La canzone del perduto amore
di Elena Giordano La canzone del perduto amore Il gruppo interviene in una situazione dolorosa. Il comportamento delle persone no...
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di Elena Giordano
Il gruppo
interviene in una situazione dolorosa. Il comportamento delle persone non è
dettato dalle regole, ma ispirato dal cuore. Una storia di vera amicizia.
Ho pensato di comporre una lirica per accompagnare queste giornate così
particolari. Si intitola “La canzone del perduto amore” ed è dedicata a Tommi,
che sta vivendo la sua prima grande, potente, lunga e distruttiva pena d’amore.
A inizio della stagione estiva scarpinata in gruppo in un rifugio di
montagna poco distante dalle nostre casette. Figlia del gestore… bellissima;
Tommi… folgorato. Risultato: inizia una storia tra i due. Lui ogni venerdì
prende il pullman e parte, destinazione montagna. Per raggranellare qualche
soldo chiede di aiutare in rifugio.
La storia fila tra caprette e polenta sino a che la bella figlia del
rifugista, a fine agosto, gli confessa che sta per partire per la Danimarca. Passerà
via sei mesi, e non intende avere legami “a casa”. Vuole partire libera e bella. Risultato: Tommi
raccatta le sue poche cose e per l’ultima volta discende a valle, portandosi
dietro dolore, dispiacere, sorpresa, e anche un po’ di rabbia.
Vi starete chiedendo: cosa c’entrano gli amici, in tutto questo? C’entrano,
eccome, per il semplice fatto che dal giorno della “separazione” in poi Tommi
si è ancorato, incollato, fissato a noi, al suo gruppo, per avere da uno
sostegno, dall’altro ascolto, dall’altro ancora energia per andare avanti. E
così eccoci qua.
La mattina Tommi chiama Carlotta, che cerca di instillargli un po’ di
voglia di alzarsi dal letto. Prima del pranzo si vede con Alex, deputato a
fargli trangugiare qualcosa. La sera tocca a me: è il momento più difficile,
quello in cui i ricordi tornano alla mente e la malinconia aumenta. Come si
tengono a bada? Semplice, cercando di combatterli, di fare vedere che la vita va avanti, il mondo prosegue e
non può fare a meno di lui.
Vi piace questo nostro schema di battaglia? Sapete perché è bello e
funziona? Perché non è stato organizzato e schedulato. Tommi si
è avvicinato, e noi abbiamo capito, con naturalezza, cosa la situazione
richiedesse.
Sarebbe bello poter essere sempre così evangelici: “Chiedete e vi sarà
dato”. Diciamo che essere accoglienti con un amico è semplice, il
difficile è essere accoglienti con tutti, ma proprio tutti, anche con quelli
che non sopportiamo (ma questo è un altro discorso).
Diciamo che davvero, ancora una volta, abbiamo sperimentato la forza dell’amicizia. Un sentimento che non
ha confini, non richiede gesti eclatanti, ma una fiducia cieca nell’altro.
Tommi uscirà dalla sua delusione d’amore più forte di prima. Nessuno di noi, in
futuro, ricorderà l’accaduto. Sarà uno spaccato di vita di cui fare tesoro, ma
da chiudere nel cassetto. Così, nel silenzio e con complicità.
- Quante volte vorreste confidarvi con i vostri amici, ma avete paura del loro giudizio. Se davvero siete in questa situazione: siete certi che siano gli amici giusti per voi?
- Con quali amici pensate di poter condividere una grande gioia e anche una grande preoccupazione? Credete che anche loro abbiano in voi il riferimento per le situazioni speciali? Se la risposta è sì… Queste sono le amicizie che durano una vita intera.