Lungo la strada del sole
musica di Claudio Facchetti Intervista ai The Sun Lungo la strada del sole Si erano fatti un nome nel circuito alternativo de...
https://www.dimensioni.org/2014/07/lungo-la-strada-del-sole.html
musica
di
Claudio Facchetti
Intervista ai The Sun
Lungo
la strada
del
sole
Si erano fatti un nome nel circuito
alternativo del rock,
ma stavano andando a sbattere
contro un muro.
Sono riusciti a cambiare grazie
all’incontro con il Signore.
«Come si cambia per non
morire...». La
frase del noto brano di Fiorella Mannoia Come si cambia rispecchia bene
l’avventura dei The Sun, rock band vicentina dalla storia tumultuosa,
almeno nella prima parte della loro vita.
In azione
dal 1997, Francesco Lorenzi (voce e chitarra), Gianluca Menegozzo (chitarra),
Matteo Reghelin (basso) e Riccardo Rossi (batteria) si fanno conoscere nella
scena nostrana e internazionale con il nome di Sun Eats Hours. Eseguono un punk
rock energico, cantano in inglese e si creano un largo seguito grazie a quattro
album autoprodotti e facendo da supporter a gruppi importanti come The Cure,
Muse, The Offspring.
I
quattro, insomma, viaggiano a vele spiegate e infatti ottengono il
riconoscimento al M.E.I. (Meeting Etichette Indipendenti) come “miglior punk
rock band italiana nel mondo” e la firma del contratto per una major, la Sony Music.
Tutto
bene, dunque? Non proprio. Nonostante il vento favorevole soffi dalle loro
parti, tra i quattro c’è aria di tempesta. La vecchia amicizia sembra
sgretolarsi perché ognuno è su strade sbagliate: alcol, droghe, sesso. Una vita
a cento all’ora, che fa sbattere il gruppo contro il muro delle
incomprensioni e dello scioglimento.
Tutto
finito, dunque? Non proprio. Francesco scopre che c’è un’altra via da
percorrere, indicata da Gesù: quella della spiritualità. Decide di
seguirla e la sua vita ha un profondo cambiamento: basta eccessi, spazio ai
valori sani. Lo rivela anche ai suoi vecchi amici, che lo prendono in parola.
L’avventura
musicale ricomincia. Diventano The Sun e negli occhi ora hanno altri orizzonti
da raggiungere. Lo si comprende bene ascoltando i due album scaturiti dopo la
svolta, Spiriti del Sole (2010) e Luce (2012): su un coinvolgente
impianto rock la band tocca temi profondi e importanti sullo sfondo
della fede ritrovata.
Una
vicenda bella, che oggi Francesco, autore di tutti i brani della band, ha
voluto mettere in un intenso libro, La strada del sole (Rizzoli).
L’occasione per farci raccontare dalla sua viva voce le tappe significative
della storia dei The Sun.
Cosa ti
ha portato a prendere in mano una chitarra?
Quando
ero ragazzino, a casa di un amico, ho ascoltato un nostro coetaneo che aveva
con sé una chitarra elettrica e un piccolo amplificatore. È stata una
rivelazione: lì ho capito che volevo anch’io suonare. Ho affittato una “sei
corde” e un amplificatore, ricordo ancora a 30 mila lire al mese, e ho
incominciato a strimpellare da autodidatta con grande impegno, diventando un
discreto chitarrista. Un giorno, il mio vicino di casa, che aveva un suo
gruppo, mi ha invitato a suonare con loro: la cosa ha funzionato e sono nati i
Sun Eats Hours.
Quanti
ostacoli avete dovuto superare per affermarvi?
Tantissimi.
Fare musica in Italia è durissimo, ieri come oggi. A farci andare avanti è
stata l’assoluta convinzione a correre dietro a questo sogno. Ci vuole impegno,
perseveranza, capacità. Per anni, tutti abbiamo fatto anche altri lavori per
riuscire a tirare avanti.
Avete
attraversato un periodo buio, poi è tornato il sereno con l’incontro con la
fede. Com’è accaduto?
I valori
che oggi esprimiamo c’erano anche prima, ricevuti in modo forte dalle nostre
famiglie. Facendo i musicisti in giro per il mondo li abbiamo persi di vista.
Nel 2006, nel nostro ambiente eravamo piuttosto conosciuti e ci siamo imbarcati
in un tour internazionale di 100 date. Alla musica abbiamo incominciato ad
abbinare droghe, alcol, sesso, senza capire quali esiti negativi avrebbe
portato questo tipo di comportamento. E infatti, alla fine del tour, la nostra
amicizia è andata in frantumi: si era creata una frattura tra noi e dentro
ognuno di noi.
Cosa hai fatto in quel
momento?
