Reciprocità

di Elena Giordano Reciprocità Condizione di ciò che è reciproco, vicendevole (Dizionario Sabatini Coletti) Un concetto difficile d...

di Elena Giordano



Reciprocità

Condizione di ciò che è reciproco, vicendevole (Dizionario Sabatini Coletti)



Un concetto difficile da spiegare, perché si può confondere con altri, apparentemente simili.

Se io eseguo un lavoro per la mia azienda, l’azienda mi paga – si spera – il giusto. Questa non è reciprocità. È un rapporto, regolato da un accordo, che prevede che tanto una persona dà, sotto forma di lavoro, tanto riceva, in denaro. Questo “patto” è comune, nella società civile, e garantisce che le persone non si accapiglino ogni volta che vanno al mercato, acquistano, lavorano…

Se io, invece, faccio parte di un’associazione di volontariato, mi metto nella “disposizione d’animo” di fare ciò che è necessario per le persone di cui mi sto occupando. Non ho un ritorno matematico: nessuno mi pagherà. Ho comunque un ritorno che si può tradurre in diversi modi: un grazie, un pensiero, una festa tutti insieme. Inoltre, so che un domani, quando sarò io ad aver bisogno, qualcuno userà il mio stesso atteggiamento e si farà avanti.

Attenzione: molti, nel nostro Paese, tirano in ballo la reciprocità per mettere una contro l’altra la religione cristiana e quella musulmana. Il tema, caldissimo, è quello della costruzione delle moschee qua… e delle chiese là. In sostanza, è questo il pensiero che si sente spesso: in Italia noi siamo “buoni” perché lasciamo che vengano costruiti luoghi di culto per i musulmani, mentre nei Paesi mediorientali le chiese non vengono accettate. Impostare così il ragionamento significa alimentare il fuoco dell’intolleranza, con la benzina dell’ignoranza.

Anzitutto perché, ad esclusione dell’Arabia Saudita (che per i mussulmani è terra santa e potrebbe essere paragonata allo Stato del Vaticano – in cui non ci sono al momento moschee), c’è libertà di culto e ci sono Chiese in Qatar, Bahrain e Kuwait. È vero, non si può parlare di vera libertà di culto, perché non sono possibili conversioni dall’Islam alle altre religioni, ma anche in Arabia Saudita i cristiani sono 2 milioni su un totale di 17 milioni di abitanti (in maggioranza filippini residenti per lavoro).

Il punto è riaffermare che la reciprocità ci fa fare ciò che è giusto, senza che in automatico si venga ripagati con la stessa moneta. Non ha senso “pretendere” uguali trattamenti, anche se è importante progredire con il dialogo, e non con il gioco dei sassolini: tanti te ne do, tanti ne devi restituire a me.



I maestri

I giganti della reciprocità sono i genitori. Non esiste una “moneta” capace di compensare il valoro del servizio reso da papà e mamma.

Ogni mattina si alzano e organizzano la vita della famiglia. Uno si occupa della colazione, l’altro veste i figli, sistema la casa. Entrambi la sera ritornano e nuovamente fanno in modo che ogni componente della famiglia vada a letto ben nutrito, con i compiti fatti, i vestiti in ordine, e così via.

Se decidessero di fare solo ciò che dà ritorno economico, la famiglia si bloccherebbe in un secondo.

La famiglia è, invece, il luogo “principe” della reciprocità: tutti i suoi componenti sono chiamati ad avere le antenne ben dritte, per recepire al volo i bisogni delle altre persone.

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