Il complesso di Superman
di Elena Giordano Il complesso di Superman Tommi è in fase iperattiva, per colpa di un lutto che l’ha colpito. Cerca di esser...
https://www.dimensioni.org/2013/11/il-complesso-di-superman.html
di Elena Giordano
Il complesso di Superman
Tommi
è in fase iperattiva, per colpa di un lutto che l’ha colpito.
Cerca di essere
come il nonno, prova nuove identità, alla ricerca di qualcosa che plachi il suo
dolore.
In questi ultimi
mesi Italia Uno, in orario pomeridiano, ha ri-trasmesso una fortunata serie
televisiva, Smallville: la storia dell’adolescente Clark Kent, destinato a diventare un giorno Superman.
Nei tanti
episodi ambientati in un piccolo paesino americano, il futuro supereroe è alle prese con una serie di difficoltà: ha il problema di gestire i suoi poteri, di
controllarli e non farli scoprire; ha amici e una fidanzata, ma è sempre comunque “altro”, e intuisce di
avere grandi responsabilità.
Un vero adolescente in formazione, insomma, che però cerca in ogni modo di aiutare tutti, grazie a
superpoteri, velocità supersonica, vista
a raggi X e “cosine” del genere.
Il Clark Kent di Smallville, così diverso da quello raccontato dai film degli anni Ottanta
(al tempo Christopher Reeve era già un supereroe fatto e vestito, pronto a salvare il mondo), mi ha fatto
venire in mente, per chissà quale strana analogia astrale, il “nostro” Tommi di quest’ultimo periodo.
Tommi è in una fase che definirei di esagerata esuberanza. Si è messo in testa che deve essere ovunque, darsi da fare per tutti, impegnarsi
in ogni cosa, senza sosta.
Il motivo? Forse si può ricondurre al lutto che l’ha colpito.
Il nonno cui era tanto affezionato è mancato qualche settimana fa.
Nonno Gianni, anche se
ultraottantenne, era una vera forza della natura, si impegnava ancora in
parrocchia, curava l’orto, era sempre
sorridente e non si perdeva mai d’animo.
Memorabili i suoi racconti del Dopoguerra, tra lavori troppo strani
e la fidanzata (nonna Nina) da corteggiare! Morto il nonno, Tommi si è probabilmente accorto che nella sua vita una luce si era
spenta.
E ha deciso di riaccenderla. A modo suo: diventando un po’ il nonno, ma con l’energia di un ragazzo. Da qui la miscela esplosiva, quasi da superuomo.
Oggi
Tommi ha l’allenamento di
calcetto con i bambini delle elementari, questa sera le prove dei canti.
Domani
esame all’università, dopodomani riunione per organizzare le vacanze estive
del gruppo, l’aggiornamento del
sito web della parrocchia, un’altra riunione per decidere come impostare i centri estivi.
Poi ha da gestire
gli impegni che gli lasciano i genitori, ha la chitarra con cui esercitarsi, gli
amici a cui non dire mai no.
Lui, sempre così riflessivo, e portato alla critica, prima che all’azione conseguente, si è trasformato in una macchina da guerra. Noi amici gli
siamo vicino, ma non riusciamo assolutamente a stargli dietro.
Nessuno si è permesso di fargli notare che forse sta esagerando, che
anche il tempo del lutto è prezioso.
Che le persone che non ci sono più non si dimenticano, vanno tenute in vita con il ricordo
e l’esempio… ma non devono diventare un modello unico da copiare.
Ha
provato Carlotta, con il suo solito garbo, a fargli notare che la “superattività” tende a mascherare un “superdolore”, ma Tommi non ha
voluto sentire ragioni, né perdere un secondo di tempo.
Abbiamo così pensato di lasciare perdere, di “osservarlo da lontano”, e di affiancarlo in alcuni dei suoi tanti impegni, in
modo da non farlo sentire completamente solo a combattere questa battaglia del
ricordo.
Nel nostro gruppo ciascuno è ciò che desidera:
superuomo, nullità, persona in cerca
di amore, persona arrabbiata, scostante o incompresa.
Ognuno porta il suo
piccolo fardello, e gli altri sorreggono e sostengono.
Questa è la libertà! Per questo rimarremo amici per sempre, anche quando ci divideremo.
Perché per noi il gruppo sarà sempre Casa.
- Le persone che si sentono amate e capite dagli amici sanno di poter essere se stesse, di palesare agli altri dolori e sofferenze.
- Il gruppo ha la capacità incredibile di assorbire, attutire, accompagnare. Solo tra amici è possibile questo “appoggio incondizionato”, che non chiede niente in cambio.
- Gli amici sanno quando è il momento di tacere, ma sanno anche che ogni tanto è necessario “scrollare” una situazione, perché le persone capiscano in quale film hanno scelto di recitare la parte dei protagonisti.