Risen - Con gli occhi di un non credente
cinema di Paolo Morelli Arriva sul grande schermo “Risen (Risorto)” Con gli occhi di un non credente Per il tri...
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cinema
di Paolo Morelli
Arriva sul grande schermo “Risen
(Risorto)”
Con gli occhi
di un non credente
Per il tribuno Clavio, incaricato di vigilare sul
sepolcro, diventa un bel problema ritrovare la salma di Cristo inspiegabilmente
scomparsa.
A dodici anni di distanza dal celebre La passione di Cristo di Mel
Gibson, esce in Italia (già distribuito a febbraio negli USA), Risen (Risorto),
film diretto da Kevin Reynolds, regista già noto per Fandango (1985), Robin
Hood - Principe dei ladri (1991), Montecristo (2002) e Tristano e
Isotta (2006).
In questa nuova pellicola, che si configura come sequel non ufficiale del
kolossal diretto da Mel Gibson, si affronta uno dei più grandi misteri della
religione cristiana: la resurrezione di Gesù Cristo. L’approccio di
quest’opera è tuttavia differente dalla maggior parte delle produzioni
cinematografiche precedenti, poiché il protagonista, in Risen, è il
tribuno Clavio, incaricato da Ponzio Pilato di vigilare affinché il corpo
di Gesù non venga rubato, permettendo ai suoi discepoli di dichiararne
l’avvenuta resurrezione.
Interpretato dall’attore britannico Joseph Fiennes
(Shakespeare in Love - 1998; Il mercante di Venezia - 2004; Hercules
- 2014), Clavio è un soldato romano che non crede, e con gli occhi di un non
credente insegue un corpo che non c’è più, confrontandosi con il ritorno in
vita del figlio di Dio.
Il suo scopo, infatti, è quello di evitare che
Gerusalemme si rivolti contro l’Imperatore romano, mossa dalla fede in Cristo e
nella sua “promessa” di risorgere tre giorni dopo la morte. La trama si snoda
attraverso le settimane immediatamente successive alla crocifissione di Gesù.
Lo spettatore si identifica negli occhi di Clavio, fedele all’Impero, che cerca
di dare una spiegazione all’inspiegabile, per il raziocinio umano,
ritorno in vita dopo la morte.
Caccia “all’uomo”
La vicenda si trasforma in una caccia “all’uomo”, dove
l’uomo, in questo caso, è un corpo. «Di cosa hai paura?» viene chiesto, a un
certo punto del film, a un Clavio ossessionato dalla ricerca di Gesù. «Di
avere torto», risponde il soldato. La forza narrativa di Risen,
infatti, è nel punto di vista che viene offerto al pubblico. Clavio non crede e
fa di tutto per rafforzare la propria personale fede, che si fonda,
paradossalmente, sulla mancanza di fede.
Gli eventi con cui si confronta, però, non fanno che contraddire le sue
convinzioni, per questo si sviluppa in lui l’ossessione nella ricerca di
qualcosa che sembra, ogni giorno di più, non esistere. Può un uomo risorgere?
La ragione risponde di no, ma può Gesù Cristo essere interpretato attraverso la
ragione?
È questa rivelazione che mette in crisi l’uomo Clavio,
soldato romano che ricopre un ruolo ordinario nella società umana – come può
ricoprirlo un qualunque altro uomo in un’altra società – e che, per la prima
volta nella sua vita, vede mettere in dubbio tutto ciò in cui ha sempre
creduto. Il crollo delle sicurezze è la paura più grande per ogni essere umano.
Quando Clavio confessa di aver paura di avere torto, egli in realtà ammette le
proprie insicurezze, entrando in un percorso di non ritorno, che porta
l’uomo ad analizzare se stesso e la società in cui vive.
Confronto con la fede
Risen, da questo punto di vista, non è il racconto dogmatico di un mistero
biblico, ma la storia di un semplice essere umano che si confronta con la
fede scardinando, non senza sacrifici, i propri pregiudizi. Con Clavio, c’è
Lucio, interpretato da Tom Felton (già noto per la saga di Harry Potter),
un suo fidato sottoposto che lo aiuta nelle indagini. Proprio a Lucio, Clavio
affida la sorveglianza del sepolcro in cui viene conservato il corpo di Gesù,
dal quale, senza apparenti spiegazioni, esso scompare.
