Una cipolla nella ragnatela
Una rete sommersa e anonima Una cipolla nella ragnatela C’è un mondo oscuro che non appare utilizzando i motori di ricerca tradizio...
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Una cipolla
nella ragnatela
C’è
un mondo oscuro che non appare utilizzando i motori di ricerca tradizionali, in
cui trova posto sia la libertà d’opinione che l’illegalità e in cui conviene
muoversi con molta prudenza.
Anche Internet ha un lato b. Gli appassionati
di Star Wars lo chiamano il lato oscuro, ma il suo nome di battesimo è deep
web. Si tratta di un mondo parallelo a Internet fatto di siti
invisibili ai motori di ricerca tradizionali, meno frequentato eppure parecchio
più grande. Già, perché il web visibile dove si naviga di solito sarebbe solo
il 4% di tutti i contenuti della rete. Il resto è terra sommersa, affascinante
perché garantisce l’anonimato.
L’esigenza di
non lasciare tracce
Il deep web nasce in
piena guerra fredda come strumento strategico di protezione dei dati sensibili
del governo americano. Ma una ventina di anni fa diventa vera alternativa
all’Internet chiaro, troppo invasivo e impiccione. Che il World Wide Web
(www) sia un bel ficcanaso si sa: i colossi informatici monitorano ogni clic
per personalizzare la pubblicità o impadronirsi dei dati personali – una moneta
di scambio preziosa nel regno digitale. Nel gennaio 2012 due giovani britannici
sono stati addirittura arrestati all’aeroporto di Los Angeles per colpa di un tweet
in cui dicevano di voler «distruggere l’America», ovviamente in senso
metaforico. Tanto per dire che nemmeno un cinguettio sfugge al Grande Fratello
informatico.
Nell’altro-web invece non si
lasciano tracce. E il merito è di Tor, un sistema d’accesso labirintico
che tiene lontano occhi indiscreti. Il software sfrutta un meccanismo a
cipolla (e Tor sta proprio per The Onion Rout-er) per cui i messaggi
criptati da un codice segreto affrontano un percorso di controlli sempre
diverso, quindi difficile da prevedere. Nel deep web si trovano
un’infinità di siti che gli esperti stimano siano 500 volte di più di quelli
indicizzati da Google.
Per muoversi in questo mare
magnum basta consultare una delle liste di siti consigliati per categorie
oppure scaricare un apposito motore di ricerca. Ma attenzione: in un
catalogo di indirizzi come il famoso Hidden Wiki, si trova proprio di
tutto. Da un libro raro formato pdf al mercato nero di revolver.
Il
rischio delle attività
illegali
Non a caso l’abisso del web è
chiamato anche dark, ovvero scuro e parecchio sinistro. In effetti, non
avere identità facilita certamente la nascita di attività illegali. Tra i
luoghi poco raccomandabili c’è senz’altro Silk Road, l’Ebay
di queste parti su cui si vende droga, banconote e documenti falsi. In questo
mercato solo nello scorso biennio si sono spesi 1,2 miliardi di dollari, una
cifra da capogiro che ha allarmato persino l’Fbi: il sito è stato chiuso, ma ha
riaperto poco dopo con un altro indirizzo. A trafficare qui sono soprattutto
organizzazioni estremiste e le mafie di mezzo mondo, ma ormai anche i
piccoli ladruncoli. Di recente sono stati messi in vendita biglietti
contraffatti della metro di Milano e di Roma a un terzo del prezzo originale.

Per avere
qualche bitcoin basta trasformare soldi reali in banconote virtuali attraverso
un software per poi pagare online senza lasciare traccia. Grazie a
questo sistema, utilizzato anche su siti normali, i rivenditori poco ortodossi
hanno gioco facile. Così capita d’imbattersi in un sito per affittare hacker o
in spacciatori di cocaina e anfetamine.
Ma non
solo: nel deep web si può imparare a costruire una bomba fai-da-te con
un video tutorial e persino noleggiare in un attimo un killer professionista.
Sì, sembra incredibile ma esiste un vero e proprio mercato di assassini:
basta inserire le coordinate della vittima, pagare l’equivalente di 12 mila
euro e il mercenario provvederà in 1-3 settimane all’eliminazione. Uniche
clausole, non si uccidono minori di 16 anni, né politici d’alto livello o
personaggi famosi. Fantascienza? Al massimo una bufala multimediale…
Di tutto un po’
Per
fortuna però tra i 400 mila frequentatori quotidiani del deep web
(un’inezia se si pensa che ogni giorno su Internet ci vanno 2 miliardi di
persone), c’è anche chi fa tutt’altro. Si va dai blog di speleologia ai
fan club del compositore Stravinsky. Vantano parecchi associati il club di
lettura Jotunbane o la Biblioteca Imperiale di Trantor che sono «contro
la gestione dei diritti digitali» da parte dei colossi editoriali online.
Infatti non a caso tra i titoli consigliati c’è pure 1984, il romanzo di
George Orwell proprio su una città immaginaria di “spioni”. Non c’è posto
invece per Harry Potter contro il quale è nata addirittura una setta di
fondamentalisti inferociti.
Oltre
agli utenti strampalati si trovano però anche vere e proprie istituzioni. Il
quotidiano americano New Yorker ha fondato Strongbox, una casella
della posta sicura che sfruttando l’anonimato del deep web raccoglie
le segnalazioni e i documenti più scottanti. In effetti non è l’unico caso in
cui i giornalisti approfittano di questo strumento. Anche grazie a collettori
di notizie di prima mano come Reddit, le informazioni sono succulente ed
esclusive quanto basta per sguazzarci in cerca di materiale per scoop e
reportage. Proprio l’anno scorso alcuni corsi di aggiornamento obbligatori per
le redazioni si sono incentrati su istruzioni pratiche per navigare
nell’abisso.
Dunque,
il web invisibile è talmente profondo che c’è abbastanza posto sia per la
libertà d’opinione sia per l’illegalità. Con la crescita degli utenti del deep
web, bisognerà capire che piega prenderà il fenomeno.
Intanto, in Italia esiste già un reparto della
polizia postale specializzato nella lotta alle criminalità più gravi, come
la pedopornografia, un tema delicatissimo che da tempo ha messo le radici nel deep
web. Nell’ultimo anno decine di video sono stati sequestrati e ben dieci
persone sono state identificate e arrestate. Insomma, diventare “invisibili”
non vuol dire farla franca. Anzi, sia chiaro: un normale utente nel
libero deep web rischia di cadere in giochi truffaldini e di diventare
addirittura complice di criminali.
Attenzione dunque: prima di fare clic, conviene sapere cosa ci sta sotto.<