Unbroken - Il coraggio di essere uomo

di Paolo Morelli La storia di un ribelle che diventò campione Il coraggio di essere uomo Da un’infanzia difficile a campione olimpic...

di Paolo Morelli


La storia di un ribelle che diventò campione

Il coraggio di essere uomo

Da un’infanzia difficile a campione olimpico nel 1936.Da militare americano a prigioniero in Giappone.Dagli onori alle torture. Nulla ha potuto trasformarela sua resistenza e il suo coraggio in disperazione o viltà.La vita di Louis Zamperini.


    Quando ci si appresta a realizzare un film storico, raramente si resta indenni da critiche, un po’ perché il linguaggio cinematografico spesso costringe registi e produttori a forzare qualche evento in modo da renderlo più fruibile al pubblico, un po’ perché la Storia, purtroppo e per fortuna, cambia a seconda di chi la racconta. 
È accaduto così per Unbroken, pellicola diretta da Angelina Jolie e in uscita in Italia il 29 gennaio, che racconta la storia di Louis Zamperini, atleta olimpionico statunitense che, durante la Seconda Guerra Mondiale, sopravvisse su una zattera per 47 giorni, insieme ad altre due persone, in seguito a un incidente aereo. Catturato dalla Marina giapponese, finì in un campo di prigionia, dove rimase fino al termine del conflitto subendo torture e maltrattamenti. 


L’onorabilità giapponese in discussione

Il primo nodo della discordia è qui. I conservatori giapponesi si sono scagliati contro il film, che a loro avviso racconterebbe una vicenda mai accaduta – quella dei maltrattamenti a Zamperini – e che offrirebbe un’immagine del Giappone troppo aspra: «Questo film è immorale e razzista», ha dichiarato la Society for the Dissemination of Historical Fact. 
Una petizione su Internet, poi, chiede che il film non venga distribuito nelle sale nipponiche. I nazionalisti giapponesi, dal canto loro, difendono la propria onorabilità, ma è pur vero che durante la guerra – anzi, le guerre – è difficile tracciare il confine tra ciò che è morale e ciò che non lo è. 
I resoconti del vero Louis Zamperini, scomparso a luglio 2014 dopo aver festeggiato il proprio 97° compleanno, descrivevano nei minimi dettagli le torture subite, raccontate in parte nel film.

 Speranza e moralità
Unbroken è una storia, vera, di coraggio e passione, fatta di sport e speranza, che insegna a non arrendersi mai, mantenendo intatta, anche in momenti di estrema difficoltà, la propria integrità morale. Il film è tratto dal best seller di Laura Hillenbrand, Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio, pubblicato nel 2010, che racconta la vita di Louis “Louie” Zamperini.
«La generazione migliore è stata anche quella più dura. Eravamo duri perché ci trovavamo tutti sulla stessa barca. Ognuno di noi spronava e aiutava gli altri», così commentava Zamperini, mentre raccontava degli anni della sua infanzia, stretta tra la delinquenza stradale e lo sport visto come unica via di uscita. Una condizione comune a moltissime realtà nel mondo, che prende piede soprattutto nelle periferie delle grandi città, dove i giovani, spesso, sono vittima del degrado sociale e della mancanza di prospettive, finendo talvolta nella tela della criminalità. 
In casa Zamperini si parlava italiano, portando il giovane Louis ad avere grosse difficoltà con l’inglese, il che lo rendeva spesso vittima di bullismo. Suo padre gli insegnò i rudimenti della boxe, in modo che il giovane imparasse a difendersi. Louis ha vissuto la realtà della strada sulla propria pelle ma ha cercato di trovare un percorso diverso nello sport, diventando, poi, uno dei migliori atleti olimpionici che gli Stati Uniti d’America abbiano mai avuto.
Nel 1936 vinse le Olimpiadi nella corsa sui 5000 metri, impressionando anche Adolf Hitler che volle congratularsi personalmente con lui. Pochi anni dopo, iniziò la carriera militare che lo avrebbe portato, da quella stretta di mano con il dittatore nazista, a combatterlo in nome della libertà. 

Una “storia” di lotta,  ma la redenzione?

È sulla guerra che, ancora una volta, tornano i problemi “storici” per la pellicola cinematografica. Come spiega lo sceneggiatore e scrittore William Nicholson ad Avvenire, la scrittura originale di Unbroken fu opera sua, ma in un secondo momento furono interpellati i fratelli Coen, che poi hanno riscritto la storia e hanno concluso il lavoro insieme ad Angelina Jolie. «Sono stato chiamato dalla regista a scrivere il copione – ha spiegato – ma dopo qualche tempo sono venuto a sapere che erano stati interpellati anche i fratelli Coen. 
Della storia iniziale rimane solo la prima parte, quella in cui il protagonista lotta per la sopravvivenza. La seconda, quella in cui entrano in gioco la fede e il suo riscatto spirituale, è sparita. Tutto finisce con la guerra, insomma. Si vede che la redenzione, in quanto valore positivo, a Hollywood non piace». 
Il giallo tocca, quindi, ancora l’aspetto storico del cinema. Se è vero che nella vita di Zamperini anche la spiritualità ha giocato un ruolo rilevante, perché ometterla? Probabilmente torniamo al punto iniziale: il linguaggio cinematografico è composto da limiti e forzature che talvolta allontanano lo spettatore dalla realtà delle cose. Privilegiare la guerra rispetto alla spiritualità significa puntare su un film d’azione, di carattere patriottico. 


Una grande vita senza rimpianti

Il personaggio e la sua storia, però, trasmettono comunque un messaggio fortissimo, soprattutto perché reali. «Quando ho conosciuto per la prima volta Louie Zamperini – ha raccontato Laura Hillenbrand – durante una telefonata in un tardo pomeriggio di dieci anni fa, ero in cerca di una bella storia. Quando ha raccontato gli anni della sua improbabile vita, incredibilmente ricca di avvenimenti, capii di non aver semplicemente trovato una bella storia, ma di aver trovato forse la più straordinaria storia di vita vissuta che avessi mai ascoltato». 
«Quando è scomparso il 2 luglio 2014, all’età di 97 anni – si legge nel pressbook di Unbroken – Louie Zamperini non aveva rimpianti, era stato celebrato vittoriosamente come un vero eroe americano. La vita di questo ex olimpionico, lunga e ispiratrice, è stata descritta come una delle migliori storie di trionfo del XX secolo. Ha raccontato dell’opprimente disperazione sconfitta da un’indomita volontà, un riscatto che continua a funzionare come messaggio di speranza per milioni di persone che sono state influenzate e ispirate dal suo viaggio». 
Durante una delle sue ultime interviste, Zamperini dichiarò: «Ora che il libro è finito (quello scritto da Laura Hillenbrand, ndr), tutti i miei amici sono morti. È triste realizzare che li hai persi, ma ora ho una nuova amica, Angelina Jolie. Lei mi vuole bene davvero, mi abbraccia e mi bacia. Quindi, non mi posso lamentare».<

Related

Cinema 7746373233556411734

Posta un commento

emo-but-icon

Dimensioni Nuove CHIUDE

Dimensioni Nuove CHIUDE
Un saluto a tutti i nostri affezionati ma purtroppo troppo pochi lettori

Sfogliabile

Sfogliabile
Sfoglialo online

DIMENSIONI NUOVE

"È la rivista mitica, se così la possiamo definire, che l'editoria cattolica italiana dedica al mondo giovanile da sempre".

Newsletter

Iscriviti a Dimensioni Nuove
Email:

Recenti

Commenti

Facebook

Links

item