Il social Busines

dgreen di Enrico Molineri Il Social Business Sempre più persone, rispettando individui e natura, creano nuove attività per il bene ...

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di Enrico Molineri

Il Social Business
Sempre più persone, rispettando individui e natura, creano nuove attività per il bene comune. Un moltitudine inarrestabile. Ma in tv non se ne parla.

I principi del Social Business si stanno diffondendo in tutto il Mondo. L’idea è semplice e molto potente: abbandonare il binomio produzione/consumatore, tipico del modello consumistico, e creare imprese che ascoltino i bisogni reali delle persone, risolvendo i problemi delle comunità e realizzando  anche la sostenibilità economica tipica delle imprese tradizionali. Così il Social Business consente di migliorare la società e i contesti di vita.
Il Papa ha sottolineato che «bisogna lottare contro le cause strutturali della povertà: la disuguaglianza, la mancanza di un lavoro e di una casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi. La solidarietà è un modo di fare la storia con i poveri, rifuggendo da presunte opere altruistiche che riducono l’altro alla passività» e ha aggiunto «i poveri non possono diventare un’occasione di guadagno».
In una società dove lo stato sociale sta scomparendo, dove la diseguaglianza economica è sempre più grande, dove le imprese tradizionali cercano il massimo profitto sfruttando persone e risorse naturali, la risoluzione dei problemi è spesso affidata ad associazioni di volontariato: il social business può essere una risposta innovativa.
Le linee guida di un social business sono:
Impresa privata che si deve auto sostenere con i servizi/prodotti che vende.
I profitti non vengono divisi tra i soci, ma reinvestiti.
I servizi/prodotti forniti devono avere una finalità sociale.
Chi è interessato ad approfondire l’argomento può visitare il sito www.sbflorence.org, un organizzazione collegata all’università di Firenze che si occupa di social business.


Storie di vita



Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace, soprannominato il banchiere dei poveri in quanto inventore del microcredito.
Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace.
Ha concesso prestiti a lavoratori autonomi appartenenti a una delle popolazioni più povere del mondo, i contadini senza terra del Bangladesh, suo Paese natale, ottenendo risultati impensabili nella lotta contro la povertà con un tasso di recupero dei prestiti del 98%.
La sua Grameen Bank ha finanziato quasi 8 milioni di persone, il 97% delle quali donne.
Dopo aver esportato con successo la sua idea in numerosi Paesi, da qualche anno si sta dedicando allo sviluppo del social business avviando imprese che permettono la creazioni di posti di lavoro ed accesso ai beni primari per le persone più povere. Le attività spaziano dalla produzione di yogurt ai pannelli solari e alle scarpe. Le imprese vengono avviate in collaborazioni di grandi multinazionali che decidono di dedicare parte del loro business in aiuto delle persone più bisognose.
Approfondisci su: www.muhammadyunus.org

«Provavo sempre una sorta di ebbrezza quando spiegavo ai miei studenti che le teorie economiche erano in grado di fornire risposte a problemi economici di ogni tipo. Ero rapito dalla bellezza e dall’eleganza di quelle teorie. Poi, tutt’a un tratto, cominciavo ad avvertire un senso di vuoto. A cosa servivano tutte quelle belle teorie se la gente moriva di fame sotto i portici e lungo i marciapiedi?»

(Muhammad Yunus, Il banchiere dei poveri)

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