E se fossi daltonico?
attualità di Marta Cardini E se fossi daltonico? Sono moltissimi e sovente discriminati per la patente di guida e sul lavoro; fin d...
https://www.dimensioni.org/2014/07/e-se-fossi-daltonico.html
di Marta Cardini
E
se fossi daltonico?
Sono moltissimi e sovente discriminati per la patente di
guida e sul lavoro; fin da piccoli vengono presi in giro per la loro
disabilità. Chiedono una nuova cultura dei colori.
E sono ad un punto di svolta.
Sono quasi tutti maschi. Alcuni non vengono
diagnosticati, o si trovano in difficoltà di fronte a molte situazioni,
dato che ad esempio i cartelli di pericolo rossi e quelli verdi e i disegni
delle vie di fuga risultano uguali.
Attualmente sono sorte molte associazioni, iniziative parlamentari,
leggi, siti internet sull’argomento e sembra che ormai si sia vicini ad un
punto di svolta. Hanno bisogno di una nuova cultura dei colori.
Il daltonismo è una anomalia della percezione dei colori. Il termine
daltonismo è dovuto al chimico inglese John Dalton nato nel 1766 che,
affetto da questo problema, lo descrisse per primo.
Il daltonismo è una condizione
di natura genetica, anche se esisterebbero forme acquisite per danni a
carico della retina, del nervo ottico o di determinate aree cerebrali. I soggetti affetti da daltonismo possono
avere difficoltà nella guida o nello svolgimento di determinate attività
lavorative in quanto potrebbero non essere in grado di riconoscere i segnali
rossi e verdi.
Daltonismo e patente
«Chiamatela
condizione di alterata percezione dei colori oppure caratteristica della
visione, il daltonismo riguarda due milioni di italiani – spiega Stefano
De Pietro, daltonico titolare del sito www.comevedonoidaltonici.com –. I
daltonici potrebbero avere difficoltà a decifrare la segnaletica,
soltanto perché non sono in grado di dare il nome giusto a un colore, verde o
rosso che sia.
Per
fortuna, questa convinzione è del tutto priva di fondamento. Oltre a
essere, di solito, in grado di percepire la differenza dei colori
sufficientemente per fermarsi al rosso e al giallo o passare al verde, un
daltonico sfrutta altri sistemi per comprendere le segnalazioni: la
posizione della luce, ma anche il fatto che la luce cambia di posizione. Nei
semafori più evoluti, che vediamo purtroppo sparire a seguito delle politiche
di risparmio dei comuni, il segnale rosso è anche più grande, quindi facilmente
distinguibile dal giallo».
Se non vedi il n° 6 allora potresti essere daltonico |
Su
www.omniauto.it si legge che secondo le norme dell’Unione europea, i daltonici
possono condurre qualsiasi veicolo. Tuttavia esiste tuttora un po’ di
caos in merito. Infatti il Regolamento del codice della strada italiano prevede
che si debba superare un test sul daltonismo per ottenere e rinnovare la
patente. Alla fine, è il medico esaminatore della Motorizzazione o della
scuola guida a decidere se concedere l’abilitazione. Di solito, si ha l’ok
per le patenti non lavorative.
«Sul sito
del Governo italiano – afferma Stefano De Pietro – è possibile consultare il
testo relativo all’Attuazione delle direttive 2006/126/CE e 2009/113/CE,
concernenti la patente di guida. In particolare, per ciò che interessa a noi
daltonici, nell’allegato III vengono descritti i requisiti di idoneità
visiva per il conseguimento o il rinnovo della patente di guida.
Dalla
lettura dell’allegato appare chiaro che la certificazione dei requisiti così
formulata esclude la valutazione del senso cromatico, mentre include altri
parametri, come acutezza visiva, campo visivo, visione crepuscolare,
sensibilità all’abbagliamento e al contrasto, diplopia e altre funzioni visive
che possono compromettere la guida sicura, ma non viene fatta menzione alcuna
delle discromatopsie.
Si intuisce anche che l’esame di queste funzioni visive
non sia così semplice, essendo richiesto, per alcune di esse, l’ausilio di
apparecchiature particolari che hanno un costo rilevante e richiedono
un’adeguata formazione degli operatori».
