Intervista a Red Canzian

Intervista a Red Canzian Canzoni di vita quotidiana Il bassista dei Pooh realizza un progetto dai forti contorni biografici. Tra mu...

Intervista a Red Canzian
Canzoni
di vita quotidiana
Il bassista dei Pooh realizza un progetto
dai forti contorni biografici. Tra musica e immagini,
scorrono le sue passioni e i suoi affetti.

   Un altro, al suo posto, avrebbe fatto una vacanza, sfruttando i due anni sabbatici presi dai Pooh, di cui è il bassista. Red Canzian invece si è buttato a capofitto in un vero e proprio progetto che comprende l’album L’istinto e le stelle, un dvd intitolato Lo sguardo e la pelle e un booklet speciale di 72 pagine, tutto in un’unica confezione e al prezzo di un cd.

Un lavoro dunque complesso e articolato, che arriva a ben 28 anni di distanza dalla sua prima prova da solista, Io e Red. Certo, da allora, non è stato con le mani in mano, assorbito dalla marcia inarrestabile dei Pooh, che hanno segnato i decenni della musica italiana fino a oggi.
Adesso, però, complice appunto la pausa presa dal gruppo, Red ha deciso di tornare in studio e dare vita a una specie di album “fotomusicale”, un’autobiografia di suoni e immagini che ripercorre un po’ le passioni e gli affetti che hanno costellato la sua intensa vita. Nel farlo, ha voluto con sé i figli Chiara (con cui duetta) e Phil (che ha curato buona parte degli arrangiamenti e suona), tanti amici vecchi e nuovi (come i componenti dei Capsicum Red, sua prima formazione, Ivano Fossati e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro).
È scaturito un cd musicalmente eterogeneo, una sorta di colonna sonora con i generi amati da Red, che fanno cambiare piacevolmente vestito a ogni canzone. Un diario intenso, fatto di storie e melodie, che raccontano una vita vissuta sempre sotto il segno delle sette note.

Dopo tanto tempo, arriva un tuo nuovo cd da solista. Perché hai scelto di pubblicarlo proprio in questo momento?
La pausa di due anni presa dai Pooh mi ha permesso di andare a scandagliare nei miei ricordi, nelle mie passioni, nei miei sogni e di trasformare tutto questo in canzoni. Il cd, dunque, racchiude in sé la mia storia, gli affetti e gli amori più importanti della mia vita e tutta la musica che mi ha accompagnato fin qui.
Musica che ha avuto fortissimi cambiamenti nel corso degli anni. Come li hai vissuti?
Non tutti bene. Si è infatti persa un po’ per strada l’originalità, che derivava anche dal suonare strumenti veri senza il sostegno dell’elettronica. Il mio album, in tal senso, rischia di sembrare molto nuovo perché è vecchio: l’ho registrato con apparecchiature vintage, una chitarra è... una chitarra, l’orchestra è vera, e poi ho fatto una cosa oggi impensabile: ho chiesto, tra lo stupore del fonico, che il mio disco non suonasse troppo forte. Ormai tutti alzano i toni e comprimono i suoni, con il risultato che dopo mezz’ora ti fanno male le orecchie. Invece, io ho voluto vestire il cd con abiti morbidi e abbassare il volume, come si faceva una volta.

Una scelta, per certi versi, coraggiosa, che va controcorrente...
È soprattutto una scelta fortemente voluta. Questo cd è molto importante per me e l’ho fatto senza pensare troppo agli altri ma solo a quello che volevo esprimere sia dal punto di vista musicale che testuale. Chi desidera entrare nel mio mondo, troverà storie e sentimenti in cui chiunque si potrà identificare perché tutti hanno avuto un padre, dei figli, si sono innamorati. Valori semplici, ma fondamentali e sostanziali, che cambiano la vita: puoi avere tutti i soldi che vuoi, ma senza questi punti di riferimento ti mancherà sempre qualcosa.

