Autorevolezza
di Elena Giordano dwords Autorevolezza “È la caratteristica di chi possiede un’autorità, un prestigio che gli deriva da capacità ...
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di Elena Giordano
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Autorevolezza
“È la caratteristica di chi
possiede un’autorità,
un prestigio che gli deriva da
capacità e meriti effettivi”. (dizionario Garzanti)
L’autorevolezza
è una dote effettiva, cioè reale, che possiedono i grandi statisti, le persone
capaci di guidare i popoli, ma anche i bravi insegnanti e i genitori, o il
leader di un gruppo di amici. È quel saper fare e dire le cose giuste al
momento giusto. È saper guidare gli altri verso i giusti obiettivi. Senza costringere
o usare la forza, ma solamente perché si è delle persone rette.
Facciamo un
po’ d’ordine. Spesso la lingua italiana è ingannevole: ci fa utilizzare parole
molto simili, che in realtà hanno significati ben diversi: è il caso di autorevolezza e autorità. Le due parole, pur avendo la stessa radice, fanno
riferimento a mondi e persone lontani tra loro.
La persona
autorevole è quella che viene riconosciuta come “preziosa”, perché portatrice
di messaggi che gli altri sono disposti a seguire. Di competenza e coerenza. Quando la persona autorevole parla, tutti
la stanno ad ascoltare. Non tanto per il suo timbro di voce importante, ma
perché quanto sta dicendo è corretto (anche se magari sta dando alla platea
delle brutte notizie).
La persona
autoritaria, invece, è tale perché possiede un grado, una qualifica, che la
pongono sopra gli
altri. Ma non è
detto che agli altri questo tizio piaccia. La persona autoritaria, per esempio,
prende decisioni che tutti coloro che stanno “sotto” devono per forza accettare.
Avete mai
conosciuto persone autorevoli e autoritarie? Sicuramente sì, e anche tante.
Per esempio, c’è il prof che riesce a farsi rispettare da tutta la classe, perché è serio, rispetta
le regole, non offende, spiega bene (è autorevole).
Poi c’è il
prof che sbraita dall’inizio alla fine dell’ora, ha “le
lune”, spiega ma nessuno capisce, ci mette settimane a consegnare le verifiche
corrette e sgrida senza motivo (è autoritario).
Pensate poi
agli uomini politici. Ci sono personaggi (anche in Italia, non è il caso di
pensare solo a Obama, o a Bono degli U2) che riescono a farsi rispettare: hanno
prestigio, nel senso che vengono ascoltati e le loro
parole sono influenti. Viceversa, ci sono tanti altri personaggi di spicco –
che casualmente ritroviamo ogni giorno in Tv – che urlano e sbraitano, e usano
le parolacce e gli insulti. Questi ultimi riescono a fare breccia sono in una
piccola parte della popolazione, nelle persone che vivono “di pancia”, senza
attivare per bene il cervello.
I maestri
Papa Francesco: inizialmente stimato per la sua simpatia e semplicità, nei mesi che
hanno seguito la sua elezione si è imposto davvero per un fortissimo senso di
autorevolezza e rispetto che “naturalmente” fluisce da ogni suo discorso. I
potenti della Terra lo rispettano, lo ascoltano e – anche se non
particolarmente credenti – lo scelgono come riferimento e come maestro di vita.
E più Papa Francesco richiama i cristiani ai valori di povertà, condivisione,
accoglienza, più la sua figura viene ammirata.
Un altro esempio? Il Mahatma Gandhi (morto nel 1948), che ha fatto
della non violenza la sua “arma” per sconfiggere le disuguaglianze che
vessavano il suo Paese, l’India.