Questione di bellezza
di Sagida Syed Incontro con Nadège du Bospertus Questione di bellezza Se modella si sposa con intelligenza e sobrietà, il risultato...
https://www.dimensioni.org/2015/02/questione-di-bellezza.html
Incontro con Nadège du Bospertus
Questione di bellezza
Se modella si sposa con intelligenza e sobrietà, il
risultato è più affascinante. Perché prima viene sempre la vita.
Ok, diventare belli, oggi, almeno in parte,
si può con l’aiuto della chirurgia estetica, con diete azzeccate e uno stile di
vita sano però, ammettiamolo, nascere belli è un dono. La bellezza – per
una volta parliamo di quella esteriore – è da sempre un valore aggiunto al
nostro essere, può definire chi siamo e perfino condizionare il nostro destino.
Pur
tenendo in considerazione il detto scespiriano che essa principalmente risiede
negli occhi di chi la guarda, ci sono vari tipi di bellezze legate a
determinati periodi storici e a diverse latitudini. Poi ci sono quelle persone
che per perfezione di tratti somatici e ad armonia delle parti, risultano
oggettivamente attraenti. Chi è ferrato sull’argomento sono le modelle, anzi le
Top Model con cui la nostra società si confronta quotidianamente attraverso la
pubblicità e la moda.
Vantaggi
e svantaggi
Abbiamo
chiesto ad una di loro di descriverci la vita di chi grazie ad un corpo
avvenente ha costruito la propria carriera, di sfatare le eventuali leggende
metropolitane su questo ambiente e di parlare di vantaggi e svantaggi di
questo lavoro che per molte ragazze rappresenta un miraggio cui sono disposte a
sacrificare tempo, danaro e salute. Nadège du Bospertus è una modella
che con Naomi Campbell, Linda Evangelista, Claudia Schiffer ed Eva Erzigova ha
lanciato l’epoca delle modelle “vip” dotate di una spiccata personalità e non
soltanto manichini nelle mani di eclettici stilisti.
Tra il
gruppo sopracitato Nadège era (ed è) considerata la modella intellettuale, una donna
raffinata, forte di carattere ma dai modi sobri, lontano da ogni
esagerazione. La incontriamo a Milano dove si è ormai stabilita da oltre
vent’anni. «Non pensavo che mi sarei fermata a Milano – esordisce –
soprattutto dopo aver girato tutto il mondo. Pensavo più a Parigi, dove sono
stata scoperta e che è a pochi chilometri dal mio paese natale però mi sono
sposata con un italiano e ho avuto tre figli che mi hanno legato a questa città
e a questo Paese».
Nadège ha
superato la quarantina ma non dimostra più di 30 anni. Le chiediamo di raccontarci
la sua storia partendo dall’inizio: «Già a dodici anni mi chiedevano se
volevo diventare un’indossatrice – ricorda –. Fino a vent’anni decisi che avrei
continuato a studiare e a lavorare part time. Poi mi iscrissi ad una agenzia
molto nota ed iniziai subito a lavorare». Così, questa ragazza dalla pelle
ambrata ereditata dalla madre nativa dell’isola La Réunion , appare, in
pochissimo tempo, sulle copertine delle edizioni internazionali di Vogue, Elle
e MarieClaire. Presta il viso a campagne di prodotti di bellezza. Sfila sulle
passerelle di New York, Parigi, Londra, Milano, Honk Kong.
In
breve, supermodella
In poco tempo diventa
una supermodella. «La mia routine era molto stressante: al mattino salivo su di
un aereo e, magari, atterravo dall’altra parte del mondo. Dopo una doccia in
albergo mi trovavo dietro alla macchina fotografica per lo shooting.
Alle volte dovevo posare per molte ore:
centinaia di scatti per una sola fotografia. Appena finito, se ero fortunata,
dormivo in albergo altrimenti ripartivo subito». Non c’era tempo per la
discoteca o per festini tra amici.
Era un
lavoro serio per la mannequin francese. «Dovevamo calarci nel ruolo per
essere in sintonia con il fotografo o con lo stilista per poterne interpretare
correttamente la filosofia. Eravamo indossatrici ma anche un po’ attrici e il
nostro stile di vita doveva garantirci sempre una perfetta presenza fisica».
