Roberto Sironi - L’artista tuttofare
di Sagida Syed Roberto Sironi Più che un lavoro, una vocazione L’artista tuttofare Ha fatto una lunga gavetta all’estero,...
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di Sagida Syed
Roberto Sironi |
Più
che un lavoro, una vocazione
L’artista tuttofare
Ha fatto una lunga gavetta all’estero, per diventare un
artista versatile ed eclettico. Con una passione particolare
per le due ruote e per la loro somiglianza con lo swing.
Artista poliedrico, uomo di spettacolo,
autore di canzoni, di teatro, pittore, regista e blogger. Questi alcuni dei
termini per definire Roberto Sironi un nostro connazionale che, attraverso una
lunga gavetta all’estero, ha sviluppato un senso dell’arte a tutto tondo,
partendo dalla musica, talento scoperto nell’infanzia, per approdare a quello
della pittura, emerso in un momento triste della sua vita.
Emozioni in musica
Se vi intendete di musica rimarrete stupiti
dalla sua capacità di unire parole e ritmi in un fiume incessante di
emozioni, di echi e richiami interiori, alla riscoperta di un’anima comune che
spesso viene soffocata dal rumore della nostra società.
La musica di Sironi è così: intima, calda,
sussurrata. Il suo stile è uno swing che iniziò a sperimentare appena
gli fu regalata una chitarra a sette anni. Così partì la sua avventura che
continua ancora oggi sia in Italia che sui palcoscenici di molte altre città
europee passando per successi e qualche delusione, senza mai perdere
l’entusiasmo.
«A sette anni mio padre mi regalò una
chitarra. Non ho mai studiato musica – ci dice con un sorriso disarmante
– perché non ne ho avuto le possibilità. Però, in quello stesso momento, ho
capito che ad essa avrei dedicato la vita. Le parole hanno incominciato a
mescolarsi alla musica e risale ad allora la mia prima composizione». Da una
parte un bambino precoce e dall’altra un padre attento che ha saputo
riconoscere questo dono.
Da allora il suo destino è stato segnato.
«Ho iniziato ad ascoltare Brassens, Django Reinhardt, Sidney Bechet, Armstrong,
tutti i grandi dello swing e sono rimasto folgorato da questo ritmo
incantatore ed ipnotico. Ritengo che esso sia il genere musicale che onora
meglio il “tempo”. Per me lo swing è un metronomo nel cuore». Ecco che prende
forma la sua storia di cantautore. I suoni e i ritmi vanno a comporre
dei quadri musicali dove Sironi inserisce le parole. Nascono le sue creazioni
musical/cinematografiche, da lui così definite. «La canzone d’autore – aggiunge
– non ha bisogno di grandi invenzioni ma di piccole fantasie che
diventano realtà che si materializza nell’immaginario degli ascoltatori».
Da Milano, che gli ha dato i natali nel
1954, si sposta quattordicenne a Parigi e, quasi per scherzo, inizia a suonare
e a cantare in metropolitana e per le strade francesi. Da quell’esperienza
(a Parigi tornerà da adulto e ci vivrà per dodici anni) inizia la sua carriera
con concerti, tournée e collaborazioni intense tra cui quella con il figlio
Alessandro che dal padre ha ereditato l’astro creativo diventando un apprezzato
pianista. Nel 1988 esce il primo di dieci album – l’ultimo è stato pubblicato
la scorsa estate – con brani che spaziano dall’amore, alla natura, ai ritratti
di personaggi, alle città, in particolar modo Parigi che lo ha definito un “gentilhomme
italian”. Passa anche da Londra dove, a coronazione della sua lunga
carriera, suona insieme ad Ennio Morricone
al Barbican Centre.
Ma il suo animo così sensibile e teso ad
interpretare il mondo circostante in suoni ha scoperto un’altra forma di
comunicazione attraverso le forme che lui interpreta in modo surreale
riuscendo a fermare il movimento, anzi, la corsa. Si tratta di un “movimento
immobile” con protagonisti gli esseri umani
che danno vita al più grande spettacolo vivente, quello del mondo circostante.
E così, oggi, oltre ad essere protagonista sul palcoscenico con i suoi
spettacoli, Sironi è anche spettatore, lui stesso, delle opere che compone.
Quadri colorati e tratteggiati con poche
pennellate che raccontano la vita con i suoi infiniti caratteri e un leit
motiv molto ricorrente: la bicicletta intesa come mezzo ecologico di
trasporto e modo per sperimentare l’ebbrezza della velocità e perfino del volo.
«Le due ruote probabilmente mi hanno salvato la vita – confessa –.
Fumavo 40 sigarette al giorno e quando ho
finalmente deciso di smettere ho iniziato ad usare la cyclette per poi passare
alla bicicletta e scoprire che la ritmicità dei pedali è simile a quella dello
swing. La bicicletta è anche uno stimolo alla creatività perché il
pensiero è libero ed in perfetto equilibrio con il benessere! Il risultato di
tutto ciò è che oltre alle virtù ecologiche di questo mezzo di trasporto essa
può diventare un mezzo di locomozione culturale».
Con la bicicletta nel cuore e in tanti suoi
quadri, Roberto Sironi inizia a raccogliere consensi e premi sia nel
campo dell’arte visiva che in quello della musica. Fonda un’associazione
culturale a Milano proprio per promuovere la bicicletta, scrive pièce teatrali,
libri ed un cortometraggio che viene presentato al Festival di Cannes. Un
crescendo di attività con l’intento di divulgare ciò che forse tanti avvertono
ma che solo l’artista è in grado di esprimere.
Certo, in un mondo ossessionato dal
guadagno e schiacciato dalla crisi, con quale coraggio ci si può
affacciare al mondo dell’arte? «Prima di tutto – continua il cantautore – non
si “diventa” qualcuno ma lo si nasce già. Ovvero, questo mestiere non va
fatto per diventare ricchi e celebri quanto per dare sfogo al proprio
talento e ad esso restare fedele. Richiede tempo, passione ed intuizione. Non è
un mestiere per la vanità bensì il desiderio di espressione coniugato alla
continua ricerca di se stessi».
Forse è per questo che Sironi si cimenta in
tanti campi, come succede anche ad altri artisti e lo fa con umiltà e
dedizione. Restituendo al termine artista il suo significato più intimo,
ovvero quello che secondo il Devoto-Oli è
«il mestiere di chi è dedito ad un’arte come realizzatore o come interprete»,
così senza fronzoli inutili, si può dire che in questa accezione questo
è il lavoro di Sironi. Un lavoro che è anche una vocazione, una missione
ed una lezione di vita. <