Mi sono
posto delle domande, mi sono chiesto perché nonostante facessi il mestiere che
avevo sempre desiderato fare, che altri miei coetanei mi invidiavano, non fossi
realmente felice. Dovevo scrivere un nuovo disco, ma non ci riuscivo: non
volevo continuare su quella falsariga che aveva portato tanti problemi. Era una
situazione difficile da gestire: davanti avevo una strada sicura da seguire,
costruita in tanti anni di sacrifici, che però sapevo ci avrebbe portati al
disastro.
In quale modo sei uscito dall’impasse?
Un giorno
mia mamma mi ha suggerito di frequentare un corso di evangelizzazione in
parrocchia. Qui, ho incontrato dei ragazzi come me, delle persone semplici,
genuine, con la luce negli occhi, che mi hanno fatto “sentire” la presenza del
Signore. Ho così iniziato un percorso di fede molto impegnativo e profondo che
mi ha condotto all’incontro con Dio. Un percorso che mi ha aiutato a tracciare
la linea tra il bene e il male, a capire dove avevo sbagliato.
Da quel momento hai iniziato a scrivere in modo diverso?
Sì, ero abituato a comporre in inglese, ma quello che usciva non mi
convinceva, mentre in italiano riuscivo a esprimere davvero ciò che sentivo
dentro di me. Ho fatto sentire i pezzi al mio produttore, Maurizio Baggio, e mi
ha incoraggiato a proseguire. Sapevo che il cambiamento avrebbe spiazzato il
vecchio pubblico e che sarebbe stato un suicidio discografico, ma era quello
che volevo fare.
Come hai
riallacciato i contatti con i tuoi amici?
Li ho
incontrati uno a uno, spiegando loro cosa mi era accaduto e quale sarebbe stata
la strada giusta da seguire. Non è stato facile allontanare le ombre scure che
ognuno aveva dentro di sé, ma con l’aiuto del Signore, è rinata un’amicizia
sana. E con essa, una band rinnovata nello spirito e nei contenuti: The Sun.
È stato
come ricominciare da capo?
Per certi
versi, sì. Il circuito dove suonavamo prima aveva una buona dose di
professionalità. Accettando di esibirci in oratori, parrocchie, feste giovanili
ci siamo ritrovati ad affrontare situazioni di improvvisazione totale, ma in
cambio abbiamo ricevuto un’ondata di positività, di comunione e di
partecipazione impagabili. E con il passaparola, oggi possiamo dire di aver
raggiunto davvero tanta gente con il nostro messaggio.
Un messaggio sorretto sempre da un rock grintoso che
tiene conto però della melodia.
Una buona
canzone, per essere tale, deve potersi suonare con la chitarra e la voce senza
che perda in efficacia. Se reggono la melodia e l’armonia con le parole, dopo
si può mettere il vestito che si desidera al pezzo.
Adesso
c’è questo libro. Perché lo hai scritto?
Per raccontare in ogni sfumatura la nostra storia, che non è solo la
vicenda del gruppo ma un’esperienza che abbraccia tante cose diverse e
importanti, che non si ferma solo alle canzoni. Lo dimostra il nostro impegno
anche in altre attività, ultima il pellegrinaggio in Terra Santa dello scorso
aprile, che ha coinvolto centinaia di ragazzi ed è stata una meravigliosa
occasione per far incontrare la spiritualità con la musica.
Meglio
scrivere un libro o una canzone?
Una
canzone è un processo piuttosto veloce, il libro mi ha decisamente più
coinvolto. È la cosa più musicale che abbia mai fatto in vita mia. <
Dal buio alla luce
Nati nel 1997 come Sun Eats Hours, si impongono
nel sottobosco alternativo con quattro album autoprodotti che li fa conoscere
in Italia e all’estero, tanto che ottengono nel 2004 il riconoscimento
all’importante manifestazione del M.E.I. (Meeting Etichette Indipendenti) di
“miglior punk rock band italiana nel mondo”.
Tuttavia, il gruppo entra in crisi. Dopo un periodo di silenzio, nel 2008
il quartetto ritorna sulle scene, ma tutto è cambiato: ora si chiamano The Sun, fanno un rock energico ma attento alle linee melodiche
e testimoniano nelle canzoni la ritrovata spiritualità. Insomma, se fossero in
America, sarebbero tra le migliori formazioni del cosiddetto Christian
Rock.
A oggi hanno prodotto due ottimi cd, Spiriti
del Sole e Luce, e preso parte
a innumerevoli manifestazioni, eventi e meeting nel nostro Paese e all’estero.
È uscito da poco il libro La strada del sole, scritto dal
leader Francesco Lorenzi, che racconta la particolare e intensa avventura della
band.