I love Thegiornalisti
MUSICA di Francesca Binfarè Incontro con la band del momento I love Thegiornalisti Lo dice (ovviamente) Tommaso Para...
https://www.dimensioni.org/2018/12/i-love-thegiornalisti.html
di Francesca Binfarè
Incontro con la band del momento
I love Thegiornalisti
Lo
dice (ovviamente) Tommaso Paradiso, leader del gruppo, che nel giro di due anni
ha monopolizzato le classifiche con canzoni dal seducente profumo pop.
Tommaso
Paradiso scrive canzoni che hanno la caratteristica
di rimanere in testa, che si fanno canticchiare, che le radio trasmettono
spesso e volentieri. Tommaso è la voce, la penna e il frontman dei Thegiornalisti, band composta anche da
Marco Antonio Musella e Marco Primavera. I primi due dischi i tre amici li
hanno fatti nascere nel salotto di casa e ascoltare su tanti piccoli palchi
che, man mano, sono diventati sempre più grandi e importanti.
I Thegiornalisti oggi possono essere
considerati la più significativa rivelazione
della musica italiana degli ultimi anni: nati nella nicchia dell’indie-pop sono
approdati al mondo del grande pop italiano delle hit, conquistando classifiche
di vendita e radiofoniche. Non a caso, hanno ottenuto oltre 30 certificazioni tra dischi d’oro e di
platino
Il loro singolo Riccione è stato il tormentone dell’estate 2017, mesi in cui andava
fortissimo anche Pamplona di Fabri
Fibra cantata con Tommaso Paradiso. Che, nel frattempo, si è affermato come
autore per altri interpreti, a cominciare da Luca Carboni che con Luca lo stesso ha avuto grande successo.
È proprio a Tommaso che abbiamo chiesto di raccontarci il nuovo album di
Thegiornalisti, Love.
Love è stato pubblicato due
anni dopo Completamente sold out, che
dal giorno della sua uscita è rimasto nella top 100 dei dischi più venduti in
Italia. Che differenze sostanziali ci sono tra questi due album?
Le canzoni (risponde ridendo Tommaso, nda). Love è stato prodotto insieme a Dario Faini (che lavora con molti
artisti, tra cui i La Rua, e che ha un suo progetto strumentale, Dardust, nda), e questa è una novità. Nelle nuove
canzoni è presente una parte organica che in quelle precedenti mancava, non
abbiamo seguito schemi scegliendo di esaltare al massimo ogni canzone nella sua
essenza. Se il violino o la tromba ci stavano bene li abbiamo inseriti, senza
pensare troppo ad altro.
Love quindi è un disco
libero?
Sì. Non ci siamo prefissati niente quando
abbiamo iniziato a lavorarci.
E
tu, Tommaso, sei stato libero di esprimerti senza sentire il peso del successo
e del doverti ripetere ai massimi livelli?
Questo tipo di pressione non la sento.
Scrivere è un momento completamente privato che vivo con me stesso, in cui mi
prendo tutte le libertà che voglio. Io credo che se senti la pressione del
dover fare qualcosa di successo, sbagli. Non penso alle radio o al pubblico,
scrivo e basta.
Cosa
ti orienta, allora, nella scrittura delle canzoni?
Cerco di sorprendere le persone
all’ascolto, per quanto si possa farlo. Mi piace cambiare sempre, lo faccio
uscendo dalla mia comfort zone. Cioè, nella vita sono una persona abitudinaria,
vado sempre nello stesso bar e nello stesso ristorante, ma nella musica no,
voglio spingermi un po’ oltre i territori in cui mi sento a mio agio. Scrivo
canzoni che posso aver voglia di cantare a squarciagola, allo stadio o quando
sono in bagno. È per questo che non scrivo brani politici, perché la politica
non mi “suona” nei miei testi, sarebbe un intruso.
Dove
trovi l’ispirazione?
Nelle cose della vita: amo descrivere la
normalità. Per me pop significa popolare, semplice: è il mondo di ogni giorno che
voglio raccontare perché è quello che conosco. Love è una parola molto pop, infatti. Però non è la musica
l’influenza maggiore che sento quando scrivo, piuttosto lo è il cinema.
Sono un cinefilo appassionato, e sento la
forza di questa arte quando compongo. Oltre a immaginare dei fatti come se
fossero dentro un film, a volte guardare una storia del grande schermo mi fa
venire un’idea per una frase, anche se il tema di cui sto trattando non c’entra
niente con la pellicola che sto vedendo.
E
il Dr. House che dà il titolo a una
delle nuove canzoni è proprio quello della serie tv?
Sì, è lui. Anzi, in realtà l’ho composta
pensando a Hugh Laurie che lo interpreta. Mi è piaciuto talmente il personaggio
(un medico che in un’ora ti dà la diagnosi) che ho pensato di non poter fare a
meno di scrivere un brano su di lui. Ho anche visto tutta la serie, quattro
volte.
Qual
è la tua band preferita?
Come band senza dubbio i Coldplay, da
sempre. Come senti le loro canzoni sai che quel pop ha dentro qualcosa di
speciale.
Perché
nel 2009 hai fondato Thegiornalisti con Marco Antonio e Marco?
Nella musica che ascoltavamo non trovavamo
l’unione di quella parte cantautorale tipicamente italiana con sonorità che
strizzassero l’occhio al mondo anglosassone. C’erano ovviamente cantanti e
canzoni che ci piacevano, ma noi volevamo ascoltare la musica che poi abbiamo
fatto in prima persona. Le armonie dal sapore internazionale sono al centro
della nostra band.
Sai
che il pubblico applica delle “etichette” ai cantanti per identificarli in
maniera chiara: i Thegiornalisti che “etichetta” applicano a loro stessi?
Credo che fin dalla nostra nascita noi un
po’ sfuggiamo alle classificazioni. Ci avevano infilato nel cassetto dell’indie
perché facevamo canzoni con due chitarre, ma i nostri primi brani erano già
pop. Abbiamo sempre scritto canzoni pop.
Hai
cercato una risposta alla domanda “qual è il segreto del successo dei
Thegiornalisti”?
Perché scrivo canzoni belle (dice tra lo
spavaldo e l’imbarazzato, nda). Se
non lo fossero, non ci sarebbero riscontri.
Ti
aspettavi tutto il successo della band e anche il tuo personale, come autore?
No, ma perché io, noi, non ci aspettiamo
niente. Personalmente in questo sono un po’ come i calciatori: loro si allenano
ogni giorno e alla fine del campionato la classifica darà il suo responso.
Anche io sono così, penso a lavorare.
In pilloleI Thegiornalisti sono nati a Roma nel 2009.Hanno autoprodotto i primi due dischi, Vol. 1 del 2011 e Vecchio, uscito qualche mese più tardi.Nel 2014 hanno pubblicato Fuoricampo.Nel 2015 Tommaso Paradiso firma la sua prima importante collaborazione come coautore di Luca Carboni.L’album del 2016 è Completamente sold out, certificato disco d’oro per le vendite.Il singolo che ha anticipato Love è Questa nostra stupida canzone d’amore, doppio disco di platino digitale.