Note sincere
di Claudio Facchetti Il ritorno degli Zero Assoluto Note sincere Dopo tre anni di silenzio, è uscito il nuovo cd del duo romano. E...
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di
Claudio Facchetti
Il ritorno degli Zero Assoluto
Note sincere
Dopo tre anni di silenzio, è uscito
il nuovo cd del duo romano. E rilanciano la loro fortunata formula di pop
gradevole raccontandosi con sincerità.
Cinque album in quindici anni. Non si può certo dire che
gli Zero Assoluto, ovvero Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi, siano
degli stakanovisti delle sette note. Certo è che sono la migliore espressione
del celebre detto “chi va piano va sano e lontano”. Loro lontano ci sono
andati, da quando nel 1999 hanno messo il naso fuori nel mondo dello
spettacolo.
Da
allora, con un’andatura degna di un bradipo, hanno centellinato le uscite di
singoli e album, centrando ogni volta il bersaglio grosso e incrementando le
vendite dei cd. Merito della loro formula, distillata in brani in cui
s’incrociano i suoni acustici con quelli dell’elettronica al servizio di gradevoli
melodie pop.
Hanno
così collezionato dischi d’oro e di platino per le vendite, non disdegnando nel
frattempo altre attività, come conduttori di trasmissioni radiofoniche e
televisive di buon successo o, nel caso di Matteo, firmando tre apprezzati
libri. Insomma, un duo che pur tenendo salda la rotta nel mare della musica, si
è guardato intorno e ha colto le occasioni che gli venivano offerte per
avventurarsi in altri territori.
Oggi,
dopo tre anni di silenzio, gli Zero Assoluto sono tornati con il cd Alla
fine del giorno, dieci canzoni nuove di zecca che sottolineano la bontà
del loro “fare pop”. Tra le pieghe dei brani, qualche amico di rilievo, come
Ermal Meta (autore per Marco Mengoni, Chiara, tra tanti) e Alex Neri e Marco
Baroni dei Planet Funk, a dare valore aggiunto all’album.
DN ha
raggiunto Matteo Maffucci per farsi raccontare i retroscena di questo ennesimo
cd di successo.
Il
“varo” di ogni vostro cd richiede sempre del tempo. Perché?
Scriviamo
solo quando abbiamo qualcosa da raccontare, lasciando che a guidarci sia la
spontaneità. Poi, a ogni brano, cerchiamo di trovare l’abito giusto, senza fretta.
Non lavoriamo, insomma, a comando o con una scadenza da rispettare.
Quale
profilo avete voluto dare al lavoro?
È una
specie di diario di vita vissuta, in cui raccontiamo quello che ci è accaduto
negli ultimi anni con sincerità. Sono appunti musicali presi durante un lungo
periodo di tempo perché, in realtà, le canzoni non si smette mai di scriverle.
Poi, si prova a capirle e a scoprire quali emozioni suscitano in noi. È l’unico
modo che conosciamo per trasformarle in brani veri e propri, perché se sono
importanti per noi, forse lo saranno anche per gli altri.
Si può dire che è un album autobiografico?
Quando
abbiamo scritto i brani del cd abbiamo cercato sempre e comunque di trasmettere
verità: volevamo raccontare attraverso la nostra sensibilità le esperienze, le
storie e gli stati d’animo che ci hanno coinvolti, senza filtri.
Qualche
discussione c’è stata, ma sono servite solo per cementare ulteriormente la
nostra amicizia. Ci conosciamo dai tempi della scuola, siamo cresciuti
coltivando la comune passione per la musica, abbiamo condiviso tante avventure
insieme. Ognuno poi ha una sua vita propria, ma quando torniamo insieme per
lavorare è sempre un grande piacere.
Come
siete cambiati in questi anni?
Siamo
cresciuti sotto il profilo personale, umano e musicale. Il tempo ci toglie
purtroppo qualcosa della giovinezza e in cambio ci dà più esperienza. Questo si
riverbera nella vita e naturalmente nella nostra professione. Siamo dunque
maturati anche nel costruire i brani, nell’approfondire i testi e gli
arrangiamenti, cercando di mantenere sempre una certa freschezza.
Dal punto di vista musicale, il cd mantiene le vostre
conosciute caratteristiche. Tuttavia, ci sono elementi di novità…
Le
canzoni, talvolta, nascono come forma di creatività pura o di divertimento, e
spaziare nei generi è divertente. Credo comunque nella forza di un brano,
piuttosto che nelle ricerche sonore: tutto il resto viene dopo, comprese le
idee per l’arrangiamento. Noi non ci siamo mai fatti delle domande: un pezzo
assume una sua fisionomia quasi naturalmente, può essere acustico, elettronico,
reggae… Non siamo andati a cercare la novità a tutti i costi, ma ci siamo concentrati
sull’unica cosa che veramente conta: scrivere belle canzoni piene di
significato.
Nell’album ci sono alcuni ospiti.
Qual è
stato il loro contributo?
Fondamentale.
Collaborare con altri artisti ci piace tantissimo, è un continuo scambio di
idee che fa solo bene alla musica. Ovviamente deve esserci sintonia, un certo
legame di amicizia: non riusciremmo mai a lavorare con qualcuno che non vediamo
mai.
Senza
dubbio. Il sogno, alla fine, è il raggiungimento di uno scopo: può succedere
nei sentimenti ma anche nella vita professionale e personale, in quello che
vorresti essere e che sei.
Senti
qualche responsabilità nei confronti di chi ascolta i vostri brani?
L’unica
responsabilità che ho nei confronti del pubblico è quella di essere sincero. So
di non aver mai preso in giro nessuno in questi anni.
Avete in
progetto la realizzazione di un videoclip per ogni brano del cd. Come mai
questa scelta?
Ci piace
raccontare le canzoni a 360 gradi. È vero che ognuno di un pezzo si fa il
proprio “film”, ma ci stimolava l’idea di narrare in immagini il cd, senza
servirci di super produzioni: talvolta basta un’idea semplice per descrivere
una melodia e un testo.
Hai scritto libri dal buon successo. Continuerai?
Senza
dubbio. Anche in questo caso, senza fretta: ogni due-tre anni un libro ci
scappa. <