L’evento porta a un furioso litigio tra Clavio e Lucio, con il primo che
accusa il secondo di inettitudine nonché di complicità con gli Apostoli. Sullo
sfondo della caccia al corpo, con frequenti aggressioni e perquisizioni
ai danni dei discepoli di Gesù e di Maria Maddalena, c’è la Gerusalemme stretta
dal dominio dell’Impero Romano e amministrata, per conto di Roma, da Ponzio
Pilato.
La Resurrezione di Gesù il Nazareno darebbe al popolo, almeno a una parte
di esso – non dimentichiamo che Gesù fu mandato alla croce perché il “popolo”
scelse di salvare il criminale Barabba al posto suo – la forza necessaria
per ribellarsi ai romani.
Questa paura, che muove le azioni di Clavio e Lucio (su mandato di
Pilato), riporta, ancora, alla conservazione delle proprie sicurezze: non solo
Roma rischierebbe di perdere il controllo politico sulla città (e sulla
regione), ma ciò significherebbe una crisi dei valori della società
costruita dai romani stessi. È questo che Clavio, in quanto uomo, teme.
Grande realismo
La pellicola, prima di vedere la luce, ha attraversato diversi
cambiamenti. Nel 2013, Paul Aiello, sceneggiatore, convinse Kevin Reynolds a
lavorare a questo film, che in origine si intitolava The Resurrection of
Jesus Christ, e che fu pensato per proseguire la storia – con lo stesso
approccio crudo e realistico – già portata sul grande schermo dall’opera di Mel
Gibson. Il film, che nel frattempo cambiò titolo, diventando Clavius, ha
richiesto quasi due anni di lavorazione.
Nell’aprile 2015, poi, la TriStar Pictures, insieme alla AFFIRM Films,
acquistò dalla Ld Entertainments, i diritti internazionali del film, che
diventò Risen, distribuito da Sony Pictures e, in Italia, da Warner
Bros. Italia con il titolo di Risorto. Nel cast, oltre a Joseph Fiennes
e Tom Felton, compaiono, fra gli altri Cliff Curtis nel ruolo di Gesù, Peter
Firth nei panni di Ponzio Pilato, e l’attrice argentina María Botto,
al suo esordio in una produzione angloamericana, che interpreta Maria
Maddalena.
Nel cast tecnico c’è qualcosa di italiano. I costumi, infatti, sono stati
curati da Maurizio Millenotti, già nominato all’Oscar per Otello (1986)
e Amleto (1990), entrambi diretti da Franco Zeffirelli. Della
scenografia, invece, si è occupato Stefano Maria Ortolani, che vanta
collaborazioni importanti come L’esorcista - La genesi (2004) e la serie
tv I Borgia (dal 2011 al 2014). Infine c’è Lorenzo Senatore, che
per Risen ha diretto la fotografia e ha alle spalle una lunga carriera
di operatore e DOP (director of photography) in film e serie come Onora
il padre (2001), L’uomo che rubò la Gioconda (2006) o Hercules
(2014).
Una produzione di questo genere, con un budget probabilmente molto alto,
conferma la tendenza che, negli ultimi anni, ha portato Hollywood a investire
nei film a sfondo biblico. Risen è un altro tassello nel racconto della
Bibbia che la cinematografia per il grande pubblico sta ricostruendo secondo canoni
realistici, abbandonando i toni aulici che contraddistinguevano le figure
religiose.
Gesù, e il mondo biblico in generale, vengono umanizzati, dotati di passioni
e preoccupazioni, circondanti da una descrizione minuziosa e veritiera,
comprovata da ricostruzioni scenografiche storicamente attendibili. L’effetto è
un maggior coinvolgimento del pubblico, attratto da personaggi più umani e, per
questo, più credibili, così come le loro storie.<