Non parlarsi è un po’ come morire
dGroup di Elena Giordano Non parlarsi è un po’ come morire Come gestire un forte attrito all’interno del gruppo? Far finta di nulla...
https://www.dimensioni.org/2014/12/dgroup.html
di
Elena Giordano
Non
parlarsi è un po’ come morire
Come gestire un forte
attrito all’interno del gruppo?
Far finta di nulla o
cercare di risolvere il problema tra i contendenti?
Tutti pensano
che i problemi dell’amicizia siano cosa di poco conto. Certo, rapportati a
gravi problemi di salute, non sono che una piuma che scende lieve a terra. Però
nemmeno le questioni che riguardano un legame come l’amicizia devono essere prese sotto gamba, specie se
sono inserite all’interno di un gruppo parrocchiale come il nostro.
Immaginate un
potentissimo veleno
nero che viene iniettato in
un corpo, e che inizia a modificarne il colore, sino a ingrigirlo: ecco, il
rischio è questo.
Nel nostro
gruppo, da due settimane Chicca e Luca non si parlano più. Non solo non si
parlano, si
ignorano del tutto.
Uno entra nella stanza? L’altra esce. Una parla? L’altro fa finta di niente,
come se non esistesse. Come si è arrivati a questo punto? I due avevano
posizioni diverse relativamente al tema studiare-vs-lavorare. Nessuno dei due
ha voluto retrocedere di un passo e si è arrivati allo scontro. Con la
conseguenza che il confronto sulle idee è diventato scontro sulle persone.
Immaginatevi,
ora, il clima che si respira nel gruppo. Quando succedono
queste cose, è molto difficile rimanere neutrali: viene naturale appoggiare una teoria o l’altra. Ma è
indispensabile non farlo, altrimenti il bisticcio tra due singoli si trasforma
in guerra di posizione tra due eserciti ben schierati. Immaginerete, allo
stesso tempo, quanto sia surreale trovarsi per pregare, o per bere una cosa,
sentendo il gelo che pervade la stanza.
Come se ne
esce? Ci sono tanti modi, alcuni “#interventisti”, altri…
“#facciamo#fin-ta#di#niente”. Tommi propende per l’intervento, del tipo: prendiamo questi
due, li scrolliamo ben bene e li riportiamo alla ragione, perché non esiste che
si debba togliere l’amicizia a uno, solo perché non la pensa come me. Io sarei
più per il “mi giro dall’altra parte”. Non perché io sia uno struzzo, ma perché
credo che le persone debbano “digerire” le situazioni, e farlo da sole. Chicca
e Luca si conoscono da 15 anni. Davvero vogliono cancellare tutto questo tempo? Io dico: attendiamo ancora un
po’, cerchiamo di stare vicini a entrambi. Ricordiamo loro – vivendo! – quanto
è importante l’amicizia. Se la cosa diventerà alla fine davvero insopportabile
per tutti, sarò io stesso, con Tommi, a fare loro un bello “shampoo
riappacificatore”. In un modo o in un altro, l’amicizia deve comunque vincere: e alla base deve esserci non solo il
rispetto per le persone, ma anche per le loro idee!