Rita Levi Montalcini
di Elena Giordano Rita Levi Montalcini Carta d’identità Paese: Italia ...
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di Elena Giordano
Rita Levi Montalcini
Carta d’identità
Paese: Italia
Anno di nascita e morte: 1909-2012
Professione: scienziata
Rita ha un’intelligenza importante e non accetta un “no” come risposta. In un tempo storico in cui solo i figli maschi avevano diritto di proseguire gli studi, lei si impunta e riesce a laurearsi in Medicina, e si dedica sin da subito allo studio del sistema nervoso.
Si allontana dall’Italia per sfuggire alle leggi razziali (è ebrea); passa moltissimi anni della sua vita negli Stati Uniti, ma il suo cuore resterà sempre ancorato al suo Paese di origine.
Le sue scoperte scientifiche le valgono, nel 1986, il Nobel per la Medicina (una delle 10 donne della storia ad averlo ricevuto). Nel 2001 viene anche nominata Senatore a Vita della Repubblica Italiana.
Cosa ci dice Rita?
• Le ragazze non hanno sempre vissuto, come ora, il “tempo della libertà”, ossia fare ciò che si desidera, seguire le proprie aspirazioni, prendere decisioni importanti anche andando contro la propria famiglia. Rita non ha avuto paura di contrastare il volere del padre, ed è riuscita a laurearsi, dimostrando una determinazione non indifferente.
• Si racconta che la scoperta che le ha fatto meritare il premio Nobel – l’individuazione di una proteina, il Fattore di crescita nervoso – sia stata il frutto, oltre che di una preparazione elevata, anche di un’ottima capacità di osservazione. Questo vale anche per noi: a volte le soluzioni ai grandi problemi sono di fronte al nostro naso… ma abbiamo troppa fretta e non riusciamo a fermarci e a ragionarci sopra.
• Rita ha sempre avuto una grande sensibilità “laica”: rispettava i progressi ottenuti dalla scienza, ma credeva fortemente che fosse necessario eliminare le disuguaglianze tra le popolazioni, la povertà, le malattie. Per questo si è adoperata per migliorare la condizione delle donne: lei, donna scienziata, che ha sempre lavorato in un mondo prettamente maschile.
• Questa donna che amava disegnarsi gli abiti da sola, ha sempre avuto un “faro”, nella sua vita: il cervello. Oggi molti vivono idolatrando il loro aspetto fisico, facendo una malattia dei chili di troppo o della ruga in arrivo. Lei, arrivata all’età di 103 anni, ha sempre messo davanti a tutto le potenzialità della mente, a cui andavano rispetto e dedizione. Una donna certamente controcorrente, che però non possiamo definire “d’altri tempi”. Il suo tempo è anche il nostro: quello dell’intelligenza! Solo una donna di spessore poteva esprimere concetti del genere: “Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente”.