Il suo taglio di capelli cortissimo, il suo fisico asciutto ed atletico
coniugato ad un sorriso disarmante, fanno di Nadège una modella dalle caratteristiche
originali che tutti si contendono. «Negli anni Novanta – aggiunge – le
supermodelle erano delle celebrità. I paparazzi ci aspettavano dopo le
passerelle, i giornalisti ci intervistavano, le lettrici copiavano il nostro
stile e le ragazze ci imitavano”.
Nadège
vive questo momento con la spensieratezza dei suoi vent’anni ma con la professionalità
di una donna matura. «Aspiravo anche alla realizzazione come madre – racconta
in tono dolce – e infatti quando mi sono sposata ho avuto tre figli maschi che
hanno radicalmente cambiato la mia vita e il mio destino». Nadège ha rallentato
il lavoro per dedicarsi ad essi, e ancora oggi che sono grandi (il primo ha
vent’anni, l’ultimo quattordici) è una madre premurosa e presente. A vederla
sembra una ragazzina. Non ha un filo di trucco. Anche con una tuta da
ginnastica è elegantissima.
Come si
fa a conservarsi così nel tempo? «Nessun segreto – dice –. È tutta questione
di genetica. Io sono sempre stata così e, soprattutto, non ho mai dovuto
sottopormi a nessuna dieta. Mangio di tutto in modo equilibrato e faccio sport.
Il resto lo devo a Madre Natura».
Ieri
come oggi
Ci
assicura che ciò vale anche per le sue colleghe, quelle supermodelle che
appartengono ad un’altra generazione. Alle ragazze d’oggi che per entrare nel
mondo della moda fanno diete liquide, per endovena o altre assurdità
alimentari, dice che questo mestiere, se è fatto seriamente, non deve
mortificare il corpo bensì esaltarlo: «Ragazze dal corpo emaciato, con le
occhiaie e le ossa femorali che spuntano da sotto i vestiti non sono
attraenti». E aggiunge che se una giovane vuole tentare questa strada deve
rivolgersi solo ad agenzie serie che non chiedono mai danaro in cambio di un
book fotografico e lo deve fare possibilmente appena raggiunta la ragione,
ovvero non in età di sviluppo fisico ed emotivo. «La vita professionale
di una modella non è molto lunga – riflette – però si può rimanere
nell’ambiente anche se con ruoli diversi». La modella si riferisce alla sua
esperienza come direttrice artistica di una nota rivista femminile e come
giudice dello show televisivo Italy’s next top model.
Recentemente
però è tornata sulle passerelle non avendo nulla da invidiare alle nuove leve
ed anzi insegnando loro una lezione o due. «Tra gli stilisti che ricordo con
maggior affetto c’è Gianni Versace che era un uomo sensibile, generoso,
un artista rivoluzionario che ha creato il concetto di supermodella ma sono
anche molto legata a Giorgio Armani». Per modestia Nadège omette di
essere stata per anni la musa dello stilista piacentino.
Oggi le
modelle sono più che altro visi e corpi e la loro personalità interessa
poco.
Serietà
e impegno prima
di tutto
Ma anche
un lavoro che punta unicamente all’esteriorità può essere affrontato con la serietà
e lo stesso impegno di ogni altra professione e può dare grandi
soddisfazioni personali. «Il mio primogenito pur continuando a studiare
all’Università – conclude la Top
model – si sta cimentando nel mio stesso campo. Io lascio che ci provi senza
fargli dimenticare che oggi, più che ieri, lo studio è fondamentale e che la
carriera nella moda per un uomo è molto più breve e meno retribuita di quella
di una donna».
Con il
suo affascinante accento francese (anche se parla perfettamente italiano ed
inglese) con i suoi modi semplici e diretti Nadège ci lascia, convincendoci che
se una supermodella coniuga la bellezza esteriore a quella interiore,
la sua impronta, nel mondo della moda come nella vita, sarà più duratura di una
semplice passerella.<