Il lavoro si sfoglia quasi come un album fotografico...
Per raccontare il mio disco non ho pensato alla mia carriera con i Pooh, né a quello che rappresento, ma a me stesso e alla mia storia: a come ho incominciato a suonare, con un amplificatore e una chitarra da pochi soldi, per poi proseguire in un’avventura meravigliosa, fatta di tanti incontri personali e musicali che rivivono e convivono insieme nelle canzoni di questo cd.

Oltre al cd, c’è anche un dvd e un booklet di 72 pagine, insomma, un progetto di largo respiro. Come mai?
Mentre registravo i primi brani mi sono accorto che solo l’album non sarebbe bastato per raccogliere tutte le sollecitazioni che stavo ricevendo. Alcune canzoni richiedevano l’uso delle immagini, così ho realizzato una specie di docu-film e un libretto che raccontano la nascita e lo sviluppo del lavoro, con tante sorprese.

Perché lo hai intitolato L’istinto e le stelle?
La copertina rispecchia bene il titolo, con le foglie che si arrampicano sul mio viso, per raccontare la fusione, troppo poco frequentata, tra la natura e l’uomo, tra la passione e il sogno, tra l’istinto e le stelle, appunto.

Hai ancora sogni e passioni?
Forse più di una volta. La passione mi fa sentire vivo ogni mattina che mi alzo e il sogno alimenta i miei giorni. Avere un progetto e cercare di portarlo a termine penso sia importante per chiunque, soprattutto per quello che ti può dare. Non a caso dedico questo mio lavoro a coloro che credono ancora alla bellezza dei propri sogni: perché bisogna continuare a difenderli.

Nel disco spuntano due firme importanti: quelle di Sangiorgi e Fossati. Come sono nate queste collaborazioni?
Prima di tutto perché siamo amici. Con Ivano ci eravamo promessi nel ’78, durante una sua visita a casa mia, che un giorno avremmo scritto un pezzo insieme: è trascorso un po’ di tempo ma alla fine ci siamo riusciti.

E con Sangiorgi?
Giuliano lo seguo da quando si esibiva nei club, l’ho visto crescere e affermarsi, e così l’ho chiamato perché ci tenevo che partecipasse a questo progetto. Gli ho inviato la musica del brano ma, stranamente, non mi ha risposto subito, come fa di solito. Dopo due ore vedo sul telefonino un suo messaggio: lo apro, era il testo finito della canzone, perfetto. È un talento incredibile.

Nel dvd trova posto un intenso duetto con tua figlia Chiara nel brano Il fiume. Com’è stato cantare con lei?
La sua voce mi trasmette un brivido ogni volta che la sento. Questo pezzo, poi, è davvero significativo per me perché descrive il fiume che passa davanti a casa al quale, in età diverse, sia io che mia figlia abbiamo consegnato i nostri sogni. In più, al pianoforte c’è mio figlio. È uscito dunque un quadretto che adoro senza essere il classico brano “strappacuore”.

Oltre alla musica, ti piace dipingere e scrivere libri, con buon successo. Ma non ti fermi mai?
In effetti, la mia voglia di vacanza dura una settimana o poco più, poi sento il bisogno di tirare fuori le mie emozioni altrimenti scoppio. E per farlo uso la matita, la penna o la chitarra. Devo insomma fare qualcosa ed è stato così fin da quando ero un bambino, devo sempre essere in pista.

Sei vegano. Vuoi spiegarci il motivo?

Ho fatto questa scelta qualche anno fa e non solo per una convinzione salutistica, ma per un bisogno etico di relazionarmi con rispetto con le creature viventi del pianeta. Per me, è importante sedermi a tavola e sapere di non aver provocato sofferenza a un altro essere vivente, anche se indirettamente. È così bello poter dire: “Cosa mangiamo stasera?” e non “Chi mangiamo stasera?”. <

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