggior parte degli italiani viveva spensierata, oggi no. Prima i servizi forniti dal sistema sanitario erano
pagati dallo Stato, oggi sempre meno. Prima la pensione erogata dallo Stato
consentiva alle persone di condurre una vita dignitosa: un domani, per chi oggi
ha 18 anni, non sarà più possibile.
A questo punto il nostro discorso prende due strade: quella degli adulti
e quella dei giovani.
La strada tortuosa
degli adulti
È tutto talmente complesso, che gli adulti non sanno che pesci pigliare. Per loro è inaspettato avere un lavoro
che è passato da solido a precario. È inaspettato dover abbassare il tenore di
vita perché in casa entrano meno soldi e il valore del denaro diminuisce.
Sembrano ancora inebetiti, e – giustamente – molto preoccupati.

Come possiamo aiutarli? Ogni figlio conosce gli sforzi che i genitori fanno per provvedere alle loro necessità, dalla
ricarica del cell ai vestiti, ai libri, al calcetto, al tennis, alle vacanze
estive. In questo momento di difficoltà, sarebbe bello dire ai genitori “Grazie
per quello che state facendo”. I genitori non hanno bisogno che voi andiate a
lavorare dopo la scuola (non in tanti casi, per lo meno!). Sarebbe già per loro
una gioia sapere che i figli capiscono. E che a fronte di una piccola rinuncia
non scattano il muso o il capriccio.
La strada dei giovani
I giovani hanno – indipendentemente dal periodo storico – una felice e sana follia, una protezione dalle brutture del mondo,
che fornisce uno scudo dal pessimismo e li fa lottare per una vita migliore. Ecco perché, per un giovane, la crisi è
uno “stato dell’esistente”, un compagno di viaggio, al quale ci si deve
adeguare. Questo è il tempo, da giocare con le sue carte. Ottimo: l’impegno è
spargere ottimismo in ogni dove. Questo non significa ridere se papà entra in
cassa integrazione o se la mamma si deve adeguare al part-time, ma cercare e
trovare comunque opportunità per sorridere. Einstein affermava che proprio i momenti di crisi sono opportunità che la vita
offre.
I cattivi maestri
Occorre, però, attenzione a non farsi fuorviare dai cattivi maestri. Chi
sono? Eccovi un breve elenco.
Una parte di ciascuno di noi è convinta che il denaro sia prioritario,
indispensabile ed essenziale per avere una vita agiata. Peccato che anche i
miliardari siano tristi, se senza amici e senza amore. Puntare tutti gli
obiettivi dell’esistenza sul denaro non porta alla felicità. I quattrini sono
un ottimo strumento per
vivere in maniera dignitosa; sono il giusto compenso per l’impegno lavorativo. Stop.
L’incapacità di dire no.
Per molti giovani del 2014 tutto è dovuto, cellulare, abbigliamento firmato, scooter, auto. Ogni
cosa venga in mente “deve” essere recuperata subito. Peccato che questo, causa
la mancanza di grandi somme di denaro, non sia più possibile. Volete passare la
vita a piangere perché non potete per un po’ acquistare l’ultimo modello di
smartphone o preferite passare un pomeriggio con gli amici? E se gli amici vi
criticano perché il vostro telefono è antiquato, siete davvero certi di poterli
definire “amici”?
L’apatia.
Non c’è niente da fare, per non farsi decolorare dal grigiore della
crisi, vi si chiede di essere bravi, bravissimi, nel campo che scegliete,
sia esso la scuola o il lavoro. Un tempo non sarebbe stato così, un tempo anche
i più fannulloni avrebbero trovato il modo di lavorare il meno possibile, per
giunta al riparo da rimproveri o licenziamenti.
Oggi, causa penuria di lavoro, siamo tutti “al sole”, quindi a tutti è
chiesto di dare il meglio. Il motivo è anche un altro: se tutti
diamo il meglio, il Paese si risolleva e dal neonato al pensionato si può
ritornare a essere mediamente felici.
È vero, hanno sperperato, sbagliato, vissuto
negli agi, con stipendi importanti, raccomandazioni… insomma hanno rovinato il
nostro Paese e ora si avviano alla pensione. Ottimo: non potete però passare i
giorni a rimpiangere di non aver vissuto negli anni Cinquanta,
né a sognare di punire fisicamente ogni adulto che abbia lavorato male
arricchendosi a sproposito. Bisogna andare oltre, e occuparsi del proprio
tempo.
Il cervello bloccato.
Possibile che ci si debba bloccare a ogni ostacolo? Come fa la mente a
muoversi e a produrre idee se vi smontate dopo un brutto voto, un permesso non
dato dai genitori? Avete a disposizione creatività e fantasia in qualità industriali.
Sapete che è possibile andare in vacanza con poco denaro, trovare bellissimi
vestiti vintage, condividere l’uso dell’automobile, modernizzare un antico
stereo e così via? Non serve la carta di credito.
Cosa c’è oltre la crisi?
Quello che vedete ora: ci siete voi, più consapevoli e intelligenti,
collocati in un mondo che siete in grado di migliorare, e al quale chiederete
scusa “per conto” degli adulti. Se la crisi è uno stato mentale, a questo punto
meglio andare “fuori di testa” e programmare il cervello per una nuova consapevolezza.
Oltre la crisi c’è un mondo diverso: sta a voi costruirlo a misura di
persona e non a misura di denaro e speculazione. <