Intervista a Red Canzian
Intervista a Red Canzian Canzoni di vita quotidiana Il bassista dei Pooh realizza un progetto dai forti contorni biografici. Tra mu...
https://www.dimensioni.org/2014/12/intervista-red-canzian.html
Canzoni
di vita quotidiana
Il bassista dei Pooh realizza un
progetto
dai forti contorni biografici. Tra
musica e immagini,
scorrono le sue passioni e i suoi
affetti.
Un altro, al suo posto, avrebbe fatto una vacanza,
sfruttando i due anni sabbatici presi dai Pooh, di cui è il bassista. Red
Canzian invece si è buttato a capofitto in un vero e proprio progetto che
comprende l’album L’istinto e le stelle, un dvd intitolato Lo sguardo
e la pelle e un booklet speciale di 72 pagine, tutto in un’unica confezione
e al prezzo di un cd.
Un lavoro
dunque complesso e articolato, che arriva a ben 28 anni di distanza
dalla sua prima prova da solista, Io e Red. Certo, da allora, non è
stato con le mani in mano, assorbito dalla marcia inarrestabile dei Pooh, che
hanno segnato i decenni della musica italiana fino a oggi.
Adesso,
però, complice appunto la pausa presa dal gruppo, Red ha deciso di tornare in
studio e dare vita a una specie di album “fotomusicale”, un’autobiografia di
suoni e immagini che ripercorre un po’ le passioni e gli affetti che
hanno costellato la sua intensa vita. Nel farlo, ha voluto con sé i figli
Chiara (con cui duetta) e Phil (che ha curato buona parte degli arrangiamenti e
suona), tanti amici vecchi e nuovi (come i componenti dei Capsicum Red, sua
prima formazione, Ivano Fossati e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro).
È
scaturito un cd musicalmente eterogeneo, una sorta di colonna sonora con i
generi amati da Red, che fanno cambiare piacevolmente vestito a ogni canzone.
Un diario intenso, fatto di storie e melodie, che raccontano una vita
vissuta sempre sotto il segno delle sette note.
Dopo
tanto tempo, arriva un tuo nuovo cd da solista. Perché hai scelto di pubblicarlo
proprio in questo momento?
La pausa
di due anni presa dai Pooh mi ha permesso di andare a scandagliare nei miei
ricordi, nelle mie passioni, nei miei sogni e di trasformare tutto questo in
canzoni. Il cd, dunque, racchiude in sé la mia storia, gli affetti e gli amori
più importanti della mia vita e tutta la musica che mi ha accompagnato fin qui.
Musica
che ha avuto fortissimi cambiamenti nel corso degli anni. Come li hai vissuti?
Non tutti
bene. Si è infatti persa un po’ per strada l’originalità, che derivava anche
dal suonare strumenti veri senza il sostegno dell’elettronica. Il mio album, in
tal senso, rischia di sembrare molto nuovo perché è vecchio: l’ho registrato
con apparecchiature vintage, una chitarra è... una chitarra, l’orchestra è
vera, e poi ho fatto una cosa oggi impensabile: ho chiesto, tra lo stupore del
fonico, che il mio disco non suonasse troppo forte. Ormai tutti alzano i toni e
comprimono i suoni, con il risultato che dopo mezz’ora ti fanno male le
orecchie. Invece, io ho voluto vestire il cd con abiti morbidi e abbassare il
volume, come si faceva una volta.
Una
scelta, per certi versi, coraggiosa, che va controcorrente...
È
soprattutto una scelta fortemente voluta. Questo cd è molto importante per me e
l’ho fatto senza pensare troppo agli altri ma solo a quello che volevo
esprimere sia dal punto di vista musicale che testuale. Chi desidera entrare
nel mio mondo, troverà storie e sentimenti in cui chiunque si potrà
identificare perché tutti hanno avuto un padre, dei figli, si sono innamorati.
Valori semplici, ma fondamentali e sostanziali, che cambiano la vita: puoi
avere tutti i soldi che vuoi, ma senza questi punti di riferimento ti mancherà
sempre qualcosa.
Il
lavoro si sfoglia quasi come un album fotografico...
Per
raccontare il mio disco non ho pensato alla mia carriera con i Pooh, né a
quello che rappresento, ma a me stesso e alla mia storia: a come ho
incominciato a suonare, con un amplificatore e una chitarra da pochi soldi, per
poi proseguire in un’avventura meravigliosa, fatta di tanti incontri personali
e musicali che rivivono e convivono insieme nelle canzoni di questo cd.
Oltre al
cd, c’è anche un dvd e un booklet di 72 pagine, insomma, un progetto di largo
respiro. Come mai?
Mentre
registravo i primi brani mi sono accorto che solo l’album non sarebbe bastato
per raccogliere tutte le sollecitazioni che stavo ricevendo. Alcune canzoni
richiedevano l’uso delle immagini, così ho realizzato una specie di docu-film e
un libretto che raccontano la nascita e lo sviluppo del lavoro, con tante
sorprese.
Perché
lo hai intitolato L’istinto e le stelle?
La
copertina rispecchia bene il titolo, con le foglie che si arrampicano sul mio
viso, per raccontare la fusione, troppo poco frequentata, tra la natura e l’uomo,
tra la passione e il sogno, tra l’istinto e le stelle, appunto.
Hai
ancora sogni e passioni?

Nel
disco spuntano due firme importanti: quelle di Sangiorgi e Fossati. Come sono
nate queste collaborazioni?
Prima di
tutto perché siamo amici. Con Ivano ci eravamo promessi nel ’78, durante una
sua visita a casa mia, che un giorno avremmo scritto un pezzo insieme: è
trascorso un po’ di tempo ma alla fine ci siamo riusciti.
E con
Sangiorgi?
Giuliano
lo seguo da quando si esibiva nei club, l’ho visto crescere e affermarsi, e
così l’ho chiamato perché ci tenevo che partecipasse a questo progetto. Gli ho
inviato la musica del brano ma, stranamente, non mi ha risposto subito, come fa
di solito. Dopo due ore vedo sul telefonino un suo messaggio: lo apro, era il
testo finito della canzone, perfetto. È un talento incredibile.
Nel dvd
trova posto un intenso duetto con tua figlia Chiara nel brano Il fiume. Com’è stato cantare con lei?
La sua
voce mi trasmette un brivido ogni volta che la sento. Questo pezzo, poi, è
davvero significativo per me perché descrive il fiume che passa davanti a casa
al quale, in età diverse, sia io che mia figlia abbiamo consegnato i nostri
sogni. In più, al pianoforte c’è mio figlio. È uscito dunque un quadretto che
adoro senza essere il classico brano “strappacuore”.
In effetti,
la mia voglia di vacanza dura una settimana o poco più, poi sento il bisogno di
tirare fuori le mie emozioni altrimenti scoppio. E per farlo uso la matita, la
penna o la chitarra. Devo insomma fare qualcosa ed è stato così fin da quando
ero un bambino, devo sempre essere in pista.
Sei
vegano. Vuoi spiegarci il motivo?
Ho fatto
questa scelta qualche anno fa e non solo per una convinzione salutistica, ma
per un bisogno etico di relazionarmi con rispetto con le creature viventi del
pianeta. Per me, è importante sedermi a tavola e sapere di non aver provocato
sofferenza a un altro essere vivente, anche se indirettamente. È così bello
poter dire: “Cosa mangiamo stasera?” e non “Chi mangiamo stasera?”. <