Ci serve più Europa
di Graziano Chiura In preparazione alle elezioni europee Ci serve più Europa Il desiderio di costruire un progetto europeo comune f...
https://www.dimensioni.org/2014/04/ci-serve-piu-europa.html
In
preparazione alle elezioni europee
Ci
serve più Europa
Il
desiderio di costruire un progetto europeo comune fondato sulla pace, sulla libertà
e sulla solidarietà è nato dalle ceneri delle devastanti guerre mondiali. Oggi,
nuove sfide economiche e culturali chiedono all’Europa di capire meglio
obiettivi, metodi e responsabilità.
Cento anni fa, precisamente il 28 luglio 1914, iniziò la Prima Guerra mondiale, che causò oltre 9 milioni di
vittime tra i soldati e circa 7 milioni di vittime civili dovute non solo agli
effetti diretti delle operazioni di guerra, ma anche alla carestia e alle
malattie concomitanti.
Pochi anni dopo, un secondo devastante conflitto mise
a ferro e a fuoco il mondo intero. Dalle ceneri di quelle folli e nefaste
devastazioni nacque il desiderio di
costruire qualcosa di nuovo e pacifico perché mai più si ripetessero simili
orrori.
Unione
europea a rischio per la crisi
A distanza di quasi cento anni, nel 2012, il premio Nobel per la Pace viene assegnato all’Unione
europea Le motivazioni sottolinearono l’importanza di tale originale creazione,
riconoscendone la storia e stimolandola a superare l’attuale crisi economica e
sociale.
L’Unione europea si regge sul consenso, sulla democrazia, sul rispetto dei diritti umani e sulla pace. Il successo alla base del suo allargamento sta nella riconciliazione,
nella forza di attrazione e nell’aiuto tra gli Stati europei.
L’obiettivo resta quello di favorire la creazione di una grande area economica e
sociale, in prospettiva di arrivare a formare un’Unione anche politica.
Accanto ad evidenti esigenze e alle sfide che
provengono dal mercato globale di merci e comunicazioni, non mancano certo perplessità e difficoltà.
Purtroppo, sebbene non si possa parlare di crisi
dell’euro, ma di crisi delle politiche di bilancio di alcuni Paesi europei
(Grecia, Irlanda, Spagna, Cipro, Portogallo, Italia), la mancanza di lavoro e di riforme sta mettendo a rischio la stessa
costruzione europea. Molti Stati sono responsabili di non avere utilizzato
interamente i fondi europei a
disposizione per creare sviluppo economico e lavoro.
Anche l’Euro,
salvato nel luglio del 2012 dalla speculazione dal presidente della Banca
centrale europea Mario Draghi, quando ha deciso di acquistare i titoli degli
Stati in difficoltà, viene continuamente messo
in discussione.
Intanto, il potere della Bce, indispensabile per
vigilare sulle banche che devono finanziare le imprese e le famiglie, continua
ad essere rafforzato.
Elezioni europee:
al bivio
Le prossime elezioni europee che si terranno a maggio
del 2014 saranno molto importanti per
capire che tipo di Europa gli europei vogliono. Intanto si vedrà se vorranno
affossare il percorso fatto finora o se vorranno rafforzarlo.
Vedremo quale sarà la consistenza nel Parlamento
europeo delle forze populiste
contrarie all’euro, a nuovi ingressi e a politiche di rigore. Queste forze
potrebbero non solo ostacolare, ma anche interrompere il cammino della
costruzione europea.
Se verranno invece premiate le forze storiche europeiste dei popolari e dei socialisti il percorso
politico europeo potrà riprendere con maggiore vigore.
Urge l’avvio di una fase costituente con la finalità
di delineare un percorso politico e istituzionale, che permetta di avere finalmente
una comune politica estera, energetica,
industriale e di difesa: in modo da rendere l’Europa protagonista a livello
internazionale.
Ma per superare l’attuale stallo politico e delineare
una nuova Europa saranno necessari negoziati distinti tra i 18 Paesi dell’eurozona
(nel 2014 è previsto l’ingresso nell’euro della Lettonia) e i 10 che non ne
fanno parte. I Paesi dell’eurozona devono aumentare il loro coordinamento e fare le riforme per
essere più competitivi.
Occorre quindi più
Europa e non meno Europa per venire fuori dalla crisi. È impensabile
tornare indietro dopo tutto il lavoro fatto finora da chi ci ha preceduto.
I giovani europei sono il futuro, devono scommettere
nell’Europa unita e integrata, credere
nel sogno europeo, partecipare e realizzare questo grande progetto. Per
fare ciò, possono, o potranno, contare su strumenti
eccezionali come Erasmus, insegnanti di madre lingua nelle scuole europee, internet,
le direttrici ferroviarie europee dell’alta velocità, per imparare, capire,
conoscere, viaggiare, costruire la
comune casa europea.
BOX 1
Il sogno di
un’Europa unita
Iniziò a concretizzarsi nel 1957 con il Trattato di Roma che creava la Comunità Economica
Europea formata da Italia, Francia, Repubblica federale tedesca, Belgio, Olanda
e Lussemburgo. Svolta europea preceduta pochi anni prima dal Trattato di Parigi
del 1951 che istituiva la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), che
poneva fine alla rivalità storica tra la Germania e la Francia , con la decisione di controllare in comune
la produzione e il commercio del carbone e dell’acciaio, e porre le basi della
ricostruzione europea.
Seguì poi l’abolizione
dei dazi nel 1968 tra i sei Stati fondatori della Cee.
Nel 1973 gli Stati salirono a nove con l’ingresso del
Regno Unito, Irlanda e Danimarca. Con la fine
delle loro dittature entrarono nella Cee nel 1981 la Grecia e nel 1986 la Spagna e il Portogallo. Nel
1989 il muro di Berlino crolla e avviene la riunificazione tedesca nel 1990.
Nel 1992 il Trattato
di Maastricht sancisce l’Unione europea. L’Ue nel 1995 sale a 15 Stati con
l’entrata di Svezia, Austria, Finlandia i cosiddetti Paesi neutrali.
Nel 2002 viene coniato
l’Euro e 12 Stati entrano a far parte dell’Eurozona (Gran Bretagna, Danimarca e Svezia ne restano fuori).
Dal 2004
in poi molti Stati si sono aggiunti, provenienti dalle ex
Repubbliche sovietiche dell’Est. Attualmente sono 28 gli Stati dell’Unione
europea. Altre sono in attesa.