Occhiali per daltonici
Se non vedi il n° 2 allora potresti essere daltonico |
Nel
febbraio 2013 è comparsa la notizia che un centro di ricerca americano chiamato
2Al Labs sarebbe riuscito, per puro caso, nell’impresa di realizzare un paio
di occhiali che compensino le carenze cromatiche.
«Il neurobiologo Mark Changizi partì da un’intuizione: gli umani
colgono le variazioni di colore della pelle. E sanno usarle per scoprire
emozioni e stati d’animo. Da qui si è arrivati alla realizzazione di un paio di
lenti per individuare il grado di “diffusione sanguigna” della pelle, un
aiutino utile per i medici impegnati in un prelievo o a caccia di arrossamenti
superficiali.
Il
ricercatore si rese poi conto che gli occhiali, se indossati da persone affette
da daltonismo, permettevano effettivamente di vedere anche i colori che
prima faticavano a riconoscere. Verde e rosso dunque diventavano facili da
distinguere. Con una piccola limitazione: ad affievolirsi erano le percezioni
di giallo e blu».
Cinque daltonici
celebri
Su www.cinquecosebelle.it troviamo
i nomi di 5 daltonici celebri. È stato daltonico
l’attore Paul Newman (1925-2008), divo conosciuto perché soprannominato
“gli occhi più belli di Hollywood”. Lo è Bill Clinton, presidente Usa
dal 1996 al 2000, il presentatore tv italiano Amadeus ovvero Amedeo
Sebastiani, l’attore Keanu Reeves, che ebbe popolarità negli anni '90
con la serie “Matrix” e perfino l’inventore di Facebook Mark Zuckerberg.
Sembra infatti che il colore blu usato per il social network sia stato scelto
proprio perché l’inventore faceva fatica a distinguere il rosso dal verde…
Punti di vista...
Se non vedi il n° 73 allora potresti essere daltonico |
«Fino a pochi anni fa considerare il daltonismo come una
grave menomazione sensoriale era l’unica ipotesi plausibile per chi, non
daltonico, poteva solo immaginare un mondo nel quale il colore fosse una
dimensione affatto fruibile – conclude Stefano De Pietro –. Oggi, con l’avvento
della computer grafica, gli studi sulla visione di Hubel (premio Nobel
1981) e altri studi recentissimi americani, la capacità di vedere come i
daltonici è diventata uno strumento utile e a mio avviso di uso obbligatorio,
per ripensare un mondo nel quale le regole dovranno essere necessariamente
rivalutate, abbattendo finalmente il muro di isolamento nel quale i
daltonici sono stati rinchiusi per più di un secolo». <
Tanti tipi
di daltonismo
Il daltonismo è una condizione diffusa.
Secondo alcune stime ne sarebbe affetto circa l’8% della popolazione mondiale.
Il daltonismo genetico sarebbe generalmente dovuto a un’alterazione genetica
che colpisce i fotorecettori, cioè i neuroni della retina chiamati coni. Questi
traducono in segnali bioelettrici la luce che arriva nell’occhio e li inviano
al cervello.
Il daltonismo si distingue in acromatopsia , un difetto
della visione dei tre colori fondamentali, il blu, il rosso e il verde e in discromatopsia , un difetto
di visione di uno dei tre colori sopraccitati. Si parla di protanopia quando si ha
insensibilità al rosso, di deuteranopia quando si ha insensibilità al verde. La trianopia è invece
l’insensibilità al blu e al giallo.
Perché i daltonici
sono solo maschi?
Tutti noi esseri umani abbiamo 23 coppie di cromosomi. La 23esima
coppia compone i cromosomi che determinano il sesso. Il maschio eredita la X dalla madre e la Y dal padre. La femmina eredita
da entrambi i genitori la X.
I geni dei pigmenti dei coni L (sensibili al rosso) e M
(sensibili al verde) stanno sul cromosoma X. Le femmine hanno due copie del cromosoma X. Affinché una femmina abbia un difetto della visione
del colore entrambi i genitori devono essere portatori del gene difettoso.
I maschi hanno una sola copia del cromosoma
X. Quindi ogni maschio fabbrica i coni rossi con l’unico cromosoma X ereditato
dalla madre. Affinché un maschio abbia un difetto della visione è sufficiente
che la madre abbia lo stesso difetto.
Alla fine, le 8 persone daltoniche su
100, sono praticamente tutti maschi. In altre parole se sei maschio hai una
probabilità su dodici di essere